150 anni di Croce Rossa

Il Comitato internazionale delle Croce Rossa ha festeggiato il 17 febbraio 150 anni di storia, con l'occhio rivolto sempre alle sfide impegnative poste dal presente

19/02/2013

Il 17 febbraio 1863 un gruppo di cittadini svizzeri di Ginevra fondava un Comitato internazionale di soccorso per i feriti. A dimostrare la portata storica dell'evento, poco più di un anno dopo (22 agosto 1864) veniva siglato un accordo internazionale tra 12 Stati che sanciva la neutralità e l'inviolabilità dei soldati feriti in battaglia, così come del personale preposto alla loro cura: ancor oggi la Convenzione di Ginevra è la base fondante del Diritto umanitario internazionale.

150 anni dopo, quel nucleo di organizzazione umanitaria ante litteram è noto in tutto il mondo come Comitato internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa: milioni e milioni di persone vittime di conflitti armati soccorse da un'organizzazione che ha sempre affermato i propri principi di neutralità, imparzialità e indipendenza. Un'organizzaione che lavora sul campo in 90 Paesi di tutto il mondo, impiegando 13 mila uomini e donne di 100 nazionalità differenti.

La Croce Rossa è naturalmente impegnata in prima linea nei conflitti dei nostri giorni: Siria, Repubblica democratica del Congo, Mali, Afghanistan. Conflitti con un sanguinoso denominatore comune, il coinvolgimento di civili inermi. Il 150° anniversario non è stato festeggiato lasciandosi andare a inutili nostalgie, perché la missione umanitaria della Croce Rossa si trova di fronte sempre nuove sfide da affrontare, come confermato da Peter Maurer, presidente del Comitato internazionale: "Ora più che mai dobbiamo non solo restare ancorati ai nostri principi, ma cercare nuovi modi per aiutare al meglio le persone che ne hanno bisogno".

"Portiamo avanti il nostro lavoro", prosegue Maurer, "adattandoci a un ambiente mutato a causa dell'uso di nuove armi e tecnologie, della proliferazione di gruppi armati, delle difficoltà di ottenere l'accesso alle popolazioni che necessitano di aiuto e di una pletora di Ong e altre organizzazioni umanitarie che si cimentano nel servire le comunità con approcci competitivi".

Anziché rimarcare differenze e sottolineare distinguo all'interno del variegato mondo delle organizzazioni umanitarie, Maurer e il Comitato internazionale colgono l'occasione dell'anniversario per esprimere ad alta voce, invece, la necessità di un coordinamento più efficente.

"Insieme con i nostri partner all'interno del Movimento internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa e con la comunità umanitaria, dobbiamo cercare di coordinare meglio gli sforzi umanitari e dare molta attenzione alle opinioni di coloro che chiedono aiuto, dando loro l'opportunità di svolgere un ruolo attivo in quest'opera il cui fine ultimo è quello di rendere le persone capaci di raggiungere un benessere durevole e paragonabile alle condizioni precedenti a un conflitto".

Ancora una volta viene ribadita a chiare lettere l'urgenza di una comune volontà politica internazionale, perché sia rispettato il Diritto umanitario internazionale che proibisce la violenza diretta contro persone estranee ai conflitti armati, come bambini, feriti, malati, detenuti. "Non c'è mai stato più bisogno di una volontà politica di risparmiare i civili e di rispettare il Diritto umanitario internazionale, sia da parte degli Stati sia da parte di gruppi armati non statali", afferma Maurer.

Le attività del Comitato internazionale non si limitano oramai alla semplice – ma quanto mai necessaria – assistenza medica ai feriti di un conflitto armato. Peter Maurer rivendica con orgoglio che il lavoro quotidiano del Cicr abbia anche un'influenza di ampia portata sulla vita di molte persone. "Quando i delegati del Cicr visitano i detenuti a Guantanamo, facilitano il rilascio di ostaggi in Cambogia, aiutano la popolazione in Afghanistan nell'accesso alla salute in condizioni di sicurezza, forniscono il mantenimento e il know-how per continuare a far funzionare le reti idriche ed elettriche a Goma, o spingono per l'adozione di un trattato vincolante sulle munizioni a grappolo, in tutti questi casi hanno un diretto e duraturo impatto sulla vita di molte persone". Un impatto tanto duraturo che, 150 anni dopo, le bandiere bianche con una croce o una mezzaluna rossa sventolano ancora in tutto il mondo, ovunque ce ne sia bisogno. 

Francesco Rosati
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