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ForumSad e "la gabbianella onlus" hanno lanciato un appello per la promozione del sostegno a distanza. Nonostante tutto...

31/01/2013

«Nonostante la crisi economica con tenacia e sacrificio più di 1 milione e 500mila italiani sono solidali con bambini, famiglie e comunità in situazione di povertà in tante parti del mondo. Attraverso il sostegno a distanza destinano loro in modo continuativo un contributo che si aggira intorno a 350 euro annuali. Si tratta di una cifra che a livello nazionale corrisponde a 500 milioni di euro di donazioni private l'anno».


Si apre così l'appello lanciato e firmato, nel corso di una presentazione presso la sala stampa del Senato della Repubblica, da parte di ForumSad, Forum permanente per il Sostegno a distanza, con "la gabbianella onlus", coordinamento per il sostegno a distanza: un appello al Governo che verrà, perché intervenga in modo tempestivo e concreto cominciando da una nuova legislazione della materia del sostegno a distanza che, così com'è, non rappresenta più la realtà odierna dei flussi migratori, delle ragioni della crisi economica a livello nazionale e globale, dei nuovi rapporti di forza che si sono creati sullo scacchiere della politiche internazionali.

«Nonostante la crisi sociale circa un migliaio di Organizzazioni formali e informali, in maggioranza di volontariato, mettono in pratica la generosità e si prodigano contro le povertà, per combatterne le cause».

D'altronde, i dati diffusi da Unicredit Foundation con Ipsos dipingono il quadro di un'Italia che ha nel volontariato non solo una risorsa umana imprescindibile con i suoi 4 milioni di "rappresentanti", ma anche un capitale economico che vale almeno il 4% del Prodotto interno lordo del Paese grazie all'impegno di oltre 235mila organizzazioni non profit (pari al 5,4% di tutte le unità istituzionali) e di 488mila lavoratori (pari al 2,5% del totale degli addetti).


Di tutta questa variegata e appassionata realtà non profit, il Sostegno a distanza, che in sé ingloba la più "vecchia" definizione "adozione a distanza", coinvolge almeno 1,5 milioni di bambini, solidali con bambini, famiglie e comunità in situazioni di povertà.

«Nonostante la crisi culturale moltissime scuole attivano progetti multiculturali e di cittadinanza attiva, attraverso gemellaggi e sostegni scolastici a distanza, grazie anche al prezioso contributo delle reti ELSAD (Enti Locali per il Sostegno a Distanza)».


La scarsa attenzione da parte delle istituzioni e gli investimenti pressoché insignificanti nel sostegno a distanza sono stati fino a oggi compensati da un impegno collettivo spontaneo e, per certi versi, superiore a ogni lecita attesa: segno, quest'ultimo, che della globalizzazione i cittadini italiani hanno fatto proprio il significato più intimo e profondo. Quello, cioè, di sentirsi oggi più che mai parte di un mondo: uomini e donne senza barriere che guardano oltre gli interessi del proprio "orticello", consapevoli e responsabili del significato che un piccolo gesto qui può cambiare un destino dall'altra parte dell'Oceano. 


«Nonostante la crisi del welfare milioni di bambini nel mondo sono nutriti, vanno a scuola, ricevono assistenza sanitaria e soprattutto hanno un futuro grazie al sostegno a distanza».

"Aiutarli sì, ma a casa loro", si diceva una volta e si sente ripetere oggi con crescente disprezzo nei confronti dei migranti. A mancare è la visione di insieme: il sostegno a distanza non genera solo ricchezza sul territorio dei Paesi del cosiddetto "Sud del Mond" ma può e deve costituire una risorsa anche per l'Italia: cittadinanza globale, educazione ai diritti nelle scuole, attivismo della società civile, attraverso i tanti sostenitori a distanza sono temi divenuti improcrastinabili. 

«L’Italia che crede nella Solidarietà quale strumento per superare le povertà, le loro cause e per costruire la società del futuro partendo da noi, vorrebbe poter contare su Istituzioni che realmente condividano, rafforzino e sviluppino in programmi e interventi politici le azioni solidali dei suoi cittadini, non solo sul territorio nazionale ma anche verso i PVS».

«Chiediamo quindi a chi si candida al Parlamento e nelle Istituzioni Locali di impegnarsi affinché con i loro comportamenti e con le azioni politiche possano promuovere la cultura e la pratica della solidarietà nel nostro Paese; rappresentare i valori di pace, di giustizia, di rispetto delle diversità, di condivisione, di fratellanza, di solidarietà soprattutto verso i bambini e i più deboli, che il popolo italiano del sostegno a distanza vive e propone da anni con continuità e passione».

«In particolare chiediamo a chi verrà eletto di promuovere: una nuova legge sulla cooperazione allo sviluppo che riconosca e valorizzi il sostegno a distanza come strumento valido e diffuso di cooperazione internazionale; 

la costituzione all’interno del Governo di un Comitato inter-istituzionale per la cooperazione allo sviluppo, strumento permanente di partecipazione, concertazione e proposta composto dai rappresentanti dei Ministeri coinvolti, delle regioni e province autonome, degli enti locali e delle reti di organizzazioni della società civile di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale, comprese quelle di sostegno a distanza, del commercio equo, del turismo responsabile e degli altri nuovi attori della cooperazione internazionale;

la costituzione di un soggetto terzo, come ad esempio un’ Autorità Garante Indipendente per il Terzo Settore, con compiti di promozione, di indirizzo e di verifica sulla trasparenza e coerenza, a cui siano esplicitamente attribuite le competenze sul sostegno a distanza e sia prevista la partecipazione delle reti delle organizzazioni di sostegno a distanza;

la destinazione di risorse, non solo finanziarie, per la promozione, la formazione e i progetti di sostegno a distanza, in particolare per quelli riguardanti l’infanzia;

il mantenimento e l’estensione di sgravi fiscali e agevolazioni a favore delle associazioni no profit e dei cittadini solidali in particolare».

Come? «Approvando una legge che renda permanente il 5x1000 (attualmente rinnovato ogni anno attraverso la legge finanziaria), senza il tetto massimo di 400 milioni;  

approvando un decreto che riporti le tariffe postali per le onlus a un costo di 0,0504 euro a invio;  

modificando la legge "Più dai, meno versi", innalzando il tetto delle donazioni deducibili (attualmente di 70.000 euro);  

abolendo l’Irap per il no profit».

Alberto Picci
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