Adultescenza: gli aspetti critici

Si tratta di un neologismo applicato a tutti coloro che, pur avendo raggiunto biologicamente l’età adulta, presentano un’identità con tratti adolescenziali.

Nella crisi di coppia

30/07/2012

La vita di coppia e familiare non può infatti che risentire di uno stile indefinitamente “adultescente” dei protagonisti della relazione. La crisi è vissuta sempre più spesso come distruttiva e non maturativa: sembra perduto il senso della costruzione, della progettualità, che necessariamente passa attraverso fasi di reciproco adattamento perché è un equilibrio sempre nuovo, da ritrovare, sulla base della crescita personale e di coppia. Rinuncia e sacrificio sono avvertiti come sinonimi: il sacrum facere (anche in una dimensione laica), che passa attraverso la capacità di contenersi per qualcosa e per qualcuno, di scegliere positivamente per un progetto più grande accantonando chanche alternative, sembra essersi perduto; nell’immaginario di molti, o il partner è funzionale al proprio benessere “qui e ora” oppure non “serve” più ed è meglio dismettere la relazione al più presto, cercare qualcosa di nuovo più immediatamente appagante. Inoltre, quando l’esperienza della relazione di coppia si ritiene conclusa, non vi è spesso nemmeno la forza di cercare i necessari diversi assetti relazionali rispettosi della tutela prioritaria dei figli, soprattutto se minori di età, che sono i soggetti più vulnerabili.

I bambini vengono lacerati, tirati da una parte o dall’altra da genitori che non sanno contenere le proprie amarezze e delusioni al fine di proteggere il benessere dei figli; adulti immaturi che intendono “cancellare” l’altro dalla propria vita, eliminandolo anche nella stima e nell’affetto del figlio, senza soffermarsi ad ascoltare la sofferenza di questi; genitori “adultescenti” che coinvolgono nelle loro nuove relazioni i figli, senza attenderne i tempi, ascoltarne l’esigenza di metabolizzare la separazione, accorgersi della loro sofferenza nel veder sostituito così presto nella vita di un genitore l’altro, che è e resta per lui padre o madre.

I bambini nella crisi di relazione di coppia diventano allora oggetto di contesa e strumento di offesa, armi agite da adulti incontenibili (talvolta non solo i genitori ma anche i nonni che partecipano alla “guerra santa” contro l’ex partner del figlio/a). Ne escono lacerati, spesso con ferite profonde nella loro psiche e difficilmente rimarginabili, non sempre comprese dal genitore “adultescente”, accecato dal proprio narcisismo. Il genitore immaturo è fiero quando, per esempio, un figlio fa proprio il rifiuto dell’altro genitore da lui indotto e non si avvede del danno prodotto: il figlio non maturerà armonicamente, perché avrà mutilato una parte molto importante di sé, sarà portato nella vita a rifiutare tutti i rapporti che non riterrà appaganti. Non si considera in tal modo che quello alla bigenitorialità è un diritto di ogni persona, che ha anche a che fare con il diritto alla costruzione dell’identità personale.

Maria Beatrice Toro e Maria Giovanna Ruo
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