07/05/2010
In Italia sono 14,6 milioni le carte in circolazione con la funzione "revolving".
Dal 12 aprile scorso la Banca d’Italia, dopo l’inchiesta della Procura di Trani, ha deciso di bloccare nel nostro Paese nuove emissioni di carte di credito da parte delle società americane Amex e Diners. I due colossi del credito di plastica sono accusati di avere sistemi informatici permeabili a tentativi di riciclaggio e, nel caso di Amex, tassi d’interesse che sfiorano l’usura.
Si tratta delle cosiddette carte di credito revolving. Abbastanza diffuse in Italia, sono allettanti ma anche pericolosamente costose per chi ha scarsa dimestichezza con il denaro elettronico e per questo, spesso, sono state criticate dalle associazioni di consumatori. Sono 14,6 milioni le carte in circolazione da noi con la funzione revolving. Il boom di emissioni nel 2008, con un aumento del 7,2%. In calo invece, anche se lieve, è il valore delle operazioni concluse con le revolving: 10,6 miliardi di euro nel 2009 (-0,6% rispetto all’anno precedente) e 1,6 miliardi nei primi due mesi del 2010 (-7,7%). A differenza delle comuni carte di credito a saldo (in cui l’addebito delle somme pagate avviene di solito il 15esimo giorno del mese successivo all’acquisto senza l’aggiunta di interessi), le revolving consentono di rateizzare il rimborso del saldo di fine mese. Questo servizio però ha un costo che, visti anche gli importi generalmente ridotti delle transazioni, può apparire esorbitante.
L’ultima rilevazione della Banca d'Italia parla di una media del 17,37% per le operazioni fino a cinquemila euro e del 13,01% oltre questa soglia, valori che portano i tassi di usura rispettivamente al 19,51 e 26,05%. Non poco, se si tiene conto per esempio che per ottenere piccoli prestiti si paga normalmente tra l’8 e il 12% a seconda della finalità per cui vengono richiesti, ma pur sempre in linea con il resto d’Europa, dove però le revolving sono più diffuse.
Nel mirino delle associazioni dei consumatori, da Adusbef ad Altroconsumo, oltre ai tassi, anche il modo con il quale banche e finanziarie propongono a persone spesso inconsapevoli questo tipo di strumenti. In molti casi, infatti, i potenziali clienti ricevono direttamente a casa, per posta e senza aver fatto nessuna richiesta, la nuova carta revolving con nome e cognome già stampato sulla card e una somma a disposizione. Spetta al risparmiatore attivarla, sottoscrivendo contratti spesso poco chiari sui tassi effettivamente applicati alle anticipazioni di denaro. Se non arrivano direttamente al proprio indirizzo, il cliente viene intercettato in negozio dove compaiono cartelli ammiccanti che promettono di «comprare oggi e pagare tra tre mesi». Nel momento il cui si acquista un oggetto a rate o si chiede un finanziamento, viene proposta la carta revolving. Entrando, più o meno inconsapevolmente, in un meccanismo caratterizzato da poca trasparenza e costi elevati.
Antonio Sanfrancesco