Il G8 metta fine al furto di terra

Oxfam lancia un appello ai grandi della Terra, che si riuniranno il 17 e 18 giugno in Irlanda Del Nord, per dire basta al fenomeno globale del Land Grabbing

14/06/2013

Dal 2000 a oggi le grandi aziende e le multinazionali dei Paesi membri del G8 hanno acquisito, spesso in modo poco trasparente, un'area di terra di 11 milioni di ettari: una superficie ben più ampia dell'intera Irlanda. Questa terra basterebbe a sfamare ogni anno 96 milioni di persone. Nei Paesi più poveri, ogni settimana viene venduta a investitori stranieri un'area grande quanto la città canadese di Ottawa.

Questi sono solo alcuni dei numeri che accompagnano il fenomeno globale del Land Grabbing, ossia le acquisizioni su larga scala di terreni nel Terzo Mondo condotte con procedure poco chiare e trasparenti da parte di grandi società. Un fenomeno particolarmente odioso perché ha avuto e ha tuttora come vittime principali le comunità locali, che non solo hanno perso terra, casa e mezzi di sussistenza, ma spesso e volentieri non sono state consultate preventivamente, né tanto meno risarcite adeguatamente, e in caso di opposizione subiscono violenze dall'evidente carattere intimidatorio.

Per queste ragioni Oxfam ha lanciato un appello ai grandi della Terra, nell'imminenza del summit del G8 che si terrà in Irlanda del Nord il 17 e 18 giugno e che per la prima volta nella sua storia discuterà del tema delle acquisizioni di terreni su vasta scala.

"L'assenza di trasparenza che caratterizza le grandi acquisizioni di terreni non giova a nessuno", afferma Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia. "Le comunità più povere perdono letteralmente tutto, ma anche per gli investitori la mancanza di regole chiare e la segretezza che circonda le transazioni di terra possono essere controproducenti. In molti casi, infatti, questi si sono trovati a dover sostenere i costi di cause legali derivanti da conflitti irrisolti con le comunità locali. Il G8 deve sancire che le transazioni avvengano alla luce del sole, perché solo così si potrà porre fine allo scandalo del Land Grabbing".

Il primo ministro britannico David Cameron, che presiederà il summit, oltre alle consuete dichiarazioni di rito – di rado seguite dai fatti – sulla opportunità che il vertice avrà a disposizione per combattere la fame nel mondo, ha però annunciato anche che c'è la precisa volontà di dare vita a una "Land Transparency Initiative": uno strumento globale che garantisca più efficacemente il diritto alla terra nei Paesi più poveri e, allo stesso tempo, rafforzi gli standard già previsti dalle Nazioni Unite. 

Una dichiarazione d'intenti senz'altro lodevole che però è attesa al varco della sua attuazione concreta. Oxfam sottolinea che una simile iniziativa, per essere realmente efficace, dovrebbe prevedere innanzitutto la dichiarazione esplicita e traparente degli impegni assunti dagli acquirenti nei confronti delle comunità locali interessate.

Da molto tempo Oxfam è impegnata in una campagna di sensibilizzazione internazionale sul tema del Land Grabbing. Nel momento in cui i primi, incoraggianti segnali di inversione di rotta appaiono all'orizzonte, per l'organizzazione le priorità sono chiare: "Crediamo che il primo passo per i Paesi del G8 su questo tema sia mettere ordine a casa propria, chiedendo a tutte le aziende con sede nei loro rispettivi territori di condividere i dettagli degli accordi in cui sono implicate, coinvolgendo sempre le comunità toccate da tali accordi. L'Italia, tra l'altro, è uno dei primi Paesi a dover agire: secondo gli ultimi dati è infatti il terzo Paese in Europa, dopo Regno Unito e Francia, per numero di investitori implicati in casi di Land Grabbing".

Per maggiori informazioni consultare il sito: www.oxfamitalia.org

Francesco Rosati
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