19/08/2011
Con la pratica, tipicamente gandhiana, del digiuno pubblico e della non violenza c'è un uomo che sta scuotendo l'India dalle fondamenta. L'uomo è Anna Hazare, 74 anni, un attivista sociale che da un ventennio porta avanti battaglie contro la corruzione nella politica e nella pubblica amministrazione del gigante asiatico.
Vestito di bianco come il Mahatma Gandhi (al quale, la prossima
settimana, sarà dedicato il primo volume dell'iniziativa “Uomini liberi”, in uscita sul n. 35 di Famiglia Cristiana, in edicola dal 25 agosto), Anna Hazare ha cominciato
oggi, venerdì 19 agosto, uno sciopero della fame pubblico di 15 giorni
in un parco di Delhi, circondato da migliaia di suoi sostenitori, molti
dei quali hanno affollato il parco sventolando la bandiera nazionale
dell'India.
Il braccio di ferro di Hazare con le autorità indiane dura da diverso tempo.
Lo scorso aprile Hazare cominciò uno sciopero della fame per chiedere
la creazione di un comitato incaricato di redigere una legge contro la
corruzione, da lui considerata la vera piaga della società indiana. In
aprile le richieste di Hazare raccolsero uno straordinario consenso
popolare e al quarto giorno di digiuno il governo accettò di istituire
un ombudsman, cioè un'autorità indipendente incaricata di indagare sui
casi di corruzione.
La versione finale della proposta di legge è stata presentata all'inizio di agosto, ma Hazare l'ha considerata una presa in giro.
La legge, infatti, esclude dalle competenze dell'ombudsman il primo
ministro e i vertici della magistratura. Perciò Anna Hazare ha
rilanciato il suo movimento di protesta con un nuovo sciopero della
fame. Le autorità gli hanno chiesto di digiunare solo per tre giorni e
con non più di 5 mila persone, ma Haraze si è rifiutato di prendere
questo impegno.
Così la mattina di martedì 16 agosto Hazare e alcuni suoi
collaboratori sono stati arrestati con l'accusa di turbare la quiete
pubblica.
Ma davanti alla prigione di Tihar, a Delhi, si sono radunate migliaia di
persone e il governo è stato bombardato di fax e messaggi di
protesta. Le autorità indiane, in grave imbarazzo, hanno rimesso in
libertà Hazare, il quale ora è libero di condurre la sua protesta contro
la corruzione, che considera “una seconda guerra di indipendenza”.
Il primo ministro Singh, pur riconoscendo che Hazare può essere mosso
da nobili ideali, ha dichiarato inaccettabile la sua sfida alle
autorità indiane. Tuttavia il Governo è preoccupato perché il
consenso raccolto da Hazare è molto vasto in tutto il paese, coinvolge
città e villaggi, giovani e anziani, ricchi e poveri.
Secondo una recente ricerca, la corruzione è costata all'India miliardi
di dollari e ha rischiato seriamente di frenare la crescita economica
del paese.
I più recenti casi di corruzione riguardano una serie di tangenti nel settore delle telecomunicazioni,
la pessima gestione dei Giochi del Commonwealth e uno scandalo per
gli alloggi destinati alle vedove di guerra e assegnati invece ad alcuni
funzionari pubblici che non ne avevano diritto.
Roberto Zichittella