11/09/2012
In un piccolo bozzolo, in una crisalide
per la precisione, a volte possono essere nascoste molte cose: una
vita pronta a spiegare le ali e diventare farfalla, innanzitutto. Ma
anche un progetto di sostegno e incremento del reddito per gli
abitanti di alcuni villaggi della Tanzania. E un'iniziativa per la
conservazione e la tutela della biodiversità della foresta pluviale.
Tutto questo grazie all'Amani Butterfly Project, un'organizzazione
non profit che ha come obiettivo proprio quello di preservare la
biodiversità forestale, sostenendo contemporaneamente il reddito di
quattrocento abitanti di sei villaggi rurali delle montagne
dell'Usumbara orientale in Tanzania. Come? Allevando farfalle.
Il punto di svolta è stato
rappresentato dalla politica di tutela ambientale messa in atto dal
Governo della Tanzania, che ha dichiarato riserve naturali ampie zone
forestali dopo anni nei quali lo sfruttamento intensivo da parte
delle popolazioni locali, dovuto alla costante ricerca di nuove terre
per le coltivazioni, ne aveva messo seriamente a repentaglio la
sopravvivenza. Molte specie di piante, animali e insetti erano così
state messe al riparo dal rischio d'estinzione. Allo stesso tempo,
d'altra parte, una simile politica aveva finito per aumentare
considerevolmente la povertà delle comunità rurali dell'Usambara,
che dipendevano in tutto e per tutto dalla foresta per la loro
sopravvivenza. Un'iniziativa come quella dell'Amani Butterfly
Project ha dimostrato, alle stesse popolazioni locali, che la tutela
della foresta costituiva una nuova opportunità economica e non uno
svantaggio.
Gli allevatori di farfalle dell'Amani
Butterfly Project, infatti, catturano nella foresta un'esemplare
femmina per metterla in una serra, dove questa depositerà un numero
di uova sufficiente a generare un'intera nuova popolazione in
cattività. Una volta schiuse le larve e divenute crisalidi, vengono
impacchettate e spedite in Europa e Stati Uniti per essere esposte
quando si saranno liberate del bozzolo. Le “Case delle Farfalle”
dei Paesi occidentali ordinano costantemente nuove farfalle, che
hanno un ciclo vitale di poche settimane. Gli allevatori, per metà
costituiti da donne, ricevono il 70 per cento del prezzo di vendita.
L'allevamento delle farfalle ha così permesso ai contadini che hanno
partecipato al progetto un considerevole aumento salariale, stimato
intorno al 25 per cento all'anno.
Inoltre, dal momento che la foresta è
l'habitat naturale ideale per la proliferazione delle specie
tropicali di farfalle, gli allevatori dell'Amani Butterfly Project
nell'Usambara si sono trasformati nei più zelanti custodi della
biodiversità forestale, impegnati a combattere di fronte
all'opinione pubblica il disboscamento illegale: per dimostrare, una
volta per tutte, che tutela dell'ambiente non significa rinuncia al
benessere economico e, al contrario, l'una può fungere da stimolo
per l'altro e viceversa.
Un esempio virtuoso, da cui anche i
Paesi occidentali dovrebbero prendere spunto.
Per maggiori informazioni consultare il sito: www.amanibutterflyproject.org
Francesco Rosati