Addio don Gallo, prete degli ultimi

Aveva 84 anni. Il suo ultimo twitter: "Sogno una #Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna".

Il "prete di strada": tanto cuore, fede rocciosa, mille battaglie

22/05/2013
Da sinistra: il cardinale Angelo Bagnasco e don Andrea Gallo
Da sinistra: il cardinale Angelo Bagnasco e don Andrea Gallo

Quando andavi a trovarlo uscivi dal suo piccolo studiolo carico di idee e odore di pipa. Non smetteva quasi mai di fumarla e di tenerla in mano. E intanto parlava del passato e dell’oggi. Dei progetti in cantiere per il futuro. Don Andrea Gallo, morto oggi all’età di 84 anni, era un fiume in piena. Nella comunità di San Benedetto, da lui stesso fondata a Genova, per essere vicino ai più deboli, erano passati tutti: ex brigatisti ed emarginati, intellettuali e poveri, atei e credenti. Il prete dalle mille battaglie, spesso critico nei confronti della stessa Chiesa, ma con quella fede dura che spostava le montagne riusciva a dialogare con tutti. Nonostante la malattia che lo consumava, scavandolo sempre più platealmente, era riuscito quasi fino all’ultimo a stare al passo con i tempi e con i “suoi ragazzi” giovani e adulti. Tentava tutte le strade per farsi compagno di viaggio. Nel suo ultimo twitter, il 20 maggio, aveva scritto “Sogno una #Chiesa non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna”. Ed è proprio da lì che è arrivata anche la notizia della sua morte: “Ore 17.45 il cuore di Don Andrea Gallo ha cessato di battere, la comunità S.Benedetto e idealmente voi tutti siamo stretti intorno a lui”. 

Don Andrea Gallo.
Don Andrea Gallo.

Don Andrea Gallo era entrato nel seminario dei salesiani nel 1948. Nel 1953 era partito per le missioni in Brasile, ma era tornato in Italia durante il periodo della dittatura. Ordinato presbitero il primo luglio 1959 era stato inviato, un anno dopo, come cappellano nella nave scuola della Garaventa, riformatorio per minori. Da quel momento in poi la passione per l’educazione dei ragazzi non lo avrebbe più abbandonato, così come l’attenzione per il carcere e per i detenuti. Nel 1964 lascia i salesiani e si incardina come sacerdote diocesano. Il cardinale Siri, che allora guidava Genova, gli affida l’incarico di cappellano del carcere. Fra i due c’è sempre stata una vivace polemica cui spesso hanno fatto seguito trasferimenti di incarichi e parrocchie. Fino alla rinuncia di don Gallo al trasferimento richiesto dal cardinale Siri nell’isola di Capraia. Don Gallo viene quindi accolto dal parroco di San Benedetto al Porto, don Federico Rebora, e insieme a un piccolo gruppo dà vita alla Comunità di San Benedetto al Porto. 

Impegnato per la pace e nel movimento No Dal Molin, contro la costruzione di una nuova base militare a Vicenza, don Gallo non ha mai smesso di battersi contro l'emarginazione dei gay e contro l'omofobia, a favore della cittadinanza agli immigrati, per costruire una società più solidale, giusta e accogliente.



Annachiara Valle

Dossier a cura di Alberto Chiara
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Postato da lettrice il 05/06/2013 21:06

Più che dell'aborto don Gallo era a favore della autodeterminazione delle donne. Perché avrebbe dovuto portarle dove non volevano andare?

Postato da brunoi il 28/05/2013 15:05

com'é noto nessuno all'interno della Chiesa ha mai contestato Don Gallo per la Sua vicinanza ai poveri e agli emarginati anzi i Vescovi della Sua diocesi a cominciare dal Card.Siri aiutavano anche economicamente le Sue attivita'. Del resto di preti che si impegnano per gli ultimi ce ne sono a migliaia senza fare troppo rumore. Chi parlava di Don Puglisi prima che fosse ucciso dalla mafia? Le divergenze tra Don Gallo e la Chiesa erano di carattere dottrinale.Per esempio lui riteneva l'aborto lecito in particolari circostanze come quando accompagno'al consultorio per far abortire due donne extracomunitarie che altrimenti potevano rivolgersi alle mammane. Ma un prete non poteva indirizzartle ad un centro di aiuto alla vita o qualche struttura della Chiesa? Questo fu' il suggerimento del Card.Tonini quando Don Gallo confesso' quell'espisodio in un programma televisivo.

Postato da DOR1955 il 26/05/2013 14:19

Una sola domanda-riflessione: "Ma Gesù Cristo, il Cristo al quale dovremmo noi, tutti sedicenti cattolici fare riferimento, con chi andava a pranzo o a cena. Con i Sacerdoti del Tempio?". La risposta contiene la via da seguire; tutto il resto sono "orpelli" creati e voluti dagli uomini, compresi molti uomini di chiesa (di quella con la c minuscola)!

Postato da aldo abenavoli il 25/05/2013 12:08

Vorrei sapere da Famiglia Cristiana se Don Gallo e il cardinale Bagnasco da un lato, così come il Papa attuale e il suo predecessore dall’altro, sono espressione di due modi diversi di interpretare la stessa e unica religione o non sono piuttosto la prova evidente dello scisma sommerso che sta erodendo oramai da lungo tempo le fondamenta stesse della religione cattolica. unlaicoallaricercadellaverita.myblog.it

Postato da giorgio traverso il 24/05/2013 18:47

Nel suo modo di comportarsi,ci sarà stato qualche eccesso,però Don Gallo è sempre stato dalla parte dei più deboli.Cosa che dovrebbe essere comune,a tutti i sacerdoti e alla chiesa intera.Come è stato l'insegnamento di Gesù Cristo,che Papa Francesco sta cercando mettere in pratica. giorgio traverso

Postato da spark il 24/05/2013 12:58

Leggo sulla stampa che l'Avvenire, ha pubblicato la notizia della tua morte, nella 13ma pagina!!! Mi viene in mente il titolo di quel famoso libro di E.M. Remarque, "All'Ovest niente di nuovo"; vorrei parafrasarlo...ma per pudore...mi fermo qui. Ciao Don, ci mancherai!

Postato da Elena K. il 23/05/2013 22:43

Ciao, Don Gallo, in te saluto l'alba della Chiesa che amo. Da lassù continua a infonderci il tuo coraggio e la tua fede nella verità. Troverai Don Puglisi, che sta per diventare beato, pregate per noi. Troverai Fabrizio De André, cantate per noi un canto di consolazione e speranza. Troverai Dio, che si sta interrogando sul da farsi, digli di mandarci giù altri Santi a farci da faro in questo mare di guai, li sapremo riconoscere dal candore degli occhi e dalla purezza delle azioni. Grazie, Don Gallo, ciao, Elena

Postato da lettrice il 23/05/2013 17:26

Il grande amore di don Gallo (oltre al Vangelo) era la Costituzione Italiana. L'anno scorso ho partecipato ad un incontro in cui lui dichiarava tutta la sua sofferenza nel vedere così poco rispettata la carta fondamentale del popolo italiano, ma allo stesso tempo ho visto con quanta felicità ne commentasse alcuni passaggi. Da ricordare anche il suo entusiasmo per il movimento "Se non ora quando? " e la convinzione che le donne dovessero essere pienamente valorizzate nella chiesa.

Postato da luciocroce il 23/05/2013 09:05

Sulla figura di Don Gallo di possono avere opinioni diverse a seconda dei personali punti di vista. Credo, però, si possa convenire sul fatto che è stato una persona per bene e che le sue azioni, ispirate dall'amore per gli uomini e per il Vangelo, hanno permesso alla Parola di essere presente in settori ed ambienti da cui altrimenti sarebbe scomparsa. Si dirà: ma erano ambienti che si ponevano al di fuori dell'"ortodossia". Forse è così; ma noi credenti "osservanti" - chierici e laici - non portiamo alcuna responsabilità per queste "autoesclusioni"? Caro Don Gallo, speriamo di poterci rivedere nella Casa del Padre!

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