Siria, il prezzo della democrazia

Nel Paese mediorientale continuano gli scontri fra l'esercito governativo e le forze dell'opposizione che si battono per cacciare il presidente Assad e affermare la democrazia.

Amnesty: "L'attivismo locale è una grande forza"

14/02/2012
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia (Olycom).
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia (Olycom).

A Homs, la città roccaforte dell’opposizione siriana, la più colpita dalla repressione, si sta consumando una crisi umanitaria. Lo denuncia l'organizzazione Amnesty International, che monitora la situazione in Siria grazie alla rete di contatti con attivisti locali a Damasco e altre città. «Nel momento in cui si compiono ombardamenti in zone densamente abitate sitratta di crimini contro l’umanità», commenta il portavoce di Amnesty Italia Riccardo Noury.

«Non siamo tra coloro che sostengono un intervento in nome dei diritti umani, come quello avvenuto in Libia. Già da molto tempo noi di Amnesty abbiamo chiesto di porre un embargo completo sulle armi destinate alla Siria (sappiamo che di recente sono arrivate armi dalla Russia), di deferire la questione siriana alla Corte penale internazionale e di congelare i beni patrimoniali del presidente Assad e dei suoi collaboratori. Ma, ad oggi, nulla è stato fatto».

Come spiega il portavoce, fino a qualche tempo fa Amnesty aveva due missioni lungo il confine della Siria con la Turchia e tra Siria e Libano. Oggi, l'organizzazione non è più presente sul territorio, ma fa affidamento sul monitoraggio operato da una serie di attivisti siriani che operano come fonti attendibili. «L'attivismo locale in Siria è molto sviluppato. Da parte dei giovani c'è molta coscienza e partecipazione. La mia impressione è che, a differenza di ciò che accade in Iran dove c'è un controllo pressante sui social network, le forze di sicurezza siriane abbiano ancora una formazione vecchio stampo, basata sullo stile sovietico: ancora non capiscono bene, quindi, come contrastare il dilagare dei social media. Prova ne sarebbe la grande quantità di notizie e di filmati che arrivano dalla Siria, anche se non si può dire che questi ultimi siano tutti autentici. A un certo punto la Siria ha cercato anche di sollecitare aziende europee alla cooperazione per creare dei sistemi di filtraggio e di sicurezza; ma ha ricevuto un rifiuto». 

a cura di Giulia Cerqueti
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