La morale "fai da te"

Il "Primopiano" pubblicato sul N. 32 di Famiglia Cristiana in edicola e in parrocchia: "Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Stupisce la mancata indignazione della gente".

03/08/2010

La questione morale agita il dibattito politico dal lontano 1981, da quando cioè – undici anni prima di Mani pulite – l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer, ne parlò per primo. La Seconda Repubblica nacque giurando di non intascar tangenti, di rispettare il bene pubblico, di debellare malaffare e criminalità. Bastano tre cifre, invece, per dirci a che punto siamo arrivati. Nel nostro Paese, in un anno, l’evasione fiscale sottrae all’erario 156 miliardi di euro, le mafie fatturano da 120 a 140 miliardi e la corruzione brucia altri 50 miliardi, se non di più.

    Il disastro etico è sotto gli occhi di tutti. Quel che stupisce è la rassegnazione generale. La mancata indignazione della gente comune. Un sintomo da non trascurare. Vuol dire che il male non riguarda solo il ceto politico. Ha tracimato, colpendo l’intera società. Prevale la “morale fai da te”: è bene solo quello che conviene a me, al mio gruppo, ai miei affiliati. Il “bene comune” è uscito di scena, espressione ormai desueta. La stessa verità oggettiva è piegata a criteri di utilità, interessi e convenienza.

    Se è vero, come ha detto il presidente del Senato Renato Schifani, che «la legalità è un imperativo categorico per tutti, e in primo luogo per i politici, e nessuno ha l’esclusiva», è altrettanto indubbio che c’è, anche ad alti livelli, un’allergia alla legalità e al rispetto delle norme democratiche che regolano la convivenza civile. Lo sbandierato garantismo, soprattutto a favore dei potenti, è troppo spesso pretesa di impunità totale. Nonostante la gravità delle imputazioni. L’appello alla legittimazione del voto popolare non è lasciapassare all’illegalità. Ci si accanisce, invece, contro chi invoca più rispetto delle regole e degli interessi generali. Una concezione padronale dello Stato ha ridotto ministri e politici in “servitori”. Semplici esecutori dei voleri del capo. Quali che siano. Poco importa che il Paese vada allo sfascio. Non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il “dominus” assoluto.

    Che ne sarà del Paese, dopo la rottura avvenuta tra Berlusconi e Fini? La scossa sarà salutare solo se si tornerà a fare “vera” politica. Quella, cioè, che ha a cuore i concreti problemi delle famiglie: dalla disoccupazione giovanile alla crescente povertà. Bisogna avere l’umiltà e la pazienza di ricominciare. Magari con uomini nuovi, di indiscusso prestigio personale e morale. Soprattutto se si aspira alle più alte cariche dello Stato. Giustamente, i vescovi parlano di «emergenza educativa». Preoccupati, tra l’altro, dalla difficoltà di trasmettere alle nuove generazioni valori, comportamenti e stili di vita eticamente fondati.

    Contro l’impotenza morale del Paese, il presidente Napolitano ha invocato i «validi anticorpi» di cui ancora dispone la nostra democrazia e la collettività. Famiglia, scuola e, soprattutto, mondo ecclesiale sono i primi a essere chiamati a dare esempi di coerenza e a combattere il male con più forza. Anche di questo si dibatterà a Reggio Calabria, dal 14 al 17 ottobre, nella 46ª edizione delle Settimane sociali dei cattolici italiani. Dei 900 delegati, 200 sono giovani. Una scelta. Un investimento. Un piccolo segnale di speranza.

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Postato da vincenzo55 il 08/08/2010 19:58

Non vi sono solo i ministri servitori di SB, ma anche i vertici militari. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30.4.2010 "Adeguamento del trattamento economico del personale non contrattualizzato a decorrere dal 1° gennaio 2010" (G.U. n. 173 del 27.7.2010) è stato pubblicato l'aumento dello stipendio del 3,09% ai Generali/Ammiragli e Colonnelli. Voi scrivete sempre bene dei militari siano essi degli eroi e/o lacchè. Qualche volta scrivete anche dei loro difetti, sprechi e privilegi. Grazie.

Postato da 45credocosi il 06/08/2010 21:28

Signor Andrea Annibale, questa volta sono io a ringraziarla per la risposta che ha voluto dedicarmi ed inoltre desidero rappresentarle la mia totale condivisione a quanto ha voluto comunicarmi. Mi scuso per aver frainteso una parte del suo contributo al quale ho risposto, purtroppo frettolosamente. Ma non importa. Vengo inoltre ad esprimere altra condivisione per il suo successivo intervento che sintetizzo in “historia docet”. La parte più interessante del suo ragionamento, in sintesi, è quello di richiamare tutti noi ad un comportamento più responsabile, meno superficiale per essere maggiormente consapevoli dell'importanza della nostra presenza nella vita sociale e politica per non lasciare campo libero a chi tende ad influenzare negativamente ed a comportarsi in maniera rovinosa e disonesta. D'accordo, non c'è che dire, però dovremmo augurarci di coinvolgere in ogni territorio i parroci per un più coraggioso dialogo con le persone per rivalorizzare la famiglia, la solidarietà, i rapporti fra individui anche di opinioni diverse senza porre all'indice alcuno, ma ricomponendo quel dialogo sociale tanto importante e necessario per ricostruire una generale armonia. A me piacerebbe rivedere nei giorni di festa le parrocchie nuovamente gremite di gente attente ad ascoltare il sacerdote dal pulpito. Questo non è un attacco di bigottismo, ma il desiderio di ritrovare la nostra comunità unita, malgrado le normali diversità. Non rileggo quanto le ho scritto, quindi eventualmente scusi qualche imperfezione di scrittura. Un caro saluto 45.

Postato da luciocroce il 06/08/2010 20:11

Egregio Direttore, prendo spunto da alcuni commenti per qualche ulteriore riflessione Perchè siamo arrivati a questo punto? Personalmente, sono dell'avviso che possano aver avuto un' influenza non irrilevante i cambiamenti che ci sono stati nella Chiesa negli ultimi decenni. Negli anni '60/'70 la Chiesa riteneva che tra i Suoi compiti vi fosse anche quello di contribuire a creare non certo il Paradiso in terra ma, per quanto possibile, una società un po’ meno ingiusta; pensò, così, essere suo dovere formare coscienze in grado di ragionare sui problemi della società alla luce del Vangelo. Successivamente – è storia nota – si è verificato un significativo ripensamento dei contenuti del Vaticano II, probabilmente anche per il timore che stessimo assumendo caratteristiche proprie delle confessioni protestanti; si è, quindi, ritenuto opportuno procedere a lenti, continui aggiustamenti in senso preconciliare con la conseguenza, tra le altre, che il laicato ha assunto nuovamente un ruolo passivo (salvo alcuni “movimenti”,che rappresentano comunque delle minoranze, anche se ottimamente organizzate) e l'obbedienza è tornata ad essere la virtù per eccellenza (“perinde ac cadaver”!). Siamo, poi, diventati sospettosi e timorosi, per cui "il nuovo" ci fa quasi sempre paura e ci sentiamo continuamente sotto attacco, a volte a ragione, ma altre volte forse esageriamo un po’.... La bella, generosa Chiesa del Concilio e degli anni immediatamente successivi alla sua chiusura era indubbiamente una Chiesa - pur con tutti i suoi limiti, errori e difetti da non sottacere - maggiormente partecipe della condizione umana, capace di amare nel contempo il Signore e le persone e che - pur essendo sicuramente consapevole di essere portatrice di una verità extratemporale - si sentiva comunque nella stessa barca con gli uomini e le donne del Suo tempo. Era una Chiesa che si sforzava di essere, almeno in molte sue parti, come la fontana del villaggio di una volta – era una espressione che usava il caro ed ormai dimenticato Papa Giovanni - una fontana che offriva la sua acqua a tutti, indistintamente, senza discriminazioni e disinteressatamente, non per calcolo opportunistico, ma per mettere a disposizione di tutti, “vicini” e “lontani”, la Grazia del Vangelo. Papa Giovanni – nonostante per cultura e formazione fosse un "tradizionalista”- ebbe l'intuizione di capire che era necessario per la Chiesa abbandonare l'impronta anacronistica risalente al Concilio di Trento in base alla quale - per citare solo qualche esempio - la libertà era una iattura, i giudei erano perfidi, le donne inaffidabili, la scienza un pericolo e le dittature, purchè cattoliche, un accettabile sistema di governo. Col Concilio ci sforzammo, quindi, di passare da una Chiesa prevalentemente "istituzione" a una Chiesa che fosse anche, come allora si era soliti dire, "popolo di Dio in cammino", nella quale largo spazio avrebbe dovuto essere dato all'esercizio della carità e del servizio. Il laicato quindi, all’epoca, si sentiva coinvolto e partecipe; certo, la partecipazione può a volte creare – come in effetti creò - anche dei problemi. ma non è comunque preferibile ad una piatta, acritica acquiescenza? Avere un laicato consapevole e responsabile presuppone, evidentemente, anche la possibilità di una fraterna dialettica, che non dovrebbe spaventare. Ma quand'anche il ritorno alla Chiesa pre-conciliare riempisse di nuovo le chiese, siamo sicuri, così operando, di fare la cosa giusta? La Chiesa del passato, oltre a tantissimi meriti, ha avuto a volte pure comportamenti discutibili (per i quali, non a caso, Papa Giovanni Paolo II ha chiesto pubblicamente perdono): è stata, infatti, anche la Chiesa delle crociate, dell'Inquisizione, della Croce usata come una spada, dei tanti casi Galileo che si sono periodicamente ripetuti nel corso dei secoli, della religione che talvolta sconfinava nella magia, della lotta senza esclusione di colpi contro chiunque avesse un' opinione "diversa", a qualsiasi titolo (e non serve dire che anche “gli altri” si sono macchiati di analoghe colpe: “gli altri” sono “altri”, noi avremmo dovuto – e dovremmo! – comportarci in maniera diversa, perché siamo cristiani! E se così non fosse, quale sarebbe allora la differenza?). E poi, questa attenuazione della carica propulsiva del Concilio è forse servita a mitigare la crisi nella quale ci dibattiamo non - si badi bene - dagli anni successivi al Vaticano II, come sostengono i suoi abili ed influenti detrattori, bensì da molto tempo prima (come ben sa chiunque conosca un po' di storia della Chiesa)? Ed è da “nostalgici”, da sognatori che vivono con la testa tra le nuvole pensare che se i semi del Concilio fossero stati fatti liberamente fruttificare ci troveremmo ora a vivere in una Chiesa, ed anche in un mondo, forse un po’migliori e con prospettive meno fosche di quelle che si stanno affacciando all’orizzonte? Ed allora, c’è da sorprendersi se, nel nostro Paese in particolare, non riusciamo più ad essere "il sale della terra"? Cari saluti, lucio

Postato da Andrea Annibale il 06/08/2010 18:53

Buongiorno, Ciao gentilissimi Don Antonio e Don Giusto, oggi, leggendo due articoli di storia (historia docet! Mi spiace di non aver fatto Scienze politiche ma Giurisprudenza!) sull'Osservatore Romano (Il vescovo Pontefice che affrontò Napoleone di Antonio Filipazzi e Quella partita con due vincitori di Umberto Muratore), ho preso consapevolezza di come la Chiesa sia veramente il bene supremo da difendere, da custodire, insomma da avere a cuore. Nella storia vediamo continuamente il tentativo di alcune forze politiche ed economiche di appropriarsi del cristianesimo, di usarlo, di controllare la Chiesa, di manipolarla, distorcendo ed usando a proprio comodo il messaggio cristiano. Insomma, i lupi e i mercenari di cui parla il Vangelo! Quindi ho pensato all'editoriale di Famiglia Cristiana intitolato "Morale fai da te". Sì i mercenari sono i professionisti di questa morale fai da te! La libertà della Chiesa intesa sia come istituzione sia come comunità dei credenti, libertà che poi significa ed equivale a salvezza, è il bene supremo per cui lottare per un cristiano che voglia dirsi autentico. E Don Bosco esortava ad essere buoni cristiani ed onesti cittadini. E cosa significa questa formula, questa endiadi, se non che dobbiamo amare e preservare la Chiesa? I nemici sono interni dice Papa Ratzinger, sono cattolici che manipolano invece di ubbidire, usano invece di servire, si avvantaggiano anziché umiliarsi. Sono essi stessi immagine dell'Anticristo, che, come falso profeta, è parte, almeno apparentemente ed in modo autoreferenziale, della Chiesa stessa. Ecco, devo dire che ho capito meglio l'opera che fa Don Sciortino dirigendo con coraggio Famiglia Cristiana e lottando per la libertà della comunità cristiana e che ci infonde un messaggio di amore, di coraggio, di fiducia, di speranza. Come ha detto il Papa Benedetto XVI – riportato sul citato Osservatore Romano - "L'esempio di serena fermezza dato dal Papa Pio VII ci invita a conservare inalterata nelle prove la fiducia in Dio, consapevoli che Egli, se pur permette per la sua Chiesa momenti difficili, non la abbandona mai". Grazie infinite e di cuore a tutti voi sacerdoti autentici e coraggiosi che vi prendete cura di noi piccolo gregge. Ciao a tutti.

Postato da Stefano Guidi il 06/08/2010 12:28

Caro Direttore, grazie per il Suo coraggio. Talvolta mi domando se sono io "fuori contesto": temo sia così. In questa democrazia rappresentativa i cittadini hanno le loro responsabilità, i loro "individuali conflitti d'interessi". Il desiderio di approfondimento è cosa rara e i media non aiutano la riflessione. Da sempre manca una politica per la famiglia - elemento strategico in un contesto di immigrazione/integrazione come questo - ; manca un indirizzo nella politica delle risorse strategiche (il lavoro dei giovani, le fonti di energia; l'acqua); una politica fiscale equa: a parte i condoni, ci rendiamo conto che si stà passando da un principio di progressività della contribuzione a un principio di proporzionalità che - di fatto - limita enormemente le politiche di redistribuzione del reddito ? Mi domando: queste sono cose di destra, di sinistra o di buon senso ? Grazie Direttore, Lei - per me - è una persona libera. Stefano Guidi

Postato da andrea luca il 06/08/2010 06:54

A chi lancia accuse alla rivista di cattocomunismo inviterei a rileggere il discorso della montagna (Mt 5-7) ma va bene anche il vangelo di Luca, ideali ai quali il direttore di Famiglia Cristiana cerca di rifarsi molto di più di altri politici od esponenti ecclesiastici. Che poi la nostra sinistra non sia un toccasana è senz’altro vero, e neppure la vecchia DC è immune a critiche. Cosa possiamo fare? Partiamo dal vangelo: ognuno di noi operi con spirito di servizio, pensi al bene comune e non ad accumularsi tesori che non si porterà dietro, sappia sull’esempio di Cristo resistere alle tentazione del maligno e non cercare la ricchezza, l’orgoglio del potere, il piegare gli altri al nostro volere. Concretamente qualcuno l’ha saputo fare o almeno ci è andato vicino (De Gasperi, La Pira, Moro): che i nostri giovani politici possano essere loro imitatori, e che noi possiamo riottenere il voto di preferenza per poterli votare. Andrea

Postato da vinicio il 06/08/2010 02:35

Condivido in pieno l'articolo. complimenti!

Postato da Andrea Annibale il 06/08/2010 01:14

Gentile utente 45credocosi. La ringrazio della Sua risposta molto rispettosa ed equilibrata al mio intervento. Io sto dalla parte di Fini il cui ruolo mi sembra persino eroico nel momento attuale un po' drammatico. Anche a me come a un editorialista del quotidiano La Stampa Berlusconi pare un Napoleone un po' suonato e stordito dall'evolversi degli eventi. Non ho nulla da aggiungere a quanto Lei dice salvo una piccola puntualizzazione. Io non descrivo gli evasori come vittima di un sistema gravoso ed ingiusto. Questo l'ha sostenuto proprio Berlusconi da cui dissento. Ho solo detto che non è umanamente possibile portare a "zero" cioè estirpare del tutto l'evasione perché il costo marginale dell'attività repressiva supera il ricavo marginale della lotta all'evasione stessa. E' necessario quindi fare tutto il possibile contro l'evasione e lodo l'impegno quotidiano dei finanzieri onesti (c'è anche qualche mela bacata). Ciao. Andrea Annibale

Postato da Giorgio Pizzeghello il 05/08/2010 22:30

Mi riconosco pienamente nella sua amara lettura. Quando ho letto l'estratto del suo editoriale mi sono venute in mente due cose: 1 anche stavolta Famiglia Cristiana si fa sentire, senza curarsi delle reazioni da parte di chi ritiene che un settimanale cattolico non debba esprimere opinioni in questo campo, men che meno "queste opinioni" 2 mi sono sentito anch'io tra quelli che, pur soffrendo per il momento che stiamo vivendo, non manifesto questo sentimento e contribuisco a rinforzare il clima di rassegnazione di cui lei parla. Grazie e saluti.Giorgio Pizzeghello

Postato da 45credocosi il 05/08/2010 11:32

Signor Andrea Annibale, ho letto con molta attenzione il suo contributo all'editoriale “La morale fai da te”. Il suo discernimento ha una suo carattere, ma purtroppo non riesco a condividerlo perché nessuna persona di buon senso desidera una società calvinista, tantomeno colgo un diffuso senso giustizialista od un furore da caccia alle streghe. Nessuno desidera un clima da feroce inquisizione, ma solo che la legge sia efficace per tutti allo stesso modo, salvo riparare i parlamentari delle camere da strumentali denunce per ipotesi di reato derivate dalla loro attività politica. E' vero che i mafiosi o gli evasori fiscali sono dei nemici e comunque esseri umani. . . . alla stessa stregua degli assassini, dei corruttori, dei tangentisti, dei terroristi, dei calunniatori, dei ladri, degli sfruttatori dei deboli e così via. Nessuno disconosce a questi individui di appartenere al genere umano, ma di certo non rappresentano la parte migliore, anzi e comunque non ho mai trovato fra i santi un “san mafioso”, mentre invece iniziano ad apparire qualche strada con il nome di qualche furbacchione. La giustizia divina non è nelle nostre corde, ma la giustizia terrena si! Per anni siamo stati invasi da una incredibile sequela di scandali d'ogni genere e sembra che non sia finita qui, almeno dalle notizie diffuse dai vari mezzi di informazione, ai quali non desidero si applichi alcun bavaglio. Dalle calunnie bastano ed avanzano le odierne leggi, basta applicarle con buon senso e con attenta responsabilità ed equilibrio. Non desidero elencare scandali, ma di certo non siamo stati risparmiati da quasi nessuno, così seguitiamo a pagare per i furbastri con maggiori tasse e con minori servizi alla collettività. Lei signor Annibale descrive gli evasori come vittime di un sistema di recupero gravoso ed ingiusto, forse è così per le piccole evasioni, ma i grandi evasori non patiscono questa condizione grazie allo stuolo di emeriti avvocati e fiscalisti che questi ultimi pagano profumatamente per attenuare di molto le previste ammende, se non addirittura per aggirare ed aggiustare i motivi del contenzioso tributario. Siamo certamente consapevoli di vivere in un mondo imperfetto, anzi di un mondo frequentato da esseri imperfetti, ma non per questo si devono tollerare comportamenti colpevoli. . . .nell'aldilà poi saremo tutti giudicati in base alla Giustizia Divina, sperando di usufruire del Santo Perdono. Se Lei volesse replicare a questa mia frettolosa replica, mi scuserà se non potrò farlo in breve tempo, purtroppo per motivi familiari sono quasi sempre lontano da casa. Un cordiale saluto 45.

Postato da Castri de Veteris il 05/08/2010 10:43

Buona parte dell'editoriale è da sottoscrivere e sarebbe da attuare per uscire dalla palude; ma.. Per favore, smettetela di fare i "cattocomunisti", perché la Storia, quella con la S maiuscola ha scritto sia la condanna degli uni che degli altri (non i Cattolici, ma i "cattocomunisti") e quindi siete destinati a scomparire per il male di idee che state diffondendo nella società in modo "sinistro"; e poi Voi di Famiglia Cristiana, che un tempo leggevo, ancora non avete imparato niente dall'andamento del giornale. Nella mia parrocchia la gente non lo prendeva neanche gratis alcune domeniche fa. Continuando a diffondere idee che hanno caratterizzato la Storia di tanti popoli oppressi, proprio da quelle idee che voi oggi attribuite ad altri, mentre sono vostre, certo non date un contributo per risalire la china... Un Cristiano

Postato da Fede Tex il 05/08/2010 09:49

Grazie Direttore per il suo intervento ! Finalmente una voce "ufficiale" dei cristiani prende una posizione chiara su questa classe politica attualmente al governo ! Quando sento certe persone che dicono pubblicamente di rappresentare l'elettorato cattolico mi vengono i brividi ... ed ero sinceramente stupito e sconsolato che nessuno alzasse la voce per dire come stanno realmente le cose ! I cristiani devono continuare ad avere amore per la verità e trovare il coraggio per sostenerla ... Sempre più spesso mi viene in mente la storia e la vita di Monsignor ROMERO ... tutti noi avremmo molte cose da imparare ... ...

Postato da Andrea Annibale il 05/08/2010 09:31

Vorrei fare alcuni considerazioni sul cosiddetto decadimento morale dell’Italia: 1) Qualcuno vuole una società come quella calvinista (lo dica allora chiaramente). In America un cittadino su cento è in carcere contro un cittadino su mille in Italia, la lotta all’evasione fiscale è durissima. Lo si dica e si rinneghi il cattolicesimo che da sempre si basa sulla misericordia e non sul furore giustizialista e puritano della Ginevra di Calvino e delle società che l’hanno imitata. 2) Evasori e mafiosi non sono mostri ma esseri umani. E forse uno ogni tanto – guarda un po’ – qualcuno di loro va persino in paradiso. 3) Meglio un po’ di prudenza e moderazione che un clima da caccia alle streghe o forse si dovrebbe dire di caccia all’untore. 4) Berlusconi lo detesto ma non è stato lui ad inventare la mafia, qualcuno lo dipinge come un dio onnipotente. E’ solo un uomo che ha imparato dalla vita a curare molto bene i suoi interessi personali e che si illude circa sogni politici sbagliati. La mafia esiste ed imperversa in tanti altri Paesi dove Berlusconi non governa. Certo Berlusconi non capisce o non vuole capire la centralità della questione morale nel nostro Paese. 5) Per fortuna c’è Tremonti che è una persona capace e di grande intelligenza. Bisogna saper vedere anche i meriti di questo governo. Lo scrive uno che sta all’opposizione con l’UDC. 6) L’evasione fiscale esiste perché il costo marginale della sua repressione supera, ad un certo livello, l’importo delle tasse che si recuperano. 7) Se ci accontentiamo, come cristiani di un mondo imperfetto (il che non contraddice l’impegno a migliorarlo) lontano da ogni furore giacobino è perché crediamo profondamente che esista una giustizia divina, dopo la morte, che certo non sostituisce ma completa la giustizia umana. Ciao Andrea Annibale

Postato da Andrea Lebra il 05/08/2010 07:07

Complimenti. Condivido in pieno il contenuto dell'editoriale. Che fare per "ricominciare" con persone nuove di indiscusso prestigio personale e morale", quando noi, invece di indignarci, ci rassegnamo all'inevitabilità dei crudi fatti ? Questo è il problema numero uno. Andrea Lebra-Novara

Postato da 45credocosi il 04/08/2010 20:30

Sono stato molto indeciso a rispondere all'invito di inviare un commento all'editoriale “La morale fai date”, che verrà pubblicato domani cinque agosto sulla bella rivista Famiglia Cristiana, che man mano che passa il tempo apprezzo sempre di più. Ho poc'anzi scritto che sono stato titubante a pubblicare il mio punto di vista sull'importante tema della morale, del gran massacro etico che è senz'altro sotto gli occhi di tutti e che sembra nessuno abbia l'audacia di denunciare e di contrastare. Ma nella realtà non è così, tutta la gente normale, mi riferisco a tutte quelle persone – che malgrado la crisi – si affannano a lavorare per mantenere la propria famiglia, nel costante timore di andare ad infoltire la popolazione dei cassaintegrati se non addirittura dei disoccupati. Stiamo subendo un nichilismo etico, morale e di contro un'esaltazione spropositata del “danè” e di tutte quelle attività, qualunque siano, che portino lauti incassi. Io, signor Direttore non mi sono sentito sollevato nel leggere l'anticipazione al suo editoriale, anzi ho sentito di nuovo il gorgogliare di quel senso di rabbia e di profonda indignazione per quanto Lei ha esplicitamente ricordato: Ma la gente comune, i comuni lavoratori, tutto quell'esercito di persone che si preoccupano solo di lavorare cosa possono fare, già hanno subito, da molti anni a questa parte, varie concentrazioni aziendali, delocalizzazioni parziali o totali di aziende, ristrutturazioni di grandi e medie imprese – prime fra tutti le banche – con esternalizzazioni di servizi ed interi rami d'azienda con il consenso del mondo sindacale, ormai indebolita e disarticolata per loro cause interne. Nessuno ha difeso il grande dimensionamento a diminuire delle persone occupate con la frequente espulsione degli attivi con quei meravigliosi meccanismi di accompagnamento alla pensione, con il ricorso alla cig e ad altri simili provvedimenti. Intanto i vari conflitti di interesse facevano da padroni ed il tanto vituperato “comunismo” copriva di fatto una chiara deriva antistato, al punto da quasi giungere allo smantellamento dello stato centrale ed ad una continua progressiva deregolamentazione dello stato quo per giungere ad una forma particolare di democrazia, quella oligarchica, di modello medievale o se volete del tipo Il marchese del Grillo. Non si riesce nemmeno più a votare il proprio candidato. . . cosa aggiungere di altro in questa mia breve esposizione? La gente non è vero che non si indigna è solo indebolita dalla cattiva politica e da questo tessuto sociale di strane relazioni, che vede i potenti e le loro file successive di accoliti così allergici alla legalità, ma molto attenti alla loro impunità. Nessuno ha rinunciato alla propria dignità, ma pochi – almeno oggi – sono disposti a combattere contro i mulini a vento. Con stima45Potrei riferire molto di più.

Postato da luciocroce il 04/08/2010 20:06

Carissimo Direttore, ho letto il calibrato editoriale di F.C. e voglio esprimerLe la mia solidarietà preventiva per gli attacchi, a base dei soliti insulti e non di argomentazioni, di cui sarà verosimilmente oggetto nei prossimi giorni da parte della galassia mediatica vicina al governo. Già il fatto che si debba aver paura che quanto sostenuto in un articolo potrà essere poi strumentalizzato per gettare palate di fango su una rivista e su chi la dirige la dice lunga, a mio avviso, su che cosa siamo diventati: un Paese in cui chi chiede conto dell'operato dell'esecutivo è visto - "a prescindere", come avrebbe detto Totò - come un eversore, un nemico del popolo e viene bollato, quando l' "eversore" è un credente, con il più infamante degli epiteti: "cattocomunista". Coraggio, caro Direttore, io credo che una buona parte dei Suoi lettori non La lascerà solo, se avrà bisogno di aiuto (almeno, me lo auguro!). Saluti cordiali e che il Signore L'accompagni e La benedica: spes contra spem!. Lucio Croce

Postato da ermoviola il 04/08/2010 16:53

Purtroppo mi sembra un editoriale realitstico. vedo però poco spazio di manovra per gli auspici finali che dovrebbero condurre ad una politica vera. "Uomini nuovi", "indiscusso prestigio morale", mi accontenterei di uomini semplici capaci di non guardare esclusivametne al proprio ombelico e con un tessuto sociale alle spalle con il quale confrontarsi. Comunque complimenti per l'articolo.

Postato da bonomi.f il 04/08/2010 16:51

Un gruppo di potere che, dietro il paravento di paladini dell'etica, baluardo ultimo contro la barbarie comunista (!?), ha fatto nient'altro che gli interessi propri. E' ora che anche l'elettorato cattolico si smarchi decisamente da questa gente, che di facce "presentabili" non ne ha proprio: senza scomodare avvocati o commercialisti (o peggio) personali del premier, nessuno si ricorda il livore dello Schifani ante-presidente del Senato che adesso si palesa super partes ?

Postato da Laurentius il 04/08/2010 16:22

Famiglia Cristiana ha ormai perso credibilità ed è un settimanale politico di sinistra. Peccato! Poteva essere una voce davvero fuori dal coro. Rossa nel logo e nell'anima! Cambiate nome.

Postato da GiusyOttini il 04/08/2010 16:13

Temo che 200 giovani su 900 siano comunque pochi. Forse comunque rappresentativi di un'Italia invecchiata.

Postato da giggio il 04/08/2010 16:09

Grazie per questo articolo. Finalmente una voce che dissente su questo modo di agire di questo governo. Purtroppo abbiamo una chiesa che da troppo tempo ha chiuso gli occhi e la bocca su quanto sta accadendo. Troppi interessi la obbligano al silenzio. Su questo argomento ho scritto due lettere al presidente della Cei il quale non ha avuto nemmeno il buon gusto di far rispondere dai suoi segretari. Se si continua così non solo continuerà una disaffezione alla politica ma anche una disaffezione alla chiesa. Per colpa dei suoi uomini la chiesa rischia di perdere non la pecorella ma il gregge completo

Postato da FRANCO PETRAGLIA il 04/08/2010 16:06

Stimatissimo e amatissimo Direttore, Le dico subito, senza arzigogolare, che l'editoriale La morale “fai da te”ha prodotto in me un effetto catartico: un vero rilassamento della tensione e dell'ansia che avevo accumulato finora. Parole Sante le Sue! Pochissimi in questa nostra Italia affaristica, improvvisatrice e pressappochista avrebbero avuto l'audacia di dire, sine ira et studio, come stanno le cose realmente. Dopo questo Suo intervento la mia coscienza si è tacitata. Per me era come un tarlo che mi rodeva e rattristava: volevo anche io ,nel mio piccolo, rappresentare questi pensieri. Pleonastico dirLe che condivido in toto l'attenta analisi da Lei fatta, non per captatio benevolentiae ma per la grande obiettività che ha caratterizzato la Sua critica: più che mai necessaria ed opportuna per difenderci democraticamente e civilmente da prese di posizione politiche che l'uomo della strada non condivide , ma è costretto ad accettare supinamente e impotentemente. Altro non voglio aggiungere per non cadere in sterile polemica e retorica. Dico solo: grazie di cuore per questo Suo provvidenziale intervento, che mi libera da un'angoscia e al contempo mi fa ben sperare, per il bene comune, in un domani più giusto e più sicuro dal punto di vista politico-sociale. Con affetto e stima, Franco Petraglia -Cervinara (AV)

Postato da Beniamino il 04/08/2010 15:07

Vedo che non sono il solo a ricordare che la gerarchia ecclesiastica è stata a lungo non solo zitta ma ha anche lodato e favorito l'insediamento di questi politici lasciando ai poveri parroci la protesta spesso malvista e mai difesa dai superiori. Un secondo caso Boffo è già all'orizzonte. Speriamo che lo sdegno sia incoraggiato e diventi vasto. Bisognerebbe boicottare la televisione che è stato il maggior veicolo di diseducazione della nostra società. I giovani sono la nostra speranza ma purtroppo si assiste troppo spesso a famiglie dove i genitori sono già asserviti a questo sistema egoistico e consumistico. Ben venga la crisi se questa può far riflettere gli individui sulla vacuità dei non valori finora adottati. Invito tutti i parroci, loro che conoscono bene chi è veramente indignato, a stimolare Vescovi e Cardinali per una valorizzazione e propaganda del senso civile, del rispetto e della morale.

Postato da grisu59 il 04/08/2010 12:42

Condivido pienamente l'articolo. Siamo in una situazione di totale degrado morale e civile e questo Paese sta scivolando su una china pericolosissima di cui non si vede la fine e la possibilità di risalire. Temo che ci possano essere colpi di coda traumatici

Postato da barbara icardi il 04/08/2010 12:34

Ho letto con molto interesse questo editoriale e mi congratulo con l'autore che con grande, ma giusto e atteso, coraggio e' sceso in campo. Da un lato affermo: "era ora che anche da parte vostra, ossia qualche rappresentante della comunita' cristiana, dimostrasse una presa di posizione chiara e eticamente condivisibile"; dall'altro apprezzo e spero non cada nel vuoto questo appello. Condivido pienamente la seconda parte in cui si scrive che la gente pare aver accettato questa moralita' "fai da te" e sembri che emuli questo comportamente non solo eticamente riprorevole ma anche egoista dannoso a tutti i cittadini. E con dispiacere condivido soprattutto queste frasi "Poco importa che il Paese vada allo sfascio. Non si ammettono repliche al pensiero unico. E guai a chi osa sfidare il “dominus” assoluto". Purtroppo e' cosi' e purtroppo questo atteggiamento e' diffuso un po' ovunque, posti di lavoro, scuola ecc. Ringrazio per questo editoriale e sostengo in toto il vostro appello. Ci tengo a sottolineare che ho trovato questo articolo non perche' segua con regolarita' la vostra rivista, ma perche' pubblicato su importanti blog e quotidiani online.

Postato da MassimoF1 il 04/08/2010 12:23

Finalmente una "parola chiara, precisa, puntuale di condanna" di una moralità fai da te e libera da giudizi verso alcuno. Il povero Don Angelo Gornati si sentirà per un attimo sollevato: (Avvenire 28 Luglio 2009 http://www.avvenire.it/Lettere/Niente+silenzi+di+convenienza+parole+appropriate_200907280943129070000.htm) Condivido in parte la sua analisi: prevale la morale fai te a tutti i livelli: dai VIP ai "very normal people". A mio modesto avviso i VNP vedono bene come stanno le cose; tuttavia sono sfiduciati a tal punto che (grazie anche al silenzio delle gerarchie Vaticane) "tanto non cambia nulla" è ormai un motto. "L’appello alla legittimazione del voto popolare non è lasciapassare all’illegalità". Parole sante. Tuttavia il PDL continua a riproporsi come il partiro paladino dei valori non negoziabili. Come dire: il PDL sarà anche fatto da mariuoli magari ciellini, poveri peccatori e "sfigati pensionati", ma è pur sempre il partito a cui le gerarchie Vaticane dovrebbero guardare con un occhio di riguardo. Francamente di cotanta "non negoziabilità" non so che farmene se prima non si chiarisce la non negoziabilità di una politica decente che finalmente torni ad occuprarSI dei problemi della gente con un pizzico di umiltà e spirito di servizio. Massimo

Postato da pinoci il 04/08/2010 12:22

credo che la morale e l'etica del berlusconismo sia sotto gli occhi di tutti e che sotto la protezione del garantismo a tutti i costi si celi un ingranaggio ben oleato che propone e realizza una gestione del potere (sopratutto economico) atto anche a neutralizzare "gli anticorpi " ancora presenti nel corpo dello stato. Io credo e spero che si possa uscire da questa situazione per il bene di tutti e sopratutto di quelli che devono "realmente" tirare la carretta tutti i giorni. grazie e a presto

Postato da CS Lewis il 04/08/2010 12:19

Mi permetto di dissentire sul contenuto di questo editoriale, evocare lo spettro dell'indignazione popolare magari da parte delle stesse persone che questo governo l'hanno votato mi sembra poca cosa. Magari se esistesse un'alternativa attenta alle questioni non negoziabili forse avrebbe più senso scagliarsi contro questo centrodestra, ma se si vuole evitare che in Italia arrivino i dico, i pacs, le rivendicazioni di diritti inesistenti, la ricerca scientifica sugli embrioni e altre amenità al momento questo è il meglio che si può avere. A chi accusa inoltre Berlusconi di essere causa dei mali del paese consiglio di leggere il saggio di Eugenio Corti sulla democrazia cristiana, in cui accusa i giudici di sinistra che hanno perseguitato Andreotti e difende l'attuale presidente del consiglio, che da quando è sceso in politica è stato oggetto di un numero record di indagini, perquisizioni e controlli da parte della guardia di finanza. Grazie dell'attenzione e spero di essere pubblicato.

Postato da Giantastic il 04/08/2010 03:29

Io credo che il secondo paragrafo dell'articolo sia da rivedere completamente, ovvero: 1. la gente e' fortemente indignata, e si e' visto alle ultime elezioni regionali con l'astensione. 2. Gli indignati sono solo la parte che ha accesso alle notizie in maniera neutrale, ossia dalla pluralità delle voci del web. 3. Non si puo' sostenere che la 'morale fai da te' tracimi dal ceto politico alla società, bensì il contrario, attraverso il meccanismo di rappresentanza elettiva. Cosa dovrebbe chiedersi un buon cattolico di fronte al reiterato appoggio che la Chiesa Romana ha garantito all'uomo che ha favorito la disgregazione dei valori, già da decenni prima del suo ingresso in politica?

Postato da bernas il 03/08/2010 23:39

Condivido completamente le sue parole e il coraggio di dire quello che pensa (visti i tempi non mi stupirei se uscisse su qualche "Giornale" un dossier su di lei). Volevo solo dirle che secondo me non manca l'indignazione della gente comune. La rassegnazione di cui parla è dovuta dal fatto che non si vede la luce, un'alternativa, un altro modo di intendere la politica e qualche giovane ingenuo che ci prova con lo spirito di servizio viene subito respinto se non si "inquadra". Ci vorranno anni di educazione ai nostri giovani per creare una classe politica almeno decente e far capire alla gente che fare i furbi forse paga nel breve ma nel lungo termine ci perdiamo tutti. Con stima. Paolo - Sondrio

Postato da Gianluigi Filauri il 03/08/2010 22:09

Complimenti per l'articolo sulla morale "fai da te". Siete uno dei pochi giornali che ha il coraggio di dire certe verità, anche a costo di andare contro parte della burocrazia Vaticana e rischiando il c.d. metodo Boffo, da qualcuno minacciato recentemente nei confronti del Presidente Fini. Loro hanno come eroe Mangano, Gianluigi Filauri ha come eroi Falcone, Borsellino e L'Avv. Ambrosoli. Gianluigi Filauri

Postato da paola.1961 il 03/08/2010 22:04

Beh, non è che ce ne accorgiamo soltanto ora, eh, del disastro di Berlusconi & C.! Noi cattolici abbiamo sofferto per anni l'incultura etica e civica di certi personaggi... ma veramente dite che è finalmente finita?

Postato da ritanna il 03/08/2010 21:53

Meno male che c'è una voce profetica come la vostra, quanto abbiamo bisogno nella nostra povera società, grazie ancora, il Signore vi sia di conforto e "porti a compimento ciò che ha iniziato", cordialmente, rita

Postato da ioemazen58 il 03/08/2010 20:59

Sono perfettamente in sintonia con il Vostro articolo, finalmente una voce forte che riprende certi comportamenti portati avanti dai politici che si credono impunibili e malati di onnipotenza, che hanno perso i veri valori della vita, pensano solo al denaro e ad arricchirsi alle spalle dei lavoratori. GRAZIE . Però devo anche segnalare che, secondo me, certi comportamenti assunti da parte di Comunione e Liberazione non mi sembrano molto belli in quanto inseriti in questo contesto di affari anche poco onesti. Comunque Vi ringrazio per la speranza che date a chi crede. Cordiali saluti. Emanuele

Postato da Marco Balzarotti il 03/08/2010 19:32

Grazie per la precisione dell'analisi.Grazie per il coraggio della denuncia. Condivido pienamente le conclusioni.

Postato da lupocharlie il 03/08/2010 19:13

Sono fiero di lei Direttore, da cristiano adulto e consapevole per il suo articolo coraggioso che le attirerà una nuova marea di critiche. Stanno massacrando l'Italia con la loro morale usa e getta e hanno anche il coraggio di risponderle. E' sempre vero che i nasscono falsi profeti... la stimo e la saluto con amore. Claudio.

Postato da marcos il 03/08/2010 18:30

Voglio fare i miei personali complimenti all'autore di questo editoriale che coraggiosamente, visto il probabile attacco personale di cui sarà sicuramente fatto oggetto (vedi i precedenti illustri), racconta finalmente la verità su questo governo ed in particolare sul suo "capo". Non era umanamente possibile che il mondo cattolico visti i suoi principi e la sua moralità potesse continuare a far finta di nulla di fronte al livello di decadimento dei comportamenti e di disonestà diffusa a cui il signor Berlusconi ha portato questo nostro paese. Cominciamo ad indignarci e a protestare con forza: dimostriamo che siamo migliori di chi ci governa.

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