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Pubblicato il 07/11/2012

Obama dopo la vittoria: "Grazie America"

Il discorso integrale di Obama, pochi minuti dopo la conferma di essere stato rieletto presidente degli Stati Uniti d'America.

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Postato da Rodolfo Vialba il 07/11/2012 18:55

Non posso che dire: meno male che ha vinto Obama, e meno male anche per l’Italia. Prima delle elezioni mi chiedevo cosa sarebbe successo se avesse perso Obama, e quindi se avesse vinto il programma di liberismo economico voluto e sostenuto dal grande capitalismo americano che sostiene la tesi per la quale il favorire i già ricchi, anzi i molto ricchi, alimenta gli investimenti necessari allo sviluppo, dallo sviluppo può derivare il benessere che può anche arrivare anche a chi lavora. In realtà non c’è la riprova, neanche storica che questo sia avvenuto in passato e dunque la certezza che possa avvenire in futuro. Anzi, ciò che è avvenuto in America nel corso degli ultimi 10 anni è che dei profitti realizzati dal sistema economico, pure in una fase di profonda crisi che dura da quasi cinque anni, ne hanno beneficiato solo l’1% della popolazione più ricca, mentre il resto della popolazione ha pagato con la riduzione del reddito e la perdita del posto di lavoro i costi della crisi. Ciò ha comportato non maggiori investimenti, non nuove opportunità di lavoro, ma la crescita delle divaricazioni economiche e sociali tra la parte ricca del Paese e il resto in particolare quella più debole e povera. Ora la mia domanda ha avuto la risposta che sperava fino al punto di annullare la preoccupazione che la motivava. So bene che la rielezione di Obama non è ancora la soluzione del problema dello sviluppo economico o dell’affermazione di una nuova o diversa politica sociale improntata ad una maggiore giustizia ed eguaglianza, ma è la condizione essenziale che pone le premesse per poterlo fare sopratutto considerando ancora valido ciò che si dice in America: il primo mandato del Presidente serve per farsi rieleggere, il secondo per passare alla storia. Mi auguro che il prossimo futuro confermi questo detto americano perché è storicamente vero che quanto accade in America anticipa, influenza e condiziona sempre quanto poi succederà in Italia. Per questo esprimo i migliori auguri al Presidente Obama.

Postato da Celso Vassalini il 07/11/2012 16:13

Il 2^ mandato del Presidente Obama sembra essere diventato il faro illuminante del mondo occidentale e finalmente scatena dibattiti culturali. Alcune televisioni americane fanno satira su di lui dipingendolo come un socialista e un distruttore della loro identità, del mito dell’uomo libero che costruisce il proprio destino basandosi solo sulle proprie forze e sulla propria creatività. Ma la sua presenza sui media italiani ed europei non fa che accentuare il vuoto e la solitudine degli stessi italiani e degli europei. Di fronte al decisionismo americano e alla capacità di affrontare la realtà in tutta la sua crudezza, gli altri governanti appaiono del tutto spaesati e contribuiscono a creare ancora più una miscela sociale pericolosa. La crisi esiste a livello planetario. Se si guardano i canali europei come Euronews (disponibile in italiano per tutti coloro che hanno studiato l’inglese o un’altra lingua come un dovere e non una opportunità) ci si rende conto che i dibattiti a Bruxelles vertono su temi quali come affrontare la bancarotta di almeno un paio di paesi dell’Est Europa. Ci si rende conto di come in ogni paese quotidianamente si assista ad almeno una rivolta di alcuni gruppi sociali che non comprendono le dinamiche di ciò che vivono. Se non si ha la capacità di affrontare il futuro rimanendo aggrappati a un presente che non esiste più, allora si illudono le persone che i telegiornali mondiali sono un prodotto di un reality show artefatto e non di una situazione ormai fuori controllo. E questo non aiuta le persone ad attivarsi mentalmente per il cambiamento. Letteralmente la parola “rivoluzione” vuol dire “capovolgimento” e quanti di noi sono realmente pronti a un capovolgimento? La prima sensazione sarà di panico e di paura, ma un vero leader indica la direzione ed abbassa la soglia di queste paure. Un condottiero non dice esattamente quello che ciascun soldato deve compiere ma indica la direzione da percorrere per uscire dal tunnel. Senza aver paura della battaglia che, al punto in cui siamo, appare inevitabile. Le amministrazioni pubbliche hanno finito i soldi e le banche non concedono crediti. In queste condizioni nessuna impresa può sopravvivere se non quella animata da una forza interiore capace di moltiplicare gli sforzi dei singoli protagonisti. L’assenza di una leadership capace di guidare questo processo avrà un’altra conseguenza prevedibile e pericolosa. Non è il semplice protezionismo, che comunque ha dei risvolti positivi che affronteremo un’altra volta, ma la parcellizzazione della leadership in tanti piccoli generali. Un effetto Somalia culturale che porterà l’individuo ad assumere una sua nuova identità a livello di comunità e non di nazione. Una parcellizzazione sociale che distrugge il sogno della burocrazia europea di creare un agglomerato di nazioni basandosi su interessi ed opportunità economiche. Ed il modello Obama non fa che accelerare questo processo perché dimostra la codardia politica di chi è stato eletto per compiere scelte e guidare la società nel futuro e non ad amministrare un presente che, per quanto difficile, rappresenta solo un istante del nostro cammino. Per cui spero che non avendo più il vincolo di doversi far rieleggere tra 4 anni,possa fare di più di quAnto fatto fino ad oggi e di quanto aveva promesso con il cosiddetto "SOGNO AMERICANO". La nostra Prima Repubblica era stata inaffondabile per quasi mezzo secolo, ma si inabissò in due anni. La Seconda è durata meno della metà e sembra morire dello stesso male. In sei mesi, se è in grado di rinnovarsi veramente, può ancora provare a salvarsi. Oppure, come ha fatto in questi giorni, celebrare il suo funerale. Il 2013, primavera d’Italia, della Regione Lombardia e di Brescia è vicina! Celso Vassalini.Brescia

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