Diritti umani, le violazioni continuano

Amnesty International definisce il 2009 “un anno storico per la giustizia internazionale”. Ma prosegue la sanguinosa repressione del dissenso in Iran, in Cina e oggi in Thailandia.

27/05/2010

La giustizia globale colpisce sempre di più e con maggiore efficacia le violazioni dei diritti umani nel mondo, ma sono ancora troppe le persone tormentate da repressione, violenza e discriminazione. Si può riassumere così il Rapporto annuale 2010 di Amnesty Intrernational, che documenta la situazione dei diritti umani in 159 Paesi nel corso del 2009.

    Progressi ci sono stati. Il Rapporto definisce il 2009 “un anno storico per la giustizia internazionale”, nel quale “sono stati fatti passi avanti significativi per assicurare giustizia alle vittime e chiamare a rispondere del loro operato i responsabili delle violazioni dei diritti umani”. In Africa per la prima volta è stato spiccato un mandato di cattura da parte della Corte penale internazionale nei confronti di un capo di stato in carica, il presidente sudanese Omar Al Bashir. In Germania è stato arrestato il presidente delle forze democratiche di liberazione del Rwanda, Ignace Murwanashyaka. In Perù l'ex presidente Alberto Fujimori è stato condannato a 25 anni di carcere per gravi violazioni dei diritti umani risalenti al 1991.

    Queste le buone notizie. Ma restano i problemi. La sanguinosa repressione del dissenso in Iran, in Cina, a Myanmar e oggi anche in Thailandia; le chiusure dei governi di Arabia Saudita, Siria e Tunisia; gli omicidi illegali delle forze di sicurezza in Brasile, Colombia, Giamaica, Messico, Guinea e Madagascar. Negli Stati Uniti Amnesty lamenta le violazioni dei diritti umani relative al terrorismo. In Europa le principali discriminazioni vengono compiute a danno delle comunità rom, dei migranti e dei richiedenti asilo.

    “L'Italia”, denuncia il Rapporto, “ha continuato a espellere persone verso luoghi in cui erano a rischio di violazioni dei diritti umani”. Amnesty denuncia inoltre che ogni anno oltre 350.000 donne muoiono per complicanze legate alla gravidanza e fa notare che i livelli di mortalità materna in Burkina Faso, Nicaragua, Perù e Sierra Leone dipendono direttamente dalle violazioni dei diritti umani.

Roberto Zichittella
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