Latte materno, crociata a New York

Il sindaco della Grande Mela promuove l'allattamento al seno: una scelta contro i produttori di latte in polvere. I benefici per la salute nei Paesi che scelgono l'allattamento naturale

Il sindaco di New York promuove l'allattamento al seno

03/08/2012

Il sindaco di New York vuole che le donne allattino i figli e per raggiungere lo scopo ha lanciato una delle sue controverse campagne, questa volta  contro il latte in polvere. La crociata di Micheal Bloomberg contro i biberon, esattamente come quella contro il fumo in pubblico e le razioni da un litro di bibite gassate servite nei ristoranti, è per favorire uno stile di vita più sano nella Grande Mela.   

Dal prossimo 3 settembre nei reparti di maternità di 27 dei 40 ospedali di New York, anziche offrire alle neo mammine un biberon «perché sarà molto più facile che rimanere in casa ad allattare» e tanti buoni sconto delle case produttrici di latte in polvere, verrà loro chiesto di valutare i reali vantaggi dell’allattamento al seno. Per fare sì che ciò avvenga verranno monitorizzate le bottiglie di latte artificiale utilizzate, e le eventuali razioni date ai neonati andranno motivate  con un parere medico. Il pediatra in pratica dovrà firmare la richiesta come accade per i farmaci con ricetta.   

«Non si tratta di un bando – ha spiegato ai media Allison Walsh del Beth Israel Medical center – ma di un controllo più attento e più specificatamente di un  tentativo di istruire le mamme sull'opzione migliore».  Alle donne che non ne vogliono sapere di un sindaco che si intromette nelle faccende private, Melissa Bartick dell’ U.S. Breastfeeding Committee spiega «Nei reparti di maternità non si può nemmeno toccare un battutolo di cotone imbevuto d’alcool se non si ha il diploma d’infermiera. Gli ospedali tengono tutto sotto chiave e alla domanda perché lasciano il latte in polvere a disposizione di tutti c’è una sola risposta: perché le case produttrici lo forniscono gratuitamente per acquistare nuovi clienti».   

«Buona parte dei medici – ha spiegato Bloomberg alle donne in rivolta – è d’accordo con me e considera la mia iniziativa una grande idea. I bambini allattati al seno crescono più sani perchè il sistema immunitario della mamma passa direttamente al figlio. L'allattamento al seno nelle prime settimane di vita aiuta il bambino a sviluppare il sistema digestivo  ed inoltre aiuta la donna a riprendersi dal parto».   

Spiegando che l’obiettivo dell’iniziativa non è di colpevolizzare le donne che non possono allattare, ma far capire alla grande maggioranza delle mamme che allattare un bimbo anche solo per un paio di settimane è sommamente importante, Bloomberg ha poi aggiunto: «Il latte artificiale è una soluzione accettabile quando le neo-mamme hanno difficoltà ad allattare, per motivi di salute o per problemi organizzativi. Se una donna non può allattatare, non può allattare, non ci sono problemi. Il problema sorge perché tante donne potrebbero allattare, ma non lo fanno perché le infermiere della maternità le convincono che è più facile preparare un biberon».   

L’ American Academy of Pediatrics concorda pienamente col sindaco di New York e ha ricordato ancora una volta alle donne che sarebbe opportuno allattare esclusivamente al seno i figli per i primi sei mesi, poi, se proprio si vuole smettere, cominciare per gradi  ad adottare il biberon.



                                                                                                     Mariuccia Chiantaretto

Orsola Vetri e Mariuccia Chiantaretto
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Postato da Gebe il 03/08/2012 12:46

Nella terza parte dell'articolo leggo: "L’Organizzazione mondiale della sanità afferma che l’allattamento al seno dovrebbe completarsi entro il primo anno di vita". No, l'OMS non afferma questo, anzi proprio il contrario: l'allattamento viene consigliato per i primi 2 anni e oltre, fintanto che mamma e bambino lo desiderano. Quindi evitiamo di far passare opinioni personali come raccomandazioni per le mamme.

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