Profughi, le lanterne della speranza

Un progetto di solidarietà per rendere meno dura la vita di 29.000 rifugiati eritrei, somali ed etiopi ospitati nei campi del Sudan Orientale. Dove vivono gli ultimi tra gli ultimi.

09/05/2011

Avere a disposizione una pentola a basso consumo, una semplice lanterna e un lampione possono rappresentare una rivoluzione all'interno di un campo profughi in Africa. Nelle zone tropicali il buio arriva presto e con le tenebre tutto diventa più difficile. Bisogna accendere i fuochi, che sono pericolosi. I bambini non possono studiare. Le donne diventano più esposte a molestie e violenze.

Ora, grazie al progetto Light Years Ahead, sarà meno dura la vita di 29.000 rifugiati eritrei, somali ed etiopi ospitati nei campi profughi del Sudan Orientale. Nei campi saranno installati 97 lampioni solari e verranno fornite 5.823 lanterne domestiche a energia solare insieme ad altrettante pentole a basso consumo (una per nucleo familiare).

La fornitura è resa possibile da un finanziamento di 480.000 euro donato da Prosolidar, il Fondo nazionale per progetti di solidarietà del settore del credito e dell'Abi, l'Associazione bancaria italiana). Con questa somma Prosolidar diventa il principale donatore, per il 2011, dell'UNHCR, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati.

«Siamo andati dall'UNHCR e abbiamo chiesto quale era il progetto più difficile da realizzare, quello in cui nessuno voleva metterci i soldi. Così abbiamo stanziato la somma per i campi profughi del Sudan, dove vivono gli ultimi fra gli ultimi», racconta Edgardo Maria Iozia, presidente di Prosolidar. Prosolidar, che si costituirà in Fondazione, conta 215.00 soci e il contributo è di 12 euro l'anno a persona (6 a carico del lavoratore e 6 a carico dell'azienda).

«È una grossa donazione, davvero necessaria in un momento di crisi economica dove il sostegno dei privati e delle aziende diventa fondamentale per continuare l'opera umanitaria», dice Laura Boldrini, portavoce dell'UNHCR. Il progetto “Light Years Ahead” (che verrà esteso anche all'interno di altri 12 campi africani gestiti dall'UNHCR) ha anche il merito di essere a basso impatto ambientale. Con le pentole a basso consumo si riduce fino all'80 per cento il consumo di legname, salvando 34.000 tonnellate di legna solo nel 2011.

Roberto Zichittella
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Postato da maria pia pastorino il 11/05/2011 21:33

per quanto riguarda i profughi,non si parla mai di effettive possibilità di lavoro.Io sono d'accordo sull'accoglienza ma sarebbe utile conoscere le reali offerte di impiego di queste persone sprovvedute che rischiano di cadere nelle mani della criminalità organizzata.

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