Bambini: attenzione agli insetti

I consigli della Sitip-Società italiana di infettivologia pediatrica per affrontare una delle più fastidiose insidie stagionali.

Estate: piccoli nemici in agguato

17/07/2012

«Non c'è che una stagione: l'estate. Tanto bella che le altre le girano attorno. L'autunno la ricorda, l'inverno la invoca, la primavera la invidia e tenta puerilmente di guastarla». Così lo scrittore Ennio Flaiano, nel Diario degli errori, descrive il periodo dell’anno in cui le temperature sono più elevate e l’aria è più calda.

      A volte, però, proprio la stagione più propizia può celare insidie per la salute e il benessere delle persone più indifese, i bambini. Una delle più fastidiose è rappresentata dagli insetti, che in questo periodo si riproducono a ritmi frenetici.

     Trascorrendo gran parte del tempo all’aria aperta, sia in città che nei luoghi di villeggiatura, i più piccoli rischiano di diventare il bersaglio preferito di zanzare, tafani, api, vespe, calabroni e zecche.

Punture dolenti


• Gli insetti, che colpiscono le zone più esposte e scoperte del corpo, come viso, braccia, gambe, caviglie, mani, si dividono in due grandi categorie: quella che annovera api, calabroni, vespe, la cui puntura è soprattutto una reazione di difesa; quella comprendente tafani, zanzare, zecche, che pungono per succhiare sangue essenziale per la loro sopravvivenza.
• La saliva dell’insetto iniettata con la puntura determina il rilascio di istamina da parte dell’organismo. L’istamina è un mediatore chimico, che è implicato nei fenomeni allergici e infiammatori e che causa dolore pungente, bruciore, prurito.
• In generale, la puntura provoca una microlesione della pelle, che si presenta arrossata e caratterizzata da una crosticina puntiforme, corrispondente al diametro del pungiglione. Più raramente, le reazioni allergiche possono generare addirittura uno shock anafilattico, come succede talvolta con le punture di ape o di calabrone.

Precauzioni vincenti

     «Con poche, adeguate precauzioni adottabili dai genitori», afferma Susanna Esposito, presidente della Sitip-Società italiana di infettivologia pediatrica e direttore dell’unità operativa complessa Pediatria 1 del Policlinico di Milano, «è possibile evitare l’insidia o ridurne al minimo gli effetti negativi».

In particolare, la Sitip consiglia di: non vestire i piccoli con indumenti scuri, meglio camiciole e magliette a maniche lunghe, pantaloni lunghi, calzini e scarpe chiuse; non spruzzarsi profumi o lozioni forti, ma cospargere più volte la cute con prodotti ad azione repellente per gli insetti; munirsi di insetticidi di pronto, facile e sicuro impiego; non lasciare all’aperto avanzi di cibo e non sostare vicino a bevande o alimenti molto dolci; fare attenzione quando si cucina o si mangia all’aperto, specie in aperta campagna, e tenere chiuse le finestre di casa, i finestrini dell'auto, i contenitori dei rifiuti; sistemare le zanzariere alla finestra della camera dei bimbi o su culle e lettini; usare cautela in luoghi e ambienti (arnie per produrre miele, frutteti, vigne) che più di frequente ospitano nidi di api, vespe e calabroni; non stare all’aperto al tramonto o all’alba, quando solitamente gli insetti (soprattutto le zanzare) sono più reattivi; adottare gli accorgimenti del caso quando i baby praticano sport all’aperto, dato che il sudore e l’anidride carbonica espulsa con il respiro attraggono gli insetti; spiegare al piccolo di non lanciare mai oggetti contro un alveare, né di provare a farlo cadere; spiegargli inoltre che, se viene circondato da uno sciame, deve allontanarsi molto lentamente, senza tentare di scacciare gli insetti, perché i movimenti bruschi li eccitano e li rendono più aggressivi;  far rimuovere da personale esperto nidi di api, vespe o calabroni eventualmente presenti vicino a casa; infilare il bordo dei pantaloni all’interno delle calze, quando si cammina tra cespugli ed erba incolta; svuotare l’acqua nei sottovasi di balconi e terrazze dopo l’annaffiatura.

Inoltre: fare in modo che il bimbo non gratti, sprema o incida la sede della puntura; non somministrare farmaci per bocca, se non su indicazione del pediatra; ricordarsi che i repellenti da cospargere sul corpo o sui vestiti sono efficaci contro tafani e zanzare, ma non sembrano funzionare nei confronti di api, vespe e calabroni.

Insetticidi chimici, meglio di no

     «Per quanto riguarda gli insetticidi», puntualizza la professoressa Esposito, «meglio non ricorrere a quelli chimici, in quanto possono irritare gli occhi e le vie respiratorie. Se capita di utilizzarli, è importante aerare i locali per almeno mezz’ora».
  

     «Possono invece essere lasciati accesi anche tutta la notte», aggiunge la specialista, «i piccoli dispositivi elettrici che emettono ultrasuoni, non fastidiosi per l’orecchio umano, ma intollerabili per gli insetti. Vanno bene pure i classici zampironi o le candele alle essenze naturali, tipo citronella e geranio. Vanno usati solo all’aperto e devono essere sistemati in punti non raggiungibili dai piccoli».

Shock anafilattico, che fare?
• Rimuovere prontamente il pungiglione in caso di puntura di ape: il sacco di veleno ad esso attaccato si svuota in 2-3 minuti.
• Le persone a rischio, che hanno già manifestato reazioni in precedenza, dovrebbero avere sempre a portata di mano preparazioni di adrenalina predosata in siringa autoiniettabile.
• Nel caso dei bambini, portarli subito al più vicino pronto soccorso per gli opportuni rimedi, comprendenti la somministrazione di adrenalina, cortisonici, antistaminici.
• Tra le cure prestate in ospedale, c’è pure l’immunoterapia specifica con veleno purificato di imenotteri (api, calabroni, vespe): è in grado di prevenire successive reazioni avverse nel 95 per cento dei pazienti trattati.

Maurizio Bianchi
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