Le "iena" che non se la beve

Niccolò Torielli, inviato del programma satirico di Italia 1, è il testimonial di una campagna sull'abuso di alcol. Lui che con lo "Sconvolt Quiz" misura la lucidità dei suoi coetanei.

26/08/2012

Cocktail all'aperitivo, vino a cena, amari e grappe per favorire la digestione, poi  qualche "birretta" per tirare tardi fino all'ingresso in discoteca dove, senza fare criminalizzazione, lo stato di esaltazione soprattutto tra i giovanissimi durante l'estate raggiunge picchi preoccupanti. Qui, tra tequila, vodka, rum e gin in combinazioni dai nomi esotici e accattivanti, lo sballo prosegue fino all'alba. D'altronde, l'abuso di alcol nell'età adolescenziale è qualcosa di più di un semplice allarme. Perché i dati, dicono gli esperti, hanno una crescita tanto esponenziale da farne già una vera e propria emergenza sociale. E ai telespettatori del programma televisivo di Italia 1 "Le iene" non sarà certo sfuggito lo "Sconvolt quiz", la rubrica settimanale curata da Niccolò Torielli: proprio in discoteca, il giovane inviato avvicina i suoi coetanei per misurarne lo stato di lucidità con domande semplici, dalla tabellina del 2 alla capitale d'Italia. Le risposte vanno oltre la semplice ignoranza: troppo su di giri gli intervistati, perennemente sconvolti da usi e abusi indiscriminati di, si presume, droga e alcol. Anche per questo il dottor Guido Intaschi, responsabile Sert Ausl 12 Versilia insieme con il collega Emanuele Palagi, presidente del comitato Non la bevo hanno scelto come testimonial della campagna di sensibilizzazione "Ricreazione in via d'estinzione 2012", giunta alla quinta edizione, la iena Torielli: è infatti fondamentale trovare i canali più consoni per parlare ai ragazzi e spiegare, realmente, i rischi che un bicchiere di troppo possono provocare, per focalizzare l'attenzione sulla prevenzione degli incidenti stradali e dello sballo. Ieri, a Torre del Lago Puccini, l'ultima tappa di un percorso che Niccolò Torielli e il dottor Intaschi hanno provato a "riassumere" rispondendo alle domande che leggete qui di seguito.

Niccolò, com'è nata l'idea dello "Sconvolt Quiz"?

«Lo Sconvolt Quiz ha una doppia chiave di lettura: da un lato è intrattenimento, dall'altro è un modo diverso per trattare un problema serio. In poche parole è una soluzione "agrodolce": fa riflettere e sorridere contemporaneamente». Mi ritengo un ragazzo come tutti gli altri, che fa stupidaggini ma cerca anche di non commettere due volte lo stesso errore. Essere voce ed esempio per i giovani con questa iniziativa mi rende orgoglioso e mi responsabilizza».

Il messaggio lanciato da "Ricreazione in via d'estinzione" raggiungerà la meta?
«Decisamente. So che abbiamo trovato un modo per comunicare messaggi che prima non venivano recepiti. Noi li veicoliamo in un modo moderno e soprattutto col linguaggio dei destinatari».

Dottor Intaschi, il Progetto Ricreazione in via d’estinzione è giunto ormai alla sua quinta edizione...

«Esatto, siamo arrivati all’edizione 2012 e il bilancio è decisamente positivo. Il progetto quest’anno è cresciuto, soprattutto dal punto di vista della collaborazione con i gestori dei locali. Il compito di noi tecnici è quello di mediare tra i giovani e gli organizzatori di eventi, affinché cresca la sensibilità e la responsabilità di locali e discoteche circa tematiche come l’abuso di alcolici».

Niccolò Torielli è il testimonial di quest'anno. Come mai?
«La scelta è stata dettata da una ragione precisa: volevamo un personaggio in grado di unire il “sapere” – competenza sui contenuti della prevenzione – al “sapore” – dimestichezza col linguaggio dei giovani. Noi tecnici spesso rischiamo di essere noiosi, mentre uno come Niccolò, qualificato ma divertente, sa lanciare il messaggio giusto nel modo giusto, raggiungendo subito il target. Come con lo Sconvolt Quiz de Le Iene, dove ha reso piacevole una lezione importante».

I giovani recepiranno il messaggio?
«C’è ancora molto da fare. Quello che facciamo noi è una piccola cosa. I numeri parlano chiaro: in italia si spendono 300 milioni di euro per pubblicizzare bevande alcoliche, e solo 1 milione per la sensibilizzazione. Una guerra difficile… ma la strada è quella giusta: cerchiamo di responsabilizzare ogni cittadino spingendolo a migliorare il proprio stile di vita, rendendo il divertimento più sano. Anche l’edizione 2012 è un piccolo passo avanti».

Alberto Picci
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