22/09/2010
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace.
«Abbiamo tanti modi per costruire la pace. Ma c'è una sfida più grande: costruire una nuova cultura nel nostro Paese». Parla Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della Pace. Lotti è intervenuto alla Giornata internazionale dell'Onu per la Pace e ha lanciato un nuovo progetto che culminerà con la Marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011. «L'Italia», dice, «non solo non è più impegnata per la pace. Attraversa una crisi culturale profondissima in cui dilagano l'individualismo, l'insofferenza alle regole, la crescita della corruzione».
Parte così un progetto che intende coinvolgere le scuole, il mondo dell'informazione e i giovani. Al centro di questo progetto ci sono sette valori: nonviolenza, giustizia, libertà, pace, diritti umani, responsabilità e speranza. «Sono valori dimenticati o infangati, tutti presenti nella nostra Costituzione», osserva Lotti, «che vogliamo rimettere al centro della società italiana».
L'auspicio è che le scuole possano avviare percorsi di ricerca e approfondimento su questi valori, per riscoprire il loro significato autentico, così da rivalutarli e rigenerarli. L'obiettivo è quello di raccogliere “il grande libro dei valori”, con idee, riflessioni e proposte.
Ai sette valori indicati dalla Tavola della Pace saranno dedicati sette forum in diverse città italiane programmati nel maggio 2011.
Anche il mondo dell'informazione è chiamato a fare la sua parte. «Non possiamo tollerare che la televisione distrugga ciò che la scuola costruisce», spiega Lotti. Ai media si chiede più attenzione non solo ai valori, ma anche a ciò che succede nel mondo. Una ricerca dell'Osservatorio Tg condotta dal 6 al 17 settembre dimostra, secondo Lotti, che «il mondo è analizzato poco e male». Con poca attenzione ai temi globali (nessuna notizia sul dramma delle alluvioni in Pakistan che hanno lasciato milioni di persone nella disperazione) e molte futilità.
«Sono dati inaccettabili, se questo è il nostro rapporto col mondo, così non può andare bene», commenta Roberto Natale, presidente della Federazione Nazionale della Stampa.
Roberto Zichittella