Vecchia o nuova, è sempre più povertà

Presentato il Rapporto 2012 (I ripartenti) curato dalla Caritas italiana e disponibile online. Dati, tendenze e possibili percorsi di risposta nella stagione della crisi.

19/10/2012

Nei primi 6 mesi di quest’anno, in 28 diocesi italiane sono transitate nei Centri d’ascolto delle Caritas oltre 22.000 persone: se questo trend resterà stabile fino a dicembre, si registrerà un incremento del 33,5% rispetto al 2011. Gli italiani che trascinano esistenze tribolate aumentano del 15,2% (passando dal 28,9 al 33,3%). I problemi di povertà economica crescono di oltre il 10% e s'impennnano del 44,5% – sempre in confronto con il primo semestre dello scorso anno – «gli interventi di erogazione di beni materiali per la sopravvivenza».

Sono alcuni dei dati, allarmanti e critici, evidenziati da I ripartenti, Rapporto su povertà ed esclusione sociale che Caritas Italiana rende disponibile sul suo sito (http://www.caritasitaliana.it). Chi si rivolge alla Caritas lo fa in moltissimi casi con un’ottica non assistenzialistica, ma per trovare un interlocutore e per cercare un’occupazione: infatti le cifre parlano di persone che richiedono ascolto personalizzato e inserimento lavorativo, aumentate rispettivamente del 34,5 e del 17%. Gli operatori, sottolinea il Rapporto, «riscontrano un nuovo desiderio di ripartire, espresso da molte persone in difficoltà: affiora la volontà di rimettersi in gioco, l’aspirazione a migliorare la propria situazione».

Questa foto e quella di copertina sono dell'agenzia Ansa.
Questa foto e quella di copertina sono dell'agenzia Ansa.

Ed è macroscopica (+ 122,5%) la quantità di attività di orientamento (professionale, a servizi, a opportunità formative, ecc.) proposta dall’ente caritativo della Conferenza episcopale italiana, così come le sinergie con altri attori sociali: cresce del 174,8% «il coinvolgimento di altre organizzazioni e soggetti terzi nella presa in carico della situazione personale e familiare», rileva lo studio, auspicando la promozione di «una sorta di “poverty lobby”, che sappia coagulare attorno a sé le più vitali ed autorevoli voci dell’arena cattolica italiana, in modo amplificare e valorizzare esperienze e sensibilità, giungendo a promuovere e sostenere politiche e risposte efficaci, sia in ambito pubblico che privato».

Foto Ansa.
Foto Ansa.

Povertà croniche e inedite, dunque, ma anche su possibili percorsi di risalita. «C’è anche qualche segnale di speranza, rappresentato dalle esperienze avviate in tutte le diocesi per cercare di rispondere ai crescenti bisogni e al moltiplicarsi delle richieste», fa notare don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana. Lo dimostra la grande vitalità delle comunità locali, che hanno avviato esperienze di ogni tipo per contrastare le tendenze della marginalità sociale.

Laura Badaracchi
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