Dal Senelgal al Ciad passando per Mauritania, Mali, Burkina Faso, Niger, Nigeria e Nord Del Camerum: è il Sahel, l'area africana maggiormente colpita dalla carestia che per tutto il 2012 ha messo in ginocchio 18 milioni di persone e almeno 1 milione di bambini a causa della malnutrizione. Le piogge di dicembre non sono state sufficienti a compensare il calo fino all'80% delle coltivazioni registrate lo scorso anno: riso, miglio, mais e cereali, alimenti base dell'alimentazione locale, hanno subìto una drastica riduzione. Italo Rizzi, direttore dell'
associazione di solidarietà e cooperazione internazionale Lvia, presente in Burkina Faso per cotrastare in prima linea gli effetti della carestia spiega come «Nella regione saheliana, l'80% della popolazione vive di agricoltura di sussistenza. La combinazione di siccità, alti prezzi dei cereali e degradazione ambientale, ha creato una situazione molto difficile in tutta l'area. Le famiglie più povere non hanno avuto il tempo di ricostruire le scorte per affrontare questa penuria di cibo. Oggi i prezzi del cibo restano alti e, nonostante le piogge, i contadini hanno forti difficoltà nel far ripartire la produzione agricola, in mancanza di sementi che sono state consumate durante la fase più critica. Ma stiamo lavorando con le comunità per rinforzare le loro capacità di risposta alla situazione di crisi». L'obiettivo di questa campagna "La carestia non è una dieta" è raccogliere 100mila euro: per avviare un progetto di sostegno e cura della malnutrizione che interesserà 1.500 bambini e aiutare 500 famiglie ad avviare la nuova campagna agricola in tre province del Burkina Faso. Dal 14 al 28 gennaio, chiunque può dare il proprio piccolo contributo inviando un sms del valore di 1 euro al 45599.