Il rettore di Maria Ausiliatrice a Torino: «Molti vengono per confessarsi»

30/05/2013
La facciata della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino
La facciata della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino

Sarà perché, a differenza di molte parrocchie, sono sempre aperti, anche la sera. E che c’è sempre un prete pronto a confessare e a celebrare la messa. Sta di fatto che mentre molte chiese si svuotano, i santuari sono sempre pieni. Una vitalità che dura da anni.
Chi li frequenta non di rado sfugge alle statistiche e alle iniziative organizzate, come pure ai piani pastorali delle diocesi. Eppure, si tratta di milioni di fedeli che affollano questi luoghi dove arrivano da soli o in gruppo. E non solo in occasioni delle grandi feste. Un popo­lo «insospettabile e non residua­le», l’ha definito il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco.

Fuori dai grandi circuiti di pellegrinaggio come Loreto, San Giovanni Rotondo, Padova e Pompei, i santuari mariani sono sparsi ovunque, da Nord a Sud, e accolgono migliaia di persone. Come la Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, casa madre dei salesiani dove il fondatore san Giovanni Bosco ha iniziato la sua opera per i giovani.

«Qui per fortuna arriva tantissima gente in qualsiasi periodo dell’anno», spiega don Franco Lotto, 70 anni, rettore dal 2008. «Nei giorni festivi vengono celebrate nove messe per un totale di quattromila fedeli. Inoltre abbiamo deciso di non chiudere la chiesa durante la pausa pranzo e lasciarla aperta tutto il giorno, dalle 6 del mattino alle 19. In questo modo molte persone possono venire a pregare».

Una vitalità testimoniata dai numeri che don Franco spiega così: «A differenza delle parrocchie dove ci si conosce di più qui conta molto l’anonimato che infonde anche un senso di maggiore libertà». Un altro aspetto importante sono le confessioni. Nella basilica ci sono venti confessori a turno ogni settimana. E non restano affatto inoperosi.

«Tantissimi fedeli vengono qui per accostarsi al sacramento della Riconciliazione», spiega, «sono aumentati ancora di più dopo le parole di papa Francesco che insiste molto sulla misericordia di Dio che è sempre pronto a perdonare se solo glielo chiediamo con cuore sincero. Qui in basilica sono arrivati alcuni fedeli che non si confessavano più da anni, anche dieci o venti, e mi hanno detto che le parole del Papa li hanno convinti a tornare a confessarsi. Forse è il modo molto tenero e umano del Santo Padre che ha "scongelato" il cuore di queste persone che non avevano il coraggio di avvicinarsi».

Antonio Sanfrancesco

Dossier a cura di Alberto Chiara
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