Decalogo e grande schermo

I Dieci Comandamenti, forse tra i temi di fede più affascinanti e maggiormente rappresentati nel mondo dell’arte e della letteratura contemporanea.

Un pretesto per parlare di altro

01/10/2012

Il cinema si è occupato del Decalogo già dalla metà degli anni Quaranta. Si intitola I dieci comandamenti un film in bianco e nero del 1944 di Giorgio Walter Chili (soggetto: padre V. Callisto Vanzin; sceneggiatura: G.W.Chili, Diego Fabbri, Pietro Germi, Enrico Ribulsi, padre V. Callisto Vanzin). I dieci episodi riprendono il dettato delle dieci regole sacre, affidando le rispettive interpretazioni agli attori più in voga del momento: “Non desiderare la roba d’altri” (Marina Berti, Carlo Campanini, Delia Branci); “Non desiderare la donna d’altri” (Amedeo Nazzari, Fermana Paolieri); “Non dire falsa testimonianza” (Elisa Cegani, Claudio Gora); “Non rubare” (Assia Noris, Otello Toso, Carlo Romano); “Non commettere atti impuri” (Rossano Brazzi, Loretta Lisi); “Non ammazzare” (Roldano Lupi, Delia Ornan, Nino Pavese, Aldo Silvani); “Onora il padre e la madre” (Vera Carmi, Ada Dondini, Ugo Sasso, Cesco Baseggio, Luigi Pavese, Bella Starace Sainati); “Ricorda ti di santificare le feste” (Massimo Girotti, Mariella Lotti); “Non nominare il nome di Dio Invano” (Valentina Cortese, Andrea Checchi, Adele Garavaglia); “Io sono il Signore Dio tuo” (Carlo Ninchi, Bianca Manenti). Al termine di ogni episodio segue un insegnamento moralistico sul comandamento narrato.

Girato a Roma in modo molto fortunoso durante l’occupazione dei tedeschi, il film fu messo in programmazione con evidente ritardo. Come per altre pellicole, l’idea di questa realizzazione venne anche – ma forse soprattutto – per evitare di dover obbedire all’ordine di aggregarsi alla Repubblica di Salò. Un altro motivo era legato al fatto che i tedeschi non esercitavano controlli pressanti sulle troupe che realizzavano film dal contenuto religioso. Il film, iniziato nella primavera del 1944, terminò nel 1945 e venne affidato a una distribuzione regionale. La critica del tempo ne parlò in questi termini: «Film a episodi carico di moralismo drammatico […]. Il regista piglia molto sul serio il contenuto dei vari motivi […]. Inquadrature leziose, piene di buone intenzioni, sproporzionate al livello della cronaca degli atti unici» (Fabrizio Sarazani, Il Tempo, agosto 1945). Così si espresse Ennio Flaiano: «Il clero ha trovato una via di mezzo tra il mondo e il cielo; esso parla del cielo con una moderazione odiosa. Ma il cielo è al di là di ogni misura; è tutto ciò che è forsennato, è violenza; ed è detto che cederà alla violenza degli uomini. Il clero cerca di accomodarlo al gusto del “mondo”, così ha scritto Julien Green nel suo libello contro i cattolici francesi, e non vediamo altro giudizio più favorevole per il film su I dieci comandamenti che il giovane regista C.W. Chili ha diretto. Tutto, in questo film, è accomodato al gusto del mondo, anzi al gusto e alle pretese di una determinata società, l’italiana, la quale esce alla fine benissimo rappresentata».

Marco Deriu
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare

Ultimi dossier pubblicati

%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati