Monti, l'Italia non ne può più

Le proteste degli studenti, come quelle degli operai o degli imprenditori, segnalano il disagio del Paese. La "cura" lo ha stremato, bisogna intervenire.

Monti, è ora di fare qualcosa

05/10/2012
Scontri tra studenti e polizia a Torino (foto Ansa).
Scontri tra studenti e polizia a Torino (foto Ansa).

La protesta degli studenti è, insieme con le sagre dell’uva e del tartufo, uno dei riti sociali più tipici dell’autunno italiano. Stiamo però attenti a non commettere l’errore di sottovalutare quanto sta accadendo in tutte le maggiori città del Paese: cortei, cariche della polizia, manganelli levati, traffico bloccato, disagi per tutti, questa volta s’inscrivono in un quadro di insoddisfazione e indignazione sociale che andrebbe finalmente riconosciuto e affrontato.

Qualunque persona di buon senso e di buona fede sa che il premier Monti ha ragione quando sottolinea che, in un Paese alle soglie della bancarotta, il risparmio inevitabilmente precede il rilancio, i tagli di oggi servono agli investimenti di domani. E che una serie di riforme importanti (le pensioni, il lavoro…), fatte tutte insieme a causa dell’irresponsabilità politica di chi ha più o meno direttamente preceduto questo Governo, non possono che incidere sulla carne viva del Paese.

Il problema è che questo genere di coscienza ormai non basta più. Gli italiani hanno aperto una forte linea di credito al Governo Monti, questo è innegabile. Hanno accettato la dura necessità, accolto i duri provvedimenti, gestito finora con calma le ancor più dure conseguenze. Ma anche la capacità di sopportazione ha un limite. Come ha un limite pure la “scusa” che le risorse per il riordino del bilancio dello Stato vanno trovate in fretta, e quindi pazienza se tasse e sacrifici toccano sempre ai soliti, se i più deboli sono ancor meno protetti, se il lavoro (nella duplice declinazione di chi esegue il lavoro come di chi lo crea) è oberato di balzelli mentre le rendite campano tranquille.

Monti e i suoi ministri devono rendersi conto che anche la loro cura, come tutte le cure d'emergenza, può salvare il paziente ma anche stremarlo, e magari ucciderlo. Tanto più se il paziente Italia si guarda intorno e vede una politica immutata nei suoi riti (che pena gli spettacoli offerti dal Pd e dal Pdl, i due maggiori partiti), autoreferenziale, concentrata solo sulla propria salvezza, sprecona, arruffona, ladra e incapace.

Un giorno sono gli operai in Sardegna, un altro l’imprenditore a San Pietro, il terzo gli studenti. Annunciare la luce in fondo al tunnel va bene. Lo faceva anche Berlusconi, un giorno sì e uno no, ma pazienza. Bisogna però stare attenti: l’effetto dell’annuncio può anche essere di far sembrare il tunnel ancora più lungo. E' ora di fare qualcosa.


Fulvio Scaglione

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