Tra le forze di terra di Obama

A Washington, tra i giovani e le famiglie che sostengono il presidente Americano. L'ultima campagna casa per casa. L'America si avvicina alle elezioni.

18/10/2012

«Bisogna andare casa per casa e scovare gli indecisi, convincere le donne, spiegare le posizioni di Obama!», spiega un ragazzo sulla trentina di fronte ad una platea di volontari riuniti alla vecchia sinagoga tra la Sesta e I street a Washington DC. «Il nostro obbiettivo sono le contee settentrionali della Virginia. Romney nei sondaggi si è avvicinato troppo ad Obama, ed anche se il secondo dibattito gli ha dato un nuovo margine di vantaggio, siamo nel momento saliente dell'elezione». L'evento, organizzato da Obama For America, la campagna elettorale del presidente, ha lo scopo di addestrare “le forze di terra di Obama”, i volontari che visiteranno casa per casa per spiegare agli indecisi, specie negli stati chiave, come la Virigina, le ragioni per eleggere il candidato repubblicano.


Tanti i giovani e le donne di colore, pronti a dare una mano al Presidente. «I dibattiti hanno una grande audience ed un grande impatto, ma anche la base di attivisti ha un ruolo non irrilevante», spiega Brianna, una signora del South-East di D.C. che passerà le prossime settimane lontano dalla capitale per convincere elettori indecisi nella vicina Virginia ed in Ohio. Meno di tre settimane alle elezioni per la presidenza americana e l'aria è elettrica. I sondaggi danno i candidati troppo vicini perchè ci si possa sbilanciare. E rilassare.I repubblicani ogni giorno inviano decine di mail per raccogliere adesioni per le registrazioni e per coprire i seggi durante il giorno delle elezioni. Rafforzati dalla buona performance del primo dibattito, giurano e spergiurano che «Romney non ha perso» al secondo, e che straccerà il Presidente al terzo ed ultimo dibattito. 

Obama ha in programma una media di tre comizi al giorno. La domanda che tutti si pongono nei bar la sera, birra alla mano: «Chi vincerà? Chi è in vantaggio?». Gena Zek gestisce il Club Repubblicano a Capitol Hill, è convinta che Romney, insieme al suo Paul Ryan può farcela: «Obama non è un buon candidato ma è stato molto presidenziale quando ha difeso l'operato dell'amministrazione sulla strage di Bengasi (il console americano e altri quatto sono rimasto ucciso da un attacco orchestrato dai fondamentalisti, nda). Romney nel prossimo dibattito, che si concentrerà sopratutto sulla politica estera, deve portare idee concrete, mostrare cosa avrebbe fatto al posto dell'attuale comandante in capo e cosa farà lui quando sarà nella sala dei bottoni».

La campagna intanto si focalizza sempre più sul voto femminile. Romney, le cui posizioni su aborto, salari e sanità, inficiate ulteriormente dalla gaffe durante la tribuna elettorale di martedì («Avevo bisogno di donne qualificate. Mi hanno portato interi “fascicoli” di donne), risulta in svantaggio tra questo gruppo elettorale. Ragion per cui i suoi strateghi stanno investendo decine di milioni di dollari questa settimana per mostrare il candidato con una luce diversa attraverso spot elettorali televisivi, nel tentativo di spiegare “perchè Mitt è il candidato delle donne». Obama deve fare attenzione. Sebbene detenga ancora un buon margine di distacco nel voto femminile (grazie al suo supporto alla legge per la parità nei salari), ha perso terreno. Dopo aver avuto per oltre un mese un margine di 18 punti tra le donne a livello nazionale, la forbice si è ridotta a 3 punti negli stati indecisi (swingers state). 

Ma dal quartier generale democratico di Chicago sono certi: lo scivolone di Romney farà aumentare il divario. Basta vedere i commenti online: le donne della rete sono infuriate dopo il dibattito alla Hofstra University. Jenny M. scrive sull'Huffpost: «Da un uomo di famiglia e devoto a sua moglie, mi aspettavo un maggiore rispetto delle donne. Non siamo un fascicolo». Per Mia «Avevo deciso di votare per Romney. Rispecchia i miei valori, ma come posso votare qualcuno che non rispetta le donne? Ci rifletterò». Secondo gli analisti elettorali, il segmento femminile delle indecise è di estrema rilevanza. Tendono infatti a decidere all'ultimo momento e ad essere molto ricettive ai messaggi che le interessano in prima persona. 

Susan Page, di USA Today, definisce senza esitazione “le mamme lavoratrici a basso salario”, “le mamme cameriere” come «la quintessenza dell'elettore indeciso del 2012». Romney rimane forte sopratutto tra i maschi, specie bianchi, dove i sondaggi gli danno un vantaggio di 13 punti (54 a 41), forbice che però diminuisce negli stati chiave. Mentre il repubblicano non sfonda tra i latinos, che continuano a preferire Obama. Con picchi insperati in stati come Arizona (80 %), Nevada e Colorado (70 per cento). Anche in Florida, dove la comunità ispanica è più ricca e conservatrice, Barack ruba un vantaggio su Mitt, raggiungendo il 54% delle preferenze. L'attenzione ora si sposta tutta sul terzo dibattito e sulle mosse dei due candidati. «Nei prossimi giorni dovremo aspettarci una pioggia di spot elettorali, volontari che bussano alla porta e interviste alla televisione», dice Brian K., del Wisconsin. «Vorrei poter avere le vacanze ed andarmene via da qua. Non ne posso più».

Nella campagna infine s'insinua una spina: i candidati indipendenti. Lontani dai riflettori della televisione, vari aspiranti alla Casa Bianca continuano la loro campagna elettorale, nel disperato tentativo di far sentire la loro voce. Durante il secondo dibattito presidenziale la candidata dei Verdi americani, Jill Stein, si è fatta arrestare mentre tentava di entrare alla Hofstra University. «Volevo partecipare al dibattito presidenziale presidente degli stati Uniti presidenziale. È un mio diritto», ha scandito Jill Stein davanti alla stampa. «È un diritto garantito dalla nostra democrazia: i candidati presidenziali devono partecipare al dibattito. Noi vogliamo confrontarci con gli altri candidati. Oggi non c'è pluralismo». Protestano anche il candidato conservatore centrista Virgil Goode (che ha quasi il 5% in Virginia) e il paladino dei libertari del tea party Gary Johnson (che potrebbe rubare voti a Romney). «Non c'è competizione», dicono sui loro social network.Secondo alcuni sondaggi i candidati dei partiti minori potrebbero prendere anche il 3%. Nessuno lo dice: ma tutti temono l'effetto Ralph Nader, quando il candidato del Green Party nel 2000 rubò voti fondamentali ad Al Gore, dando la vittoria di fatto George W. Bush.

Emanuele Bompan
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