05/04/2010
la maggioranza delel persone pensa che le differenze socio-culturali fra uomini e donne, dette differenze di genere, si stiano progressivamente riducendo. L'opinione più diffusa è che maschi e femmine vadano verso l'omogeneizzazione, l'omologazione, la standardizzazione dei ruoli, dei comportamenti, delle possibilità di vita.
Questa rappresentazione contrasta pesantemente con la realtà, in particolare con quanto accade nella famiglia: l'esperienza di donne e uomini è quella del persistere di differenze fra i sessi, che sono, al tempo stesso, vincoli e risorse. A tali differenze va dato un senso, al di là delle ideologie ugualitarie che le hanno in qualche modo negate o rimosse.
Il presente Rapporto esplora le identità di genere (maschili e femminili), lungo il corso di vita individuale e familiare, nell’Italia di oggi.
E mostra come la famiglia sia ancora il luogo sociale in cui somiglianze e dissomiglianze nell’identità di genere trovano i loro significati e vissuti più profondi.
L’analisi è condotta da un punto di vista sociologico, demografico, psicologico e culturale, alla ricerca di quei fenomeni che possono rivelare una nuova coscienza e una nuova pratica del " fare famiglia" come relazione sessuata che deve realizzare la piena reciprocità fra i due gender.
Certamente, uomini e donne hanno un’uguale dignità umana, morale e giuridica, nella famiglia come nella società. Ma fino a che punto ciò comporta la costruzione di un’identità basata sulla pura e semplice convertibilità dei ruoli maschili e femminili, anziché sulla gestione delle differenze nell’appartenenza a un comune genere umano?
Il Quinto Rapporto esplora queste alternative, offrendo orientamenti culturali e di politica sociale per il futuro.