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Raggiunto un Obiettivo del millennio: un rapporto Unicef-Oms afferma che, alla fine del 2010, l’89% della popolazione mondiale ha avuto accesso a fonti migliori d’acqua potabile.

12/03/2012
Un ragazzo riempie un contenitore d'acqua potabile a Saana, la capitale dello Yemen. Foto Reuters.
Un ragazzo riempie un contenitore d'acqua potabile a Saana, la capitale dello Yemen. Foto Reuters.

Il mondo ha raggiunto uno degli Obiettivi del millennio: quello di dimezzare la percentuale di persone senza accesso all’acqua potabile, un risultato ottenuto in anticipo rispetto alla scadenza del 2015. E’ quanto affermano l’Unicef e l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms)  in un nuovo Rapporto. Tra il 1990 e il 2010, oltre due miliardi di persone hanno avuto accesso a fonti migliorate d’acqua potabile, come forniture tramite reti idriche e pozzi in cui la qualità dell’acqua è soggetta a controllo.

Il Rapporto “Progress on Drinking Water and Sanitation 2012”, realizzato nell’ambito del Joint Monitoring Programme for Water Supply and Sanitation, promosso dall'Unicef e dall'Oms, afferma che, alla fine del 2010, l’89% della popolazione mondiale, circa 6,1 miliardi di persone, ha avuto accesso a fonti migliori d’acqua potabile. Ciò rappresenta l’1% in più rispetto all’88% previsto dagli Obiettivi di sviluppo del millennio stabiliti dall'Onu nel 2000. Il rapporto prevede che, entro il 2015, il 92% della popolazione mondiale avrà accesso a fonti migliori d’acqua potabile.

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon ha dichiarato: “Abbiamo raggiunto un grande traguardo per tutte le persone del mondo. Questo è il primo Obiettivo di sviluppo del millennio conseguito. Gli sforzi per ampliare le possibilità di accesso all’acqua potabile rappresentano un segnale concreto per coloro che hanno pensato che questi Obiettivi non fossero un sogno, ma uno strumento vitale per migliorare la vita di milioni di persone tra le più povere al mondo.”

Questa è una buona notizia specialmente per i bambini”, ha detto il Direttore generale dell’Unicef Anthony Lake. “Ogni giorno più di 3.000 bambini muoiono per malattie legate alla diarrea. Il raggiungimento di questo obiettivo segnerà una lunga via per salvare molti bambini”. Lake ha poi aggiunto che non è possibile cantare vittoria poichè il restante 11% della popolazione mondiale – 783 milioni di persone – non hanno ancora accesso all’acqua potabile e miliardi di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari. “I numeri sono ancora provvisori,” ha continuato, “ma il risultato annunciato oggi dimostra che gli Obiettivi di sviluppo del millennio possono essere raggiunti con volontà, sforzi e risorse”.

L'acqua potabile raggiunge il quartiere povero di Santa Maria Tres in Malabo, nella Guinea Equatoriale. Foto di Luc Gnago/Reuters.
L'acqua potabile raggiunge il quartiere povero di Santa Maria Tres in Malabo, nella Guinea Equatoriale. Foto di Luc Gnago/Reuters.

Il rapporto evidenzia che il mondo è ancora lontano dal raggiungimento dell’Obiettivo di sviluppo del millennio per quanto concerne i servizi igienici, ed è improbabile che ci si arrivi entro il 2015. Solo il 63% dei Paesi del mondo ha migliorato l’accesso ai servizi igienico-sanitari; secondo una proiezione si arriverà solo al 67% entro il 2015, ben al di sotto del 75% previsto dagli Obiettivi di sviluppo del millennio. Attualmente 2,5 miliardi di persone non hanno ancora accesso ai servizi igienico-sanitari. 

"Fornire accesso sostenibile a fonti migliori di acqua potabile è una delle cose più importanti che possiamo fare per ridurre le malattie", ha detto il Direttore generale dell’OMS Margaret Chan. "Ma questo risultato oggi è solo l'inizio. Dobbiamo continuare a garantire che questo accesso rimanga sicuro. In caso contrario, i nostri risultati saranno vani". Il rapporto evidenzia anche le sfide che restano da affrontare. I dati globali nascondono le grandi disparità tra regioni e paesi, e anche all’interno dei Paesi stessi.

Nell’Africa sub-sahariana, solo il 61% della popolazione ha accesso a fonti migliori di acqua potabile, rispetto ad oltre il 90% della popolazione che vive in America Latina, nei Caraibi, nel Nord Africa e in gran parte dell’Asia. Oltre il 40% della popolazione globale che non ha accesso all’acqua potabile vive in Africa Sub-Sahariana. Nelle aree rurali dei Paesi meno sviluppati, 97 persone su 100 non hanno acqua corrente e il 14% della popolazione beve acqua di superficie – per esempio da fiumi, stagni o laghi. Degli 1,1 miliardi di persone che defecano ancora all’aperto, la maggior parte (949 milioni) vive in aree rurali.

Anche nei paesi del gruppo “BRIC”, con una rapida crescita economica, c’è un gran numero di persone che pratica la defecazione all’aperto: 626 milioni in India, 14 milioni in Cina e 7,2 milioni in  Brasile. “Abbiamo raggiunto un traguardo importante, ma non possiamo fermarci qui,” ha detto il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon. “Il nostro prossimo passo è il più difficile, raggiungere le persone più povere e svantaggiate del mondo. L’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha riconosciuto l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari come un diritto umano. Ciò significa che dobbiamo assicurare che ogni persona al mondo ne abbia accesso”.

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