Latte materno, crociata a New York

Il sindaco della Grande Mela promuove l'allattamento al seno: una scelta contro i produttori di latte in polvere. I benefici per la salute nei Paesi che scelgono l'allattamento naturale

Lo psicoterapeuta: "Meglio smettere entro l'anno".

03/08/2012

Allattamento al seno e fino a quando? Questo tema coinvolge molto le neo mamme che si trovano spesso tirate da una parte e dall'altra da diversi estremismi che impediscono di prendere una decisione equilibrata e consapevole. Un esempio è quello di Tiziana che ha scritto alla rubrica Essere Genitori di Famiglia Cristiana per chiedere consiglio riguardo alla sua scelta di allattare al seno suo figlio di 20 mesi. Scelta che crea  tensione col marito. Lei ancora attacca il bambino soprattutto per farlo smettere di piangere e per farlo addormentare. Il marito crede che sia il caso di smettere.

La risposta di Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta e padre di quattro figli, è molto chiara: «So già che la mia risposta provocherà molte reazioni contrarie. C’è chi pensa che allattare un bambino fino al secondo anno sia più che giusto e naturale. Però l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che l’allattamento al seno dovrebbe completarsi entro il primo anno di vita. Inoltre, la natura a partire dal sesto mese dà in dotazione ai bambini la dentizione, segnale che preannuncia la loro capacità di nutrirsi con cibi solidi e di poter abbandonare progressivamente la nutrizione esclusivamente lattea che fornisce loro la mamma».

Pellai ricorda a Tiziana che quello che succede a lei e al bambino è il risultato di un “apprendimento” che è diventato schema e abitudine, al quale il piccolo ora non è più in grado di sottrarsi né di rinunciare. «Sei tu che puoi fare la differenza, “sentendo” che il tuo bambino ha la capacità di addormentarsi anche se non si attacca al tuo seno. Per molte mamme questo passaggio è assai faticoso. Rinunciare a questi gesti di dipendenza, significa imparare a pensare il proprio bambino come “separato da sé” e quindi capace di farcela da solo. E per molte mamme, che quel bambino hanno cresciuto dentro il proprio corpo e poi nutrito con il proprio latte e coccolato, questa sensazione di “onnipotenza” legata a un amore infinito è difficile da abbandonare».

 Alberto Pellai ricorda a questa mamma in crisi che ha un alleato: il suo compagno che potrà aiutarla a dare una svolta: «Da stasera digli che tu farai un passo indietro perché ci penserà lui con il suo abbraccio e la sua dedizione paterna a portare il bambino nelle braccia di Morfeo. Da stasera, l’addormentamento a casa vostra sarà una questione tutta maschile. Per il papà non si tratterà di un compito facile, se non ha mai contribuito attivamente a questo rito, ma per tutti voi sarà l’inizio di una nuova stagione: quella dell’autonomia che il vostro bambino, grazie ai suoi genitori, comincerà a conquistarsi».

                                                                                                      Orsola Vetri

Orsola Vetri e Mariuccia Chiantaretto
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