Caro hacker, ti fermo così

L'iniziativa dell'eurodeputato italiano Motti per garantire la sicurezza dei dati personali su Internet. Il Parlamento europeo ne discute sulla base delle analisi di un esperto che...

Una "scatola nera" per Internet

19/10/2011
Fabio Ghioni e l'eurodeputato Tiziano Motti.
Fabio Ghioni e l'eurodeputato Tiziano Motti.

Una “scatola nera” per Internet: un sistema che, come per gli aerei, possa dirci la verità di quanto accaduto su web. E' l'iniziativa lanciata al Parlamento Europeo che, se approvata, potrebbe pestare parecchi piedi in un ambito che finora rappresenta il regno dell'anarchia oltre che del virtuale.

    A chi, a sentir parlare di controllo, vien voglia di evocare l'incubo di un Grande Fratello e invoca libertà assoluta per la moderna tecnologia che ha annullato distanze spazio-temporali, uno dei massimi esperti mondiali di sicurezza, Fabio Ghioni, risponde che i big brothers ci sono già e impiegano un personale che potrebbe indisturbato vendere a chicchesia i nostri dati o modificarli per qualche ragione.

     Fabio Ghioni è la mente del progetto presentato dall'europarlamentare dell'Udc Tiziano Motti. Ghioni è l'ex capo della sicurezza informatica di Telecom balzato alla cronaca per gli 8 mesi in carcere con l'accusa di illecite incursioni. Oggi è l'hacker più famoso d'Italia ed è scrittore e conferenziere di fama mondiale. Si intrattiene a lungo a raccontarci l'altra faccia delle “magnifiche e progressive” nuove tecnologie.

     Sottolinea: “C'è stata la sfida della comunicazione globale, ora la sfida è il controllo”. Ghioni ricorda che gli Internet Service Provider gestiscono i dati personali dei cittadini, che al momento possono registrare, conservare, modificare. Dopo poche parole guardiamo a FaceBook con occhi nuovi pur non demonizzando nulla. FaceBook, come gli altri social network, raccoglie dati ma anche preferenze e informazioni che spontaneamente l'utente offre sul piatto d'argento del suo profilo. Ghioni ci fa riflettere: con estrema scioltezza, tra l'inconsapevole e l'irresponsabile, si affidano preferenze, confidenze al personale che sta dietro il sistema e che esercita su profili o quant'altro un assoluto arbitrio.

     Per non parlare dei tanti abilissimi hacker di cui Ghioni ha scritto nel suo libro Hacker republic del 2009, che conserva tutt'oggi il valore di denuncia e di messa in allerta che aveva allora. Parliamo dei professionisti della rete in grado di scovare password e rubare dati ma dovremmo parlare di cracker che per definizione sono hacker con obiettivi truffaldini.

     Incassate tutte queste considerazioni, vale la pena di valutare il sistema elaborato da Ghioni, che si chiama LogBox e prevede un'archiviazione dati di due anni con criteri che vogliono assicurare diritti e libertà fondamentali del cittadino.

Fausta Speranza
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