La mia famiglia è don Bosco

L'attività del Vis (volontariato salesiano) a Luanda, in Angola: aperta una Casa comunità per ragazzi di strada ed elaborate linee-guida per l'educazione dei più emarginati.

13/12/2011

A meno di una settimana dall’inaugurazione della Casa famiglia Michele Magone, a Luanda, nel quartiere di Mota, il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo) e i Salesiani di Don Bosco hanno presentato, sempre in Angola,  un documento intitolato "Viaggio alla scoperta del fenomeno dei ragazzi di strada di Luanda”. 

Tutto nasce dal progetto “Rafforzamento della rete di protezione sociale dei bambini e adolescenti più vulnerabili e marginalizzati di Luanda, nel Municipio di Sambizanga”, cofinanziato dall’Unione europea, che mira a migliorare e dare qualità al processo di accoglienza e reinserimento sociale dei ragazzi di strada, attraverso la formazione degli educatori, la ristrutturazione dei centri di accoglienza, la creazione di una rete in cui condividere le buone pratiche con istituzioni, Ong e associazioni che lavorino nella stessa area di intervento, oltre  il lavoro svolto direttamente con i ragazzi nelle varie fasi del loro percorso educativo. 


Il documento racconta e fissa nel tempo l’esperienza salesiana nel Paese, frutto della sinergia dei vari attori coinvolti nel processo di reinserimento sociale dei ragazzi: dagli educatori ai Salesiani, dai responsabili dei centri ai volontari del Vis in Angola, nonché di alcune realtà e istituzioni, presenti nel territorio, che si occupano della protezione e promozione dell’infanzia a rischio. 

Le linee guida sono state scritte con l’obiettivo, da un lato, di fotografare il fenomeno dei ragazzi di strada di Luanda, coinvolti nel processo di sensibilizzazione, accoglienza ed educazione globale, implementato dai Salesiani, con il supporto tecnico del Vis, e, dall’altra, di analizzarne l’efficacia educativa. L’analisi del fenomeno è stata sviluppata attraverso diverse tecniche: interviste dirette ai ragazzi incontrati sulla strada e accolti nei centri, osservazione partecipata delle attività educative e ludiche, osservazione diretta dello stile di vita dei ragazzi in strada, studio di casi, studio bibliografico e analisi qualitativa e quantitativa dei dati raccolti. 

Lo studio dimostra come la realtà del progetto influenza la vita dei ragazzi coinvolti, come i centri di accoglienza siano legati alla realtà politica, sociale e culturale di riferimento e come il reinserimento sociale e familiare dei ragazzi sia un percorso complesso e integrato. 
 La presentazione è stata occasione per raccontare l’esperienza Salesiana con i ragazzi di strada, cercando di capire come i valori salesiani vengono vissuti in questo tipo di contesto,  con particolare attenzione alla condivisione di punti di forza, buone pratiche, ma anche delle difficoltà incontrate. 


Spazio inoltre alle testimonianze dirette di educatori e soprattutto di ragazzi che, incontrati a vivere per le vie di Luanda, hanno scelto di abbandonare la strada e, al termine di un percorso di alcuni anni, sono oggi giovani responsabili, formati e pronti ad essere inseriti nel mondo del lavoro. Alla presentazione sono stati invitati rappresentanti delle Ong, delle Agenzie internazionali  e delle istituzioni locali in qualche modo interessati e coinvolti nei processi di protezione dell’infanzia e promozione dell’educazione e sensibilizzazione delle fasce vulnerabili della popolazione. 

A quasi due anni dall’inizio del progetto, questo evento è un’ulteriore testimonianza dell’impegno continuo del Vis e dei Salesiani di Don Bosco a difesa e promozione dell’infanzia vulnerabile, anche attraverso la diffusione di documenti che possano dimostrare il successo della metodologia educativa salesiana e facilitare la replicabilità della stessa. Il Vis in Angola è presente dal 1991 e opera nel Paese con interventi strategici in termini di promozione dello sviluppo umano, sempre in stretta collaborazione con i Salesiani. Al centro  dell’attività: i meninos de rua (bambini di strada) e più in generale i minori in condizione di rischio. A livello geografico, l’impegno si è concentrato in particolar modo in due Province: quella di Luanda (la capitale) e quella di Moxico (un'area rurale al confine con Zambia e Repubblica democratica del Congo).

Alberto Chiara
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