Rosso Afghanistan, calvario infinito

Barbara De Anna, gravemente ferita nell'attacco talebano a Kabul, il 24 maggio, ha una lunga esperienza all'Onu: dal 2010 ha operato a Herat, dal 2011 è nella capitale.

Alpini, bersaglieri, ma non solo: quanti, dove, perché

25/05/2013
Foto Ansa.
Foto Ansa.

«La libertà ha un prezzo e il prezzo è anche la vostra presenza attiva qui». Lo ha detto il 4 maggio scorso Mario Mauro, il neo ministro della Difesa in visita al contingente italiano schierato nell'Afghanistan occidentale. Le Forze armate italiane partecipano alla missione in Afghanistan da quasi dodici anni. Il 20 dicembre 2001, infatti, in seguito agli sviluppi della situazione politico-militare in Afghanistan, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato la Risoluzione numero 1386 con la quale autorizzò il dispiegamento nella città di Kabul e nelle aree limitrofe di una Forza multinazionale denominata International security assistance force (Isaf), con il compito di assistere le istituzioni politiche provvisorie afgane a mantenere un ambiente sicuro, nel quadro degli Accordi di Bonn del 5 dicembre 2001. Invocando quanto previsto dall'articolo 7 della Carta dell'Onu i soldati sono autorizzati a un uso ragionato della forza: possono insomma, sparare e ingaggiar battaglia se ritenuto necessario. L'11 agosto 2003 la responsabilità delle operazioni è passata nelle mani della NATO. Dopo esser stati complessivamente anche 4 mila, oggi i militari italiani sul campo sono circa 3.100 in tutto. 

Il personale militare italiano  presente nell'area di Kabul ricopre prevalentemente incarichi di staff presso il quartier generale di Isaf. Il contingente nazionale di stanza a Herat è, dal 24 marzo 2013, al comando del generale di brigata Ignazio Gamba, comandante della Brigata alpina "Julia". Il Regional Command West (RC-W), la zona sotto la responsabilità italiana, è un'ampia regione dell'Afghanistan occidentale (grande quanto il Nord Italia) che si estende sulle quattro province di Herat, Badghis, Ghowr e Farah. La componente principale delle forze nazionali è costituita da alpini che si muovono su veicoli blindati del tipo Lince e Freccia. Una compagnia del 6° reggimento bersaglieri opera invece a bordo dei Dardo. E' presente inoltre un significativo contributo di uomini e mezzi della Marina militare, dell'Aeronautica militare, dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di finanza.

Alberto Chiara

Dossier a cura di Alberto Chiara e Fulvio Scaglione
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