Topolos, il mago dell'animazione

Intervista con Paul Topolos, disegnatore della Pixar. Già uno con un cognome così non poteva non dedicare la vita ai cartoni animati. Ma sentite che cosa prevede per il futuro...

02/06/2011
Paul Topolos
Paul Topolos

Parlare di computer graphic e di 3D sembrava una formula magica accessibile a pochi. Oggi, due anni soli dopo Avatar, il 3D è materia di base per molte professioni e scuole, insieme ad altre tecniche come il matte painting o il rendering . Di quale mondo tecnologico si tratti e di quali siano le prospettive abbiamo discusso con Paul Topolos , il giovane e leggendario disegnatore della Walt Disney-Pixar durante il workshop che egli ha tenuto all'università di Torino presso il laboratorio multimediale Quazza, in preparazione al convegno europeo di View Conference che si terrà nella città subalpina dal 21 al 28 ottobre. Per farci capire come si lavora a Hollywood Topolos proietta “Partly Cloudy” il corto che veniva proiettato prima di “Up”. Entrambi affrontavano il tema del volo anche se da un'ottica molto diversa.

UNa scena del cartone “Ratatouille”, prodotto dalla Pixar.
UNa scena del cartone “Ratatouille”, prodotto dalla Pixar.

Paul, come nascono queste creazioni di sfrenata fantasia: uomini- nuvola che scolpiscono i bambini che verranno trasportati dai pennuti?
«Con il lavoro di squadra. Nessuno lavora solo e nessuno fa una sola cosa. Siamo in tanti e tutti andiamo dal regista con il nostro contributo come quelli che vanno ad una festa portando una bottiglia di vino. Tu sai che il tuo vino è ottimo, ma il regista deve fare funzionare la festa e magari non lo gusta così. In quel corto abbiamo trasformato in emozioni il volo delle cicogne dentro le nubi . E tutti dovevamo condividere quelle emozioni. Controllare che fossero vere. Abbiamo lavorato come pazzi. Personalmente mi sento sempre come quei bambini che preparano un disegno per la festa della mamma. Pensi di avere fatto un capolavoro, ma quando lo vedi con gli occhi degli altri, in questo caso del regista, lo ridimensioni». Il regista era Peter Sohn, un asiatico-americano che ha corretto senza pietà gli schizzi che i colleghi gli portavano per “Parzialmente Nuvoloso”. In “Ratatouille” Sohn era invece la voce di Emily e dentro “Up” il personaggio asiatico-americano gli somigliava moltissimo. Ecco cosa vuol dire Topolos quando parla di fare squadra.

Un,immagine tratta dal fim “Gli Incredibili”.
Un,immagine tratta dal fim “Gli Incredibili”.

Sohn ha recitato, diretto ed è servito come modello per un protagonista di”Up” e gli altri modelli?
«I modelli ci sono sempre, partiamo da individui veri, da cose vere , oggetti inanimati cui diamo espressività. Tra “Gli Incredibili” c'era il mio amico Bill e tante persone che ho tratto da quelle foto di matrimoni dove hai una scelta di tipi umani davvero infinita. Sui quali poi lavori col custom brush. Altro esempio: c'è un personaggio ricoverato in un letto d'ospedale? Fotografo il mio cuscino, il mio materasso e poi giù col software di ritocco a creare immagini, impressioni emozionanti».

Paul Topolos durante il workshop che ha tenuto all'università di Torino.
Paul Topolos durante il workshop che ha tenuto all'università di Torino.

Ti emozioni col computer...
«Inizio sempre dagli occhi, col custom-brush  di cui ne possiedo tanti, insomma col ritocco immagine. Gli occhi sono il fondamento del personaggio. Basta che pensiate al robot di Wall-e ai suoi occhi che  mi sono venuti in mente usando un canocchiale. Con il matte painting poi posso aggiungere tutta la scenografia che voglio. Ma attenzione , non è facile come sembra. Il grande pericolo è finire di  disegnare una carta da parati Thundafunda (marca americana di arredamento debordante di decorazioni fatte di fiori, conchiglie e paesaggi,n.d.r). Noi non facciamo arredamento, facciamo arte, poesia».

Il cartone "Wall-e", che Topolos considera il proprio capolafvoro.
Il cartone "Wall-e", che Topolos considera il proprio capolafvoro.

Grazie alla digitalizzazione delle pellicole, si sono pure creati capolavori in cui si è offerto al pubblico esperienze visive che hanno reso vero l'inverosimile...
«Il mio capolavoro, quello che mi ha più coinvolto emotivamente, resta Wall-e, l'ultimo robot rimasto sulla Terra che per 700 anni raccoglie immondizia impilandola in alti muri . In quell'immondizia trova una vecchia videocassetta di “Hello Dolly” che guarda e riguarda fino a innamorarsi. S'innamorerà del robot Eve ed il messaggio è che l'amore è il nostro salvatore».

Un fotogramma del film "Cars2", di prossima uscita.
Un fotogramma del film "Cars2", di prossima uscita.

Torniamo al matte painting , la tecnica digitale che ha cambiato tutto. Si pensi che fino a “Gli Aristogatti” servivano grandi lastre di vetro da colorare ad olio e sovrapporre. Walt Disney ha sempre lavorato così. Oggi avete software per fotoritocco, graphic tablet e quantaltro. Paul , dove andremo con il cinema di animazione?
«La tecnologia ha uno sviluppo velocissimo, impossibile da profetare. Il software di Avatar che comportò esborsi stravaganti ha oggi costi accessibili alle scuole. Il che significa che tutti potranno creare. Emergeranno cervelli nuovi e giovanissimi. Perchè serve sempre un cervello d'artista per creare. Dietro i capolavori dell'animazione ci sono intelligenze eccezionali. Io so che il mutuo della casa non la pago grazie al computer, ma grazie al mio cervello».

Paul Topolos a Torino durante una dimostrazione di computer-grafica.
Paul Topolos a Torino durante una dimostrazione di computer-grafica.

Topolos a quel punto vuole convincerci e chiede ad una ragazza di prestare il suo volto che lui vuole illuminato dalla luce solare. Si aprono le tapparelle e Paul si mette all'opera col suo custom brush (ne possiede innumerevoli) . Il ritratto della ragazza è fantastico e lui col suo brush la fa ridere e poi piangere. La fa vivere. Ma non lo regala, né a noi, né a lei. Nessun artista lo fa. Poi spiega: «Il tema è il castello. Su Google cliccate castles e sceglietevi il vostro.” Lui si sceglie il suo fra i mille disponibili. Cliccate skies , e poi stormy skies. Scegliete il cielo giusto, aggiungete altro (qualcuno inserisce il drago sputafuoco che c'è nel castello di Cracovia), cambiate le torri, abbassate quelle torri, sostituite il cancello. Cambiate la stagione, fate nevicare, aggiungete alberi fioriti oppure dei fulmini. E attenzione alla luce!!!!La luce è tutto. Da dove arriva la luce se siamo al tramonto? Se il Sole tramonta dietro il castello come rendiamo interessante un castello scuro?».

Il workshop cui siamo stati invitati è finito e Paul Topolos vola a Parigi ad inaugurare la sua mostra di acquerelli con cui illustrerà un libro per bambini.

Ida Molinari
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