Gravidanza, erbe e integratori

La convinzione che i rimedi naturali siano innocui è infondata. E quando si aspetta un bambino bisogna fare ancor più attenzione. Ecco come

23/02/2012

I rimedi naturali non sono considerati da tutti allo stesso modo, per alcuni sono validi in caso di utilizzo preventivo, di riequilibrio generale dell'organismo, e possono funzionare per risolvere una serie di disturbi per i quali i farmaci di sintesi risulterebbero superflui, per altri, invece, sono una vera e propria alternativa ai farmaci. Spesso, i rimedi a base di erbe e piante medicinali, sono utilizzati con più leggerezza poiché vengono ritenuti privi di rischi: si tratta di una convinzione sbagliata in quanto anche erbe e piante officinali possono risultare nocive o inadatte al nostro organismo. Vedi allegato.


In caso di gravidanza o allattamento bisogna prestare ancor più attenzione, particolari sostanze di certe erbe possono attraversare la placenta e causare danni più o meno gravi alla futura mamma o al piccolo.

Considerando i possibili rischi, è quindi assolutamente sconsigliata l'assunzione di erbe nel primo trimestre, così come non si assumono farmaci. Potrebbero causare malformazioni congenite (teratogenesi). Il periodo di maggior rischio va dalla terza all'undicesima settimana di gravidanza. E' bene comunque specificare che l'assunzione di queste sostanze possono avere effetti dannosi sul feto in qualsiasi periodo della gestazione. Superato il primo trimestre, se proprio si devono assumere delle erbe, si dovrebbero utilizzare per brevi periodi e sempre sotto controllo medico. Se determinate sostanze, come ad esempio una tazza di camomilla, sono assolutamente sicure per una donna incinta, molte altre possono provocare dei seri problemi.

Quanto agli integratori alimentari, alcuni sarà il ginecologo stesso a prescriverli; è il caso dell’acido folico, raccomandato a tutte le future mamme già da prima del concepimento e almeno fino al primo trimestre di gravidanza per la sua azione di prevenzione della malformazioni fetali a carico del tubo neurale, e laddove ritenuto necessario, del ferro.

A volte può rendersi necessaria anche un’integrazione di vitamine e sali minerali, ma quando è la mamma a sentirne il bisogno senza che il medico gliel’abbia prescritta è il caso che lo consulti per richiederne il parere. Le insidie sono in agguato anche quando si usano prodotti che di norma hanno effetti benefici (ad esempio un eccessivo introito di vitamina A può avere effetti tossici sul feto). C’è da ricordare, comunque, che gli integratori multivitaminici in gravidanza non devono essere assunti con il metodo del fai da te o con il passaparola.

Assolutamente da evitare anche miscugli erboristici dei quali non si conosca la composizione esatta o la provenienza; oltre a contenere sostanze nocive potrebbero essere contaminati da agenti inquinanti o pesticidi. Da evitare anche gli oli essenziali sia per uso interno che per uso esterno, soprattutto se a base di basilico, anice o rosmarino, mentre per l’uso di oli da massaggio a base di mandorle dolci o germe di grano per combattere le smagliature bisogna essere sicuri che il prodotto non contenga altre componenti nocive.

Alcune  erbe tuttavia possono aiutare ad affrontare diversi disturbi della gravidanza (nausea, acidità di stomaco, insonnia, stipsi, emorroidi).  Ecco un breve elenco, con un’unica raccomandazione: che sia un medico a impostare modi e tempi della terapia.
RAFFREDDORE: Rosa canina. Grazie all’apporto di vitamina C, è ottima per contrastare tutte le affezioni dell’apparato respiratorio.
TOSSE: Malva. Emolliente e antinfiammatoria, può essere associata a maggiorana sotto forma di infuso o di decotto dolcificato con miele.
FARINGITE: Salvia. Grazie alle sue elevate proprietà antimicrobiche, può essere utilizzata con acqua tiepida, per sciacqui e gargarismi del cavo orale.
NAUSEA, VOMITO: Menta. Ottimo è l’infuso, da sorseggiare durante la giornata o all’occorrenza, quando se ne avverte la necessità.
FRAGILITA’ CAPILLARE: Vite rossa. In varie formulazioni, favorisce la circolazione venosa. INSONNIA: Passiflora. Ha un’attività sedativa e antispasmodica; può essere associata a valeriana, la pianta sedativa per eccellenza.
ANSIA: Biancospino. Dalle proprietà calmanti, i suoi fiori sono utile in caso di agitazione e tachicardia

Per curare la cistite e non solo 
Un’erba decisamente “amica” della donna in gravidanza è la malva, una pianta di uso comune, ma con un potere emolliente e antinfiammatorio elevato. In caso di cistite, un infuso di malva (circa un litro al giorno) dà subito grandi benefici, senza provocare effetti collaterali. Sempre alla malva la futura mamma può affidarsi anche per i comuni malanni dell’inverno. Unita a salvia, eucalipto e lavanda è un validissimo aiuto contro il raffreddore. Basta spezzettare una manciata di foglie in acqua bollente e, mentre l’acqua bolle ancora leggermente, respirarne i vapori balsamici tenendo un asciugamano sulla testa: l’effetto sarà un’immediata decongestione delle mucose nasali. 

Il benessere in tavola
La fitoterapia della gravidanza si segue soprattutto mangiando: sfruttando le proprietà dei diversi alimenti, si possono contrastare alcuni disturbi caratteristici di questo periodo. Qualche esempio. La ritenzione idrica può essere prevenuta con cibi che favoriscono la diuresi, come un decotto di cipolle o un infuso di finocchi. I crampi possono essere contrastati con alimenti ricchi di potassio come banane, pomodori, patate. La stitichezza può essere combattuta mangiando kiwi ben maturi (il trucco è quello di mettere un chilo di questi frutti in un sacchetto di plastica con 2 o 3 mele: dopo quattro giorni avranno raggiunto la maturazione ideale).

Stefania Marchisio
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