11/02/2012
Il gesto incriminato.
Sport maestro di vita. Impari a superare i tuoi limiti, ma anche ad accettarli perché c’è sempre uno più bravo di te. Impari a rispettare compagni, avversari e regole del gioco. Perché senza regole non si gioca a niente, ci si azzuffa e basta. Impari che il successo ha un prezzo e si chiama fatica. E che, comunque, si può perdere anche dopo aver sputato l’anima. Però, barare mai. Perché vincere barando fa schifo.
Questo ti dici, quando iscrivi i figli a calcio e quando ti emozioni per le imprese di chi, dopo aver dato tutto, è riuscito a dimostrare di essere il migliore.
Poi guardi indietro, all’ultima settimana di sport di vertice. E vedi l’orario delle lezioni:
- Il capitano dell’Inghilterra ha vomitato una volgarità razzista addosso a un avversario. L’allenatore dell’Inghilterra, invece di applaudire la Federazione che ha tolto al suddetto capitano la fascia giudicandolo immeritevole di rappresentare il paese, sbatte la porta sdegnato perché si sente esautorato. Sul merito dell’insulto razzista e della sua gravità neanche una parola.
- Il registra di una squadra che ambisce al campionato italiano rimedia tre giornate di squalifica per aver mollato uno schiaffo a un avversario, a gioco fermo. La società fa ricorso: «non era violento, solo antisportivo». Come se uno dei migliori giocatori al mondo potesse permettersi di essere palesemente antisportivo e far passare una scorrettezza per un gesto d’affetto.
- Il miglior ciclista al mondo, già trovato positivo all’antidoping, becca due anni di squalifica, perché il Tas, secondo e definitivo grado di giudizio sportivo, non beve la tesi difensiva che dava la colpa a una bistecca avariata. E tutti a dire che la giustizia sportiva è stata troppo lenta, che il ragazzo e il suo sport sono perseguitati. Neanche una parola sul merito del fatto che il miglior ciclista al mondo, se vuol restare tale, dovrebbe vincere senza macchia nel curriculum.
- Una plebaglia pallonara (in continuo allargamento), composta di calciatori che hanno perso il treno dei migliori, si è venduta la dignità, l'anima e un sacco di partite in cambio di denaro.
- Il presidente di una blasonata società sostiene che Moggi «a fare il suo lavoro era il più bravo». Evidentemente una sentenza di primo grado che giudica Moggi colpevole di associazione a delinquere non incide sulla bravura, benché l’associazione fosse nell’esercizio delle funzioni
.
Fai la sintesi degli insegnamenti:
- Essere razzisti non è una cosa grave.
- Le controversie si regolano a manate.
- L’importante è vincere, il fine giustifica i mezzi e i giudici sono dei rompiscatole.
- I soldi sono importantissimi, per guadagnarne val la pena di tradire la squadra e vendere l’anima.
- Essere bravi è più importante che essere onesti. E la bravura resta riconosciuta anche se esercitata illegalmente.
Butti via gli scarpini con tutti gli euro che ti sono costati e spedisci tuo figlio a studiare il violino, anche se è stonato. Prima che sia troppo tardi. Siccome è stonato il violino non lo impara, ma almeno non disimpara l’educazione.
Elisa Chiari
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