La "manovra" del generale Jucci

Ex comandante dell'Arma dei Carabinieri e più volte Commissario straordinario, il generale Jucci analizza la manovra economica. E spiega dove tagliare.

Abbiamo scoperto che la crisi c'è

14/07/2011

In  Italia c’è una grave crisi economica. Dopo svariati mesi in cui gli italiani si sono sentiti dire che “… supereremo senza grandi scossoni …dovete essere ottimisti” e finanche che “taglieremo le tasse…”, l’acquisita consapevolezza della crisi da parte dei nostri governanti sembra già un successo.

Roberto Jucci, dall'Arma alle emergenze

JucciGià comandante generale dell'Arma dei carabinieri (1986-1989), Roberto Jucci è stato poi presidente della Commissione per la riforma del "sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica". Nel 2000 è stato nominato Commissario per l'emergenza idrica in Sicilia. Nel 2002 è passato alla struttura per le emergenze del Dipartimento per la Protezione civile, poi alla struttura di coordinamento e supporto ai commissari delle regioni colpite dall'emergenza rifiuti del ministero dell'Ambiente. Nel 2008 è stato nominato Alto commissario per la bonifica del fiume Sarno.
     Siamo arrivati al “vedo”: bisogna recuperare i soldi e raggiungere l’agognato pareggio del bilancio; non che questa sia una novità del momento, è sempre stato auspicabile “il pareggio del bilancio” ma oggi, se non vogliamo collassare, è giunto il tempo in cui non si può più rimandare il temuto appuntamento. Fin qui, ovviamente, tutti d’accordo. Il problema è come? E qui grandi economisti, illustri tecnici ed alti funzionari, con ricca dialettica e qualche sorriso di sufficienza, sciorinano numeri nei dibattiti televisivi, sui giornali, nelle conferenze stampa per concludere nella sostanza che… purtroppo bisogna fare sacrifici!

     Chi? E questa è la seconda cruciale domanda. Ho letto il provvedimento. Al di là dei tecnicismi e dell’analisi dei singoli articolati ho cercato di comprendere qual è la “base morale” sulla quale si fonda la manovra. Nelle nostre leggi si usa spesso il termine “gestione del buon padre di famiglia” per significare diligenza e correttezza nell’amministrazione. Io, nello svolgimento degli incarichi affidatemi dallo Stato, ho sempre dato un significato per così dire “estensivo” a tale locuzione ed ho ritenuto, specie ogni qual volta mi trovavo a dover assumere una decisione difficile, spesso impopolare, di assumere quale riferimento il comportamento che avrebbe tenuto un “buon padre di famiglia”.

     Ora mi viene alquanto difficile immaginare un buon padre di famiglia che ritiene morale e ragionevole risparmiare cominciando a diminuire le cure sanitarie ai propri figli, limitando i loro studi, e finanche riducendo le loro porzioni della cena, piuttosto che dare priorità all’eliminazione delle spese superflue di casa e dei propri lussi. Non mi sembra in tal senso che il provvedimento che ho letto sia pienamente rispondente al concetto del buon padre di famiglia, almeno non dei padri e delle famiglie che (grazie a Dio) ancora costituiscono il nucleo fondante della nostra società.

     Non vedo, nel provvedimento, tagli sostanziali ai costi della politica; giusto un timido accenno lì dove si elimina l’obolo aggiuntivo ai ministri o si limita la cilindrata delle auto blu; vedo invece significativi tagli “sociali”, ad esempio alle pensioni che, mi sembra, siano state definite “medio alte”. Vorrei osservare al riguardo che una pensione di 1400 euro lordi al mese corrisponde in tasca a poco più di 1.000 euro e, francamente, la catalogherei più bassa che media, specie in considerazione dei previsti aumenti di benzina, energia e servizi in genere.

     Vorrei essere concreto perché penso che un giudizio critico senza proposte alternative  si configura  solo come una sterile ed inutile lamentela. Premetto che l’esame dei provvedimenti non può essere esaustivo se non si conoscono esattamente le varie componenti del sistema politico – burocratico, sia a livello centrale che periferico, e ciò non solamente con riferimento ai singoli costi di Enti ed Amministrazioni, bensì anche considerando le loro competenze  ed i servizi, o genericamente i benefici, che ne hanno i cittadini. Presumo e spero che tale analisi, che necessita di un prioritario e complessivo censimento di tutti gli Enti e della loro consistenza, sia stato effettuato dai “saggi” prima di procedere alla redazione di provvedimenti così probanti come quello in esame. 

(1. continua)
  

Roberto Jucci
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Postato da giorgio traverso il 16/07/2011 22:55

Scusate,serve essere degli economisti,per arrivare a certi risultati?Dal 1948 non è cambiato niente.Due più due fà quattro.Dove è piu facile prelevare soldi?Dai pensionati e dai lavoratori.Mi auguro solo che il popolo italiano,abbia un sussulto,e batta un colpo.
giorgio traverso

Postato da dino avanzi il 16/07/2011 14:28

Condivido pienamente ciò che ha scritto Kocise. Come possiamo fare noi cittadini per cambiare questa situazione che contrappone la casta dei politici ai cittadini? Siamo sicuri che l’opposizione avrebbe fatto una manovra di segno molto diverso? La sinistra sulla maggior parte di grandi e decisivi problemi ha le stesse posizioni della destra (liberalizzazione,sistema pensionistico, province, privilegi della casta…). La prospettiva finale è quella di un paese immobile. Come dice Kocise non ci rimane che partire dal basso e iniziamo pure a raccogliere le firme.

Postato da giogo il 15/07/2011 16:33

Anch'io sono intervenuto varie volte in commenti a tanti articoli...che dire ai colleghi lettori di FC ?? Parole Sante, SANTE PAROLE...nient'altro da aggiungere.Saluti

Postato da kocise il 15/07/2011 00:47

Come non si può non essere d'accordo con il generale! Proprio in questo momento si sta votando una manovra che sta massacrando tutti i cittadini che mette non solo le mani nelle tasche degli italiani,si porta via pure i pantaloni lasciandoci nudi. Una manovra che colpisce in modo devastante tutti i cittadini ad eccezione dei parlamentari che in dispregio di chi con estremo sacrificio li mantiene non tocca nulla di quelli che sono i propri privilegi (la notte scorsa una parte dei parlamentari di maggioranza per non aver tolti alcuni privilegi quali i doppi incarichi ha minacciato di non votare la fiducia alla manovra- enorme esempio di senso di responsabilità). In un altro messaggio postato in un altro articolo ho fatto varie proposte tra cui quelle espresse dal generale. Credo che a questo punto si può fare soltanto una cosa. Operiamo dal basso: un pool di esperti predisponga una legge costituzionale che dimezzi il numero dei parlamentari , che elimini le provincie e che accorpi i comuni tra di loro riducendoli ad un quarto. Poi tramite giornali, social network, organizzazioni sindacali e associazionismo si raccolgano un numero di firme senza precedenti che appoggino la legge e si pretenda dal Presidente della Repubblica il rispetto della volontà popolare. Le opposizioni sono avvisate. Questa maggioranza è senza vergogna, dimostrino di essere diverse. Nel frattempo l'attuale premier impegnato in tutt'altre faccende farebbe meglio a lasciare l'incarico ed a liberarci della sua presenza.

Postato da lino giorgi il 14/07/2011 22:24

certo molto chiaro e nessuno puo' non dire semplicemente ragionevole.Ma come faccio a farlo capire a quei signori li ?

Postato da santrev il 14/07/2011 22:10

Improvvisamente abbiamo scoperto la crisi. Chi ci governa, fino a pochi mesi fa, ci raccontava un sacco di storie, forse meglio dire balle, circa l'andamento economico della nazione. Sono trascorsi oramai dieci giorni che il nostro premier non si fa vedere. Ma come? La nave affonda e lui se ne sta in una delle sue ville, a fare che poi? Abbiamo avuto in questa occasione la conferma della scarsa capacitá di governare del nostro premier. Come abbiamo potuto appurare durante la presentazione di quest'ultima manovra, il suo interesse era rivolto a quella variante che lo salvaguardava nei suoi interessi, piuttosto che essere interessato a trovare una soluzione ai problemi economici della nazione. Credo che per il bene della Italia debba dare le dimissioni al presto, l'Europa da troppo tempo lo considera una macchietta e i mercati hanno bisogno di credibilitá. Purtroppo ed amaramente, devo dire che Indro Montanelli ce lo aveva anticipato: Berlusconi va prima di tutto conosciuto per poi evitarlo. Oggi purtroppo abbiamo constatato che egli non é altro che un piazzista arricchito. Ma per capirlo abbiamo dovuto aspettare di vedere il baratro della crisi.

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