Don Ciotti: "La pace ha bisogno di verità"

"C’è chi ha paura di questo", sostiene il sacerdote fondatore di Libera, "perché risulterebbe evidente che la crisi economica è in realtà crisi di povertà politica e di diritti".

16/05/2010
Da sinistra: Corradino Mineo (Rainews24), don Antonio Sciortino (Famiglia Cristiana) e don Luigi Ciotti (foto di Roberto Brancolini/perlapace.it)
Da sinistra: Corradino Mineo (Rainews24), don Antonio Sciortino (Famiglia Cristiana) e don Luigi Ciotti (foto di Roberto Brancolini/perlapace.it)

Un camion carico d’angurie che attraversa l’Italia. L’autista sembra avere un presentimento: gira intorno all’automezzo, osserva e scruta. Riparte, ma alla sosta successiva, torna a girare intorno al camion. E vede una mano, piccola, sbucare fra le fessure delle assi che contengono il carico. La mano di un ragazzo, uno dei tanti che voleva raggiungere la sua “terra promessa” ed è rimasto schiacciato e soffocato sotto il peso. Il suo bagaglio? Solo una busta di plastica, con dentro un cambio di biancheria e 4 foto: la mamma, il papà, i fratelli e i nonni.

     Un tragico episodio di poco tempo fa, che replica le migliaia di altri accaduti nel mare Mediterraneo, o nel deserto del Sahara, o ancora lungo le rotte che dall’Est europeo portano nel nostro Paese. Lo ha raccontato don Luigi Ciotti, nel momento conclusivo del Forum della pace. «Questo significa che in Italia non c’è la pace», ha commentato il fondatore del Gruppo Abele e di Libera. «La pace ha bisogno di verità e di conoscere a fondo ciò che sta accadendo nel nostro Paese. C’è chi ha paura di questo, perché risulterebbe evidente che la crisi economica di cui tanto si parla è in realtà crisi di povertà politica e di diritti».

     La pace, ha aggiunto don Ciotti, non può esserci senza giustizia sociale. Per questo dobbiamo metterci in gioco tutti, per «sconfiggere l’illegalità, la corruzione, le mafie che sono nemiche della pace». Nel suo intervento don Ciotti non ha mancato di denunciare il tentativo di togliere l’indipendenza alla magistratura, uno dei capisaldi della nostra democrazia, come pure della volontà di imbavagliare ulteriormente l’informazione.

     «La più grande violenza alla persona è la privazione della libertà», ha continuato don Ciotti. «Allora, se i nostri piedi nella Marcia segnano i passi della speranza, dobbiamo però anche saper dare una direzione alla nostro cammino: ricordiamoci che la bussola della pace è la giustizia». Don Luigi Ciotti ha concluso citando una frase di Antonino Caponetto ai giovani: “Ragazzi, godetevi la vita, innamoratevi, ma diventate partigiani di questa nuova resistenza, per gli ideali e per i valori. Non smettete mai di pensare e di agire come uomini liberi”.

Luciano Scalettari
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