"Sociale" e "social", insieme si può

Possono i nuovi media trasmettere idee forti, impegnate? Un convegno di Fondazione Cariplo e Pubblicità Progresso sul "bene comune" ha cercato di rispondere.

27/04/2012
Facebook può non essere solo svago (foto Marka, come quella di copertina).
Facebook può non essere solo svago (foto Marka, come quella di copertina).

    Se con "sociale" intendiamo tutto il campo dell'aiuto agli altri, e con "social" i network come Facebook e Twitter, è possibile immettere "Più sociale nel social", come si è chiesto il titolo di un convegno promosso a Milano da Fondazione Cariplo e Pubblicità Progresso? Utilizzare le reti comunicative che hanno conquistato il mondo in modo che favoriscano il diffondersi di idee e pratiche di solidarietà, in nome di quel "bene comune" che nella società di oggi patisce assalti da ogni fronte?

    L'individuazione del "bene comune" in società pluralistiche è tutt'altro che ovvia, come ha ben sottolineato e argomentato durante il convegno, in una "lectio magistralis", il cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano, proponendo anche un percorso verso una socialità armoniosa che parta dal confronto e dal riconoscimento tra persone diverse, con le loro esperienze e le loro visioni del mondo.

    E tra gli universi che possono influenzare positivamente la convivenza tra gli uomini c'è sicuramente quello del non profit, con la sua carica di generosità e aiuto quotidiano. Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso che ha fatto nascere la comunicazione sociale in Italia, invita perciò il "mondo del volontariato a professionalizzarsi sempre più nella comunicazione, a imparare a usare i social network... perché spesso il mondo del volontariato è generoso, ma ha una scarsa cultura della comunicazione. Oltre a divertire, costruire amicizie virtuali, passare il tempo, i social network possono diventare uno strumento molto più potente appena sono riempiti di contenuti solidi e veri".

Alberto Contri, presidente di Pubblicità Progresso (foto Imago Economica).
Alberto Contri, presidente di Pubblicità Progresso (foto Imago Economica).

    Pubblicità Progresso offre attività di consulenza e formazione ad associazioni, enti e fondazioni per produrre campagne veramente efficaci, ma alcune organizzazioni non profit hanno già avviato un uso avveduto dei social network che comprende blog, Facebook, Twitter. Un esempio per tutti: l'Associazione italiana contro la sclerosi multipla (Aism) ha varato alla fine del 2010 un blog rivolto ai giovani, gestito da 9 giovani blogger che soffrono della malattia e raccontano in prima persona le loro storie, rispondono e informano. Inoltre, l'Aism ha oggi sulla propria pagina Facebook una community di quasi 30.000 persone.

    Anche Fondazione Cariplo lancerà in un futuro molto prossimo i propri canali di social network. Osserva il direttore generale Pier Mario Vello: "Auspico che in questo modo aumenti il nostro ascolto verso il Terzo settore, perché questi sono strumenti che permettono il dialogo. E sogno che attraverso i social network si attivino reti di apprendimento, una comunità tra persone ricche di esperienze e che possano comunicarle".

   

Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo (foto Imago Economica).
Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo (foto Imago Economica).

Fondazione Cariplo non gestisce progetti suoi, ma ne finanzia ogni anno oltre mille, per 180 milioni di euro, nei campi dell'arte e della cultura, dell'ambiente, della ricerca scientifica e dei servizi alla persona. Sottolinea il presidente Giuseppe Guzzetti: "Diamo attuazione al principio di sussidiarieta, sostenendo le buone attività, i buoni progetti che il mondo del Terzo settore realizza. Fondazioni, enti non profit, cooperative sociali non hanno le risorse per fare da supplenza all'ente pubblico sui bisogni sociali. E non è vero che non ci sono risorse pubbliche destinate ai servizi sociali. Vengono gestite a livello centrale, mentre in un disegno complessivo potrebbero essere utilizzate in modo più efficace e corretto sul territorio, a livello di comunità. Al vecchio Stato sociale si deve sostituire uno Stato sociale comunitario. Nella comunità, quel senso di appartenenza che attua anche la solidarietà, mette in condizione di lavorare insieme".

Rosanna Biffi
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