05/08/2011
Il professore Luigi Campiglio.
1. Il 15 settembre 2008, con il fallimento di Lehman Brothers, si aprì una crisi sistemica che per sei mesi, fino al marzo 2009, tenne con il fiato sospeso tutto il mondo: quella in corso ha ormai tutte le caratteristiche di una nuova crisi sistemica globale.
2. Oggi come allora i due sentimenti che guidano i mercati sono la ricerca di grandi guadagni e la paura: allora come oggi la risposta non può che essere politica, con un immediato coordinamento dei governi dei grandi Stati europei, in aggiunta alle azioni di ogni singolo Stato. Già Obama ha provato a introdurre nuove regole per un ordinato funzionamento dei mercati finanziari con la legge Dodd-Frank, approvata il 21 luglio 2010, ma oggi appare evidente che quei provvedimenti sono stati più deboli del necessario, per le pressioni di chi - in cerca di grandi guadagni - favorisce la memoria corta, e soprattutto non sono stati seguiti da provvedimenti analoghi in Europa.
3. La paura da parte delle famiglie e dei piccoli risparmiatori è il sentimento che va da subito estirpato, perché significherebbe buttare al vento risparmi faticosamente messi da parte con grandi sacrifici: per chi ha depositi liquidi questo non è certamente il momento per arrischiarsi a comperare a prezzi apparentemente bassi ma soprattutto per chi ha investito in titoli di Stato non c’è alcun motivo per aver paura ed è meglio aspettare la scadenza naturale dei titoli oppure attendere che la tempesta sia passata.
4. I depositi liquidi sono protetti dal Fondo interbancario di tutela dei depositi per un importo fino a 100 mila euro: per eliminare del tutto il timore delle famiglie e rafforzare l’argine contro le code di residue paure sarebbe opportuno innalzare questo limite e contemporaneamente creare un meccanismo attraverso cui le famiglie possano, nel caso di esigenze di liquidità come l’acquisto di una casa, ottenerne la disponibilità mettendo come garanzia titoli di Stato a lunga scadenza valutati a prezzi precedenti dell’attuale crisi.
5. E’ evidente che in una situazione di emergenza come l’attuale, il governo deve dimostrare il suo potere decidendo “sullo stato di eccezione” e sul “cosa si debba fare per superarlo”, secondo la formula di Carl Schmitt, un filosofo del diritto e dello Stato ben noto ai membri più competenti di questo Governo.
6. L’errore più grave per il nostro paese sarebbe che il Governo non riconoscesse “lo stato di eccezione” come tale e non agisse di conseguenza: il primo provvedimento è certamente quello di rinviare le ferie parlamentari e mettersi da subito all’opera per dare al paese le certezze che domanda e aprendo immediatamente una discussione sul futuro, individuando misure immediate, come quelle accennate, e a medio termine che consentano di attraversare la fase più difficile.
7. Il nodo centrale, tante volte affermato a parole quanto dimenticato nei fatti, è la crescita del Paese, ma certamente non si può crescere in un clima di così grande incertezza come quello attuale. Un miglioramento del sistema di sicurezza sociale, anche con forme nuove che valorizzino le virtù sociali del cooperare insieme – e non certo il suo ridimensionamento – è la premessa di un quadro di stabilità da cui possa germogliare nuova vitalità e ottimismo per il paese.
Luigi Campiglio, professore ordinario di "Politica Economica" all'Università Cattolica di Milano