20/02/2013
Dare voce alle donne migranti, rifugiate e appartenenti a minoranze etniche e riequilibrare le posizioni dominanti degli uomini e, per certi versi, delle donne "native" in Europa. Si apre con questo obiettivo, il 21 e 22 febbraio presso l'università Ca' Foscari di Venezia, l'ultimo convegno del progetto "Speak Out! Empowering migrant, refugee and ethnic minority women against gender violence in Europe" cofinanziato dal Programma Daphne III della Commissione Europea e coordinato dalla professoressa Franca Bimbi dell'Università di Padova, Dipartimento Fisppa.
Le politiche di inclusione sono una delle principale sfide che l'Europa di oggi e di domani deve necessariamente affrontare, attuando misure realmente "gender and migrants friendly". In altre parole, è doveroso andare oltre i rischi di "razializzazione" ed "etnicizzazione" dei discorsi sulla migrazione.
È lungo questo sentiero che sono nati i primi gruppi multiculturali costituiti allo scopo di unire non solo virtualmente le donne "mrm" (migranti, rifugiate, minoranze etniche) al tessuto sociale nel quale si muovono. Un vocabolario comune, aspettative e certezze condivise, dinamiche volte alla comprensione reciproca, nella convinzione che la diversità debbe rappresentare una risorsa a 360 gradi.
Sulla scorta di questa esperienza si è anche delineata la figura del "mentor" di comunità, un profilo inedito investito del delicato ruolo di sviluppare rapporti alla pari tra pari, accompagnando e sostenendo i percorsi individuali attraverso risposte concrete anche sugli aspetti più controversi della vita familiare e sociale delle donne.
Da qui, l'idea di creare un'associazione di Mentor di comunità contro la violenza sulle donne, il segno tangibile che il progetto "Speak out!" è riuscito nel suo intento di fornire gli strumenti e gli stimoli per dar vita a una rete che non si deve fermare con il convegno in programma ma, anzi, ha l'obbligo morale di guardare oltre coinvolgendo le associazioni di donne e le realtà associative che operano con i migranti, ma anche le istituzioni, i servizi alla persona, le operatrici e gli operatori pubblici e privati, le scuole.
Per saperne di più sul progetto consultare il sito
speakoutproject.eu
Alberto Picci