Vaccini fuori controllo... di prezzo

Si è conclusa con un "nulla di fatto" la riunione dell'executive board dell'Organizzazione mondiale della sanità: per questo, Medici senza frontiere tiene alta l'attenzione

05/02/2013

Le lacune del documento che definisce le azioni della comunità internazionale in materia di vaccini per i prossimi dieci anni non sono state colmate: è questo il "frutto" dell'incontro del consiglio esecutivo dell'Organizzazione mondiale della sanità. E se la situazione non verrà modificata nel corso dell'assemblea generale fissata per maggio, molti bambini non potranno ricevere le vaccinazioni di cui hanno bisogno. In questo clima di incertezza, "Medici senza frontiere" si sta impegnando a tenere alta l'attenzione di media e cittadini perché in ballo ci sono milioni di vite umane.


Gli alti costi dei vaccini rappresentano senza ombra di dubbio un rischio per la sostenibilità dei programmi di immunizzazione. Eppure, pur di fronte a questa evidenza, le linee guida sul controllo e sul sistema di valutazione che orienteranno le attività del "Piano d'azione sulla vaccinazione globale" non contengono alcuna misura di contenimento dei prezzi. 

Un bell'affare, solo per pochi...

«Il costo per vaccinare un bambino è aumentato del 2700% negli ultimi 10 anni, quindi è sconcertante che il programma per il prossimo decennio non miri alla riduzione dei prezzi», afferma Manica Balasegaram, direttore esecutivo della campagna per l'accesso ai farmaci lanciata da Msf. E ancora: «I Governi dei Paesi in cui lavoriamo sono sempre più preoccupati per i costi a cui dovranno far fronte una volta che il supporto dei donatori diminuirà. Una presa di posizione sulla questione dimostrerebbe almeno che le legittime preoccupazioni sui prezzi sono prese in seria considerazione». E invece no. Tanto che se nel 2011 il prezzo per vaccinare un bambino con il pacchetto di immunizzazione di base comprendente tubercolosi, poliomelite, difterite, tetano, pertosse e morbillo era di 1,37 dollari, con la sola aggiunta di due vaccini fortemente raccomandati dall'Oms stessa, pneumococco e rotavirus, il costo per ogni bambino è letteralmente schizzato alle stelle, toccando quota 38,80 dollari. E in alcuni Paesi il gas è ancora più alto.

La strada la indica Manica Balasegaram, che vede nella competitività la strada più rapida per un abbassamento sensibile dei prezzi dei vaccini: solo se altri produttori avranno l'opportunità di entrare in questo mercato, sarà possibile avvicinarsi al prezzo "giusto".


L'altro aspetto a cui prestare attenzione, anche nell'ottica della riduzione dei costi, è quello dell'adeguatezza dei vaccini alle reali esigenze dei Paesi, per lo più del Sud del mondo, in cui vengono somministrati. Se non si tiene conto del contesto in cui si opera, delle difficoltà di somministrazione, del disagio a raggiungere le zone rurali laddove proprio i rischi sono maggiori sarà complicato mettere a punto un Piano d'azione efficace. E la storia di questi ultimi 5 anni racconta di 112 milioni di bambini dei Paesi più poveri che non sono stati vaccinati neanche con le procedure standard: cosa che ha provocato il ritorno anche mortale di epidemie di malattie che erano quasi scomparse come il morbillo. Il rispetto della catena del freddo, la presenza di operatori sanitari preparati che facciano le iniezioni, la diffusione di una cultura sanitaria duratura non possono essere degli ostacoli quando di mezzo ci sono le vite di milioni di bambini: nonostante molte nuove tecniche di somministrazione dei vaccini siano state ormai messe a punto, testate e ormai pronte al vaglio da parte dell'Oms stessa, come quelle per via inalatoria (senz'altro più semplici), le nuove linee guida continuano a prevedere fino al 2020 la solita "vecchia" modalità di impiego dei vaccini.   

«Anche per un'organizzazione dalla capacità logistica come Msf, vaccinare bambini in zone difficili da raggiungere con vaccini che richiedono la catena del freddo è una grande sfida e molti bambini ne rimangono comunque esclusi» ha dichiarato Kate Elder, esperta di vaccinazione. «Abbiamo bisogno di più prodotti che rendano semplice la vaccinazione dei bambini. Siamo davanti a un obiettivo chiave per i prossimi dieci anni che necessita di un'adeguata risposta».

Alberto Picci
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