13/05/2010
Gaia Trionfera, 9 anni, di Gubbio.
«Carissimo direttore, mi chiamo
Gaia, frequento la IV elementare
e sono violinista, o meglio
lo vorrei diventare». Ha
solo 9 anni Gaia Trionfera, ma sa benissimo
come vorrebbe essere tra dieci. «Per me la
musica è tutto, quando suono sono felice»,
spiega. Per questo la bimba ha scritto al nostro
giornale. Sa bene che per crescere ha bisogno
di continuare a studiare con grandi
maestri, e nel nostro Paese le occasioni, nella
musica classica, non si sprecano.
Abbiamo incontrato Gaia a Gubbio, dove
frequenta la scuola Montessori, e l’abbiamo
seguita durante la sua giornata. È una bambina
solare, che non si separa mai dal suo violino,
nemmeno in classe, come se fosse un peluche.
Nell’intervallo suona per le compagne,
nel chiostro della scuola. Le note escono con leggerezza, come per gioco, ma ti emozionano
e ti incantano. Come il suo sorriso.
Gaia ha cominciato a studiare violino a tre
anni, col metodo Suzuki. Oggi, deve studiare
lo strumento almeno tre ore al giorno. La sua
vita è parecchio complicata. Vive a Gualdo Tadino,
in campagna, col papà Marco, disegnatore
progettista in cassa integrazione, e la
mamma Rosabianca, insegnante di pianoforte,
che le ha trasmesso la passione per la musica.
La mamma ha scuole e allievi sparsi tra
Gubbio, Terni e Roma, e Gaia la segue, col
suo violino.
Tre giorni la settimana frequenta
la scuola a Gubbio, poi si sposta a Terni,
dove è seguita gratuitamente dalmaestro Lorenzo
Fabiani, e infine a Roma, dove suona
nella IuniOrchestra dell’Accademia di Santa
Cecilia, «perché per lei è importante fare anche
orchestra», ci spiega la madre. Spesso
mangia un panino in macchina, tra uno spostamento
e l’altro, e si mette in pari con i
compiti nel fine settimana.
«Per Gaia si fa questo e altro», ci spiega la
direttrice della scuola, Francesca Cencetti,
«deve garantire un minimo di ore di presenza,
ma i suoi risultati sono eccellenti, in tutte
le materie. Del resto il metodo Montessori valorizza
i talenti, non li vede certo come un limite.
La sua passione è un arricchimento
anche per i compagni».
La mamma la segue sempre. «Ho
lasciato il posto fisso per lei, perché
credo che un talento come questo vada
assecondato», ci spiega. Un anno fa Gaia è
stata notata dal grande Pavel Vernikov,
che insegna al Conservatorio di Vienna e alla
Scuola di musica di Fiesole. Il maestro
l’ha invitata a frequentare il corso di Alto perfezionamento
della scuola toscana. L’occasione
della sua vita. Ma per farlo Gaia ha bisogno
di una borsa di studio e di uno sponsor.
Quella che ha ottenuto, che le consente di essere
seguita una volta al mese, scade a gennaio.
E poi ha bisogno anche di un violino
nuovo. «Il maestro ci ha chiesto di seguire un
corso a Salisburgo, ma sono spese che non ci
possiamo permettere», continua la madre.
Le
chiediamo se tutto questo è necessario, se
Gaia per essere felice ha bisogno di sradicarsi
da Gubbio, lasciare la sua scuola, i suoi
compagni. «A Gubbio Gaia non può restare.
Noi musicisti siamo nomadi, perché la musica
è del mondo. Per essere felice Gaia deve
crescere, e non può aspettare». Studia anche
danza classica, non farebbe altro che suonare
e danzare. «La mamma mi ha insegnato a vivere
la musica come un gioco, credo di essere
nata per questo, voglio vivere di pasta e violino
», ci spiega con semplicità, mentre sistema
l’inseparabile astuccio del violino e lo zainetto
con i libri di scuola nell’auto, la sua casa
viaggiante, come testimoniano le briciole sul
sedile. «La mia più grande paura? Di perdere
questa passione. Ma non succederà mai».
Simonetta Pagnotti