26/09/2012
Qui sopra: l'Orchestra di Piazza Vittorio (Roma). In copertina: la Med Free Orkestra (Roma).
Sono ben 15 le orchestre multietniche discograficamente attive nel
nostro Paese, con 180 musicisti provenienti da 28 Paesi. Sono rappresentati tutti i 5
continenti. L’Italia conquista il primato europeo per questo genere di
ensemble. Questi sono i risultati dello studio sulle orchestre
multietniche, condotto per il “Meeting delle etichette indipendenti” da
Francesco Fiore, componente e leader della Med Free Orkestra di Roma, e
che viene presentato domenica 30 settembre a Faenza, nell’ambito del
Supersound Mei.
Il primato se lo aggiudica Roma, con 5 orchestre
presenti nel territorio cittadino: dalla ormai famosa e capostipite di
tale movimento l’Orchestra di Piazza Vittorio, alla Orchestra del 41°
parallelo, alla Precharija Orchestrar, dalla neonata Orchestra
Multietnica della Garbatella (Ogm) alla Med Free Orkestra (Mfo). “Non è
mai facile tenere insieme un’orchestra, specie se i componenti
provengono da molti Paesi diversi – ci dice Francesco Fiore leader della
Mfo e autore dello studio – ma quando si possiede un linguaggio
universale come quello musicale diventa tutto più facile”.
L'Orchestra di Porta Palazzo (Torino).
Non solo multietniche, le orchestre italiane sono anche poliedriche.
Sono infatti moltissimi i generi musicali suonati dalle bande prese in
esame da Fiore. Si va dalla musica mediterranea della Mfo, alle
contaminazioni rock e reggae dell’Orchestra di Piazza Vittorio, passando
per repertori di ispirazione balcanica, folk e post-punk. Un gran
calderone che raccoglie influenze da ogni parte del mondo, e che prende
forma in Italia non per caso. “Ovviamente, il primato positivo detenuto
dal nostro Paese proviene anche dal fatto che i flussi migratori che
hanno riguardato l’Italia, al contrario dei partner europei,
rappresentano un fenomeno alquanto recente” continua Fiore.
Un fenomeno
sociale quindi, oltre che musicale, da studiare e analizzare, per capire
le evoluzioni culturali a cui il nostro Paese va incontro. Molto varie
anche le motivazioni che hanno portato alla formazione delle varie
orchestra. Si va dalle motivazioni istituzionali, come nel caso
dell’Orchestra di Porta Palazzo, nata con il patrocinio del Comune di
Torino nell’ambito del progetto “Periferie”, a quelle volutamente
interculturali, per finire con quegli ensemble che sono diventati
multietnici in maniera spontanea e talvolta casuale. È il caso della Med
Free Orkestra, diventata orchestra multietnica un po’ per caso, solo
perché mancavano degli strumenti per completare la formazione e i
migliori candidati erano di origine straniera.
FamigliaCristiana.it - RedattoreSociale.it