02/06/2011
Nell'Africa sub-sahariana, le adolescenti e le giovani contagiate dall'Hiv sono quasi il doppio dei maschi coetanei.
Secondo dati relativi al 2009, sarebbero stati 5 milioni i giovani dai 15 ai 24 anni che in quell'anno convivevano con il virus dell'Hiv; 2 milioni gli adolescenti sieropositivi tra i 10 e i 19 anni. Per la prima volta un rapporto globale ha fotografato dati e rischi riguardanti adolescenti e Hiv; lo hanno pubblicato in modo congiunto Unicef, Unaids, Unesco, Unfpa, Oil, Oms e Banca mondiale. Si intitola "Opportunità nella crisi: prevenire l'Hiv dalla prima adolescenza alla giovane età adulta" e, mentre individua i fattori che fanno aumentare il rischio di infezione, segnala anche le opportunità di potenziare i servizi di prevenzione e di sfidare le pratiche sociali dannose.
Il rapporto stima 2.500 nuovi contagi al giorno tra i giovani: nel 2009, nei giovani dai 15 ai 24 anni si verificava il 41% di tutti i nuovi contagi sopra i 15 anni. Si ritiene che in quell'anno 890.000 giovani nel mondo abbiano contratto il virus. Quanto agli adolescenti sieropositivi, vivono per la maggior parte nell'Africa sub-sahariana, sono per lo più di sesso femminile e inconsapevoli della loro condizione di sieropositività. Nel mondo, le giovani donne rappresentano più del 60% di tutti i coetanei che convivono con l'Hiv, e nell'Africa sub-sahariana la percentuale sale al 72%.
Si pensa che nel globo il numero di nuovi contagi abbia raggiunto il massimo nel 1997; da allora, la diffusione del virus tra i giovani si è abbassata in molti Paesi. Nel 2001 il mondo si era impegnato a ridurla del 25% entro il 2010, ma ci riuscito un po' meno della metà, diminuendola di fatto del 12%. "Per molti giovani, il contagio da Hiv è conseguenza di negligenze, esclusioni e violazioni che non si verificano all'insaputa di famiglie, comunità e leader politici e sociali. Questo rapporto esorta i leader a tutti i livelli a costruire una catena di prevenzione per mantenere informati, protetti e sani gli adolescenti e i giovani", ha dichiarato il Direttore generale dell'Unicef Anthony Lake. "L'Unicef si è impegnato in questa causa. Dobbiamo proteggere il secondo decennio di vita, affinché il viaggio dall'infanzia all'età adulta non venga deviato dall'Hiv; un viaggio, tra l'altro, particolarmente carico di difficoltà per le bambine e le giovani donne".
Le adolescenti e le giovani sono sia più vulnerabili al contagio a livello biologico, sia più esposte a causa delle disuguaglianze e delle esclusioni sociali. Secondo le stime presentate nel rapporto, nel 2009 nell'Africa sub-sahariana sarebbero stati 1.100.000 ragazze e 620.000 ragazzi gli adolescenti tra i 10 e i 19 anni che convivevano con l'Hiv. Il Paese che presenta la più alta percentuale mondiale di presenza dell'Hiv tra individui dai 15 ai 49 anni, il 26%, è lo Swaziland, tra Sudafrica e Mozambico. Qui le ragazze tra i 15 e i 19 anni hanno il 10% di probabilità di contrarre l'infezione; tra i 20 e i 24 anni, il 38%, e tra i 25 e i 29 anni la percentuale si attesta al 49%.
Rosanna Biffi