Cure staminali: la piccola Sofia e gli altri

Complessi e controversi i casi dei pazienti affetti da malattie incurabili che chiedono terapie staminali. Il parere del ministro Balduzzi e della esperta di bioetica Assunta

La polemica e la risposta di Balduzzi

15/03/2013
Il ministro Renato Balduzzi
Il ministro Renato Balduzzi

Le polemiche sollevate intorno al caso della piccola Sofia sono state, però, molto aspre ed hanno coinvolto personaggi pubblici come Adriano Celentano che, sulle pagine del Corriere della Sera, aveva duramente criticato le disposizioni del Ministero, ed altri come Rosario Fiorello e Leonardo Pieraccioni che si sono fatti portavoce delle richieste dei genitori della bambina.

Il ministro Balduzzi si è però difeso con forza invocando il rispetto delle regole e della legalità. «C’è una costante attenzione da parte del Ministero sulla validazione scientifica di certe terapie e di ciò che bisogna fare affinché un metodo possa diventare una cura standard», ha puntualizzato. «Non è il Ministero a decidere se una terapia deve essere interrotta oppure no: nei mesi scorsi l'Aifa ha effettuato accertamenti ed ispezioni, mentre la magistratura ha aperto alcune inchieste sul caso della Stamina Foundation. E questi risultati hanno detto che il trattamento al quale era sottoposta Sofia era dannoso per la sua salute. Per questo la cura è stata interrotta».

La replica alle varie accuse ricevute è passata anche da un lungo messaggio sulla pagina personale di Facebook del ministro (https://www.facebook.com/balduzzi.renato), dove si legge: «Il caso di Sofia e dei bambini che hanno già avuto una prima infusione di cellule prodotte da Stamina è un caso del tutto particolare: con i genitori di Sofia e il loro legale abbiamo esaminato una serie di possibilità e concordato un percorso per trovare una soluzione concreta in tempi brevissimi, per venire incontro alla volontà e alle necessità della famiglia di continuare le infusioni …. Permettetemi però alcune precisazioni su molte delle cose che sono state dette, impropriamente, su questo caso, sia in tv che sui giornali e sui social network. Come ministro non ho il potere di far riprendere alcuna terapia con un tratto di penna, interferendo con le decisioni dell’autorità giudiziaria. L'atto dell'Aifa di bloccare le attività di Stamina presso gli Spedali civili di Brescia è un atto dovuto, e non certo perché ci sono delle irregolarità burocratiche … Nessuno sta facendo una guerra alle terapie staminali, che sono la frontiera della medicina di oggi e una grande speranza contro malattie terribili, e il Ministero è in prima linea nel supporto alla ricerca. In Italia ci sono numerose possibilità terapeutiche con le staminali ragionevolmente sicure e per questo già accessibili anche quando non hanno concluso l’iter delle sperimentazioni … Non c'è nessuna persecuzione nei confronti di Stamina e dei suoi responsabili. Le inchieste dei magistrati faranno il loro corso e fino a prova contraria vale la presunzione di innocenza. Ugualmente, il metodo Stamina va sperimentato e comprovato scientificamente e i suoi responsabili hanno il diritto e il dovere di farlo….L'accesso alle cure compassionevoli è un diritto di civiltà, ma anche i malati gravissimi, anche i malati terminali vanno difesi nella loro dignità: nessuno deve usarli come cavie, nessuno deve dare loro false speranze».

Dunque, il desiderio del ministro Balduzzi di chiarire la sua posizione nell’episodio è stato molto alto e, nella pagina Facebook, ha concluso dicendo: «sono stato attaccato anche violentemente da più parti e accusato di cose atroci in questi giorni. Ma mentre tanti strumentalizzavano Sofia per fare clamore mediatico o politico, facendo cattiva informazione sul caso e disinformando anche tanti di voi che giustamente vi siete sentiti in dovere di alzare la voce in difesa di Sofia, noi stavamo lavorando in silenzio per difendere lei e tutti quelli che soffrono come lei. Spero che lo abbiano capito i suoi genitori, che ringrazio ancora per ieri. Il resto non conta».                

Alessandra Turchetti
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