Italia-Inghilterra, ultime rifiniture

Gli Azzurri sono Kiev, in Ucraina, per i quarti contro l'Inghilterra, che però avrà più tifosi al seguito della nostra Nazionale. Ma chiunque vinca troverà i tedeschi già pronti.

24/06/2012

Andando nel campionato europeo verso il quarto di finale contro l’Inghilterra, questa sera a Kiev, l’Italia del calcio frequenta paure, speranze, furbizie, mimetismi, in una sorta di commedia goldoniana, comprensiva degli “a parte” degli attori verso gli spettatori: maestro in quest’arte del recitare Buffon, ora censore rigido dei mali costumi nostrani ora filoitaliano ad oltranza, ora sospettoso verso i poteri che secondo lui agiscono ad orologeria ora figlioccio fiero del presidente della repubblica, ora moralista spinto ora scommettitore incallito, ora nemico della sregolatezza (“Balotelli deve smetterla di fare il bambino”) ora amico del genio (“Cassano può diventare un leader”). E attenzione, è sempre un Buffon genuino, nel senso che lui rispetta la complessità del proprio personaggio e la quantità di copioni che gli eventi sottopongono alla sua recitazione. Il fatto è che, fra tanti bamboccioni, Buffon è un uomo,con tutti i pregi e tutti i difetti.

L’Inghilterra allora, ma quale Inghilterra? Quella di Fabio Capello che ha lasciato di certo strascichi, insegnamenti, accorgimenti che potrebbero metterci in difficoltà, o quella di Roy Hodgson che pure ha allenato in Italia ma che sembra non avere voluto mai capire troppo del nostro spirito, della nostra arte di arrangiarci? L’Inghilterra del teppista Rooney o del genio Rooney? Di Hart finalmente portiere vero o delle carenze difensive? Una cosa è certa e fa curiosità: l’Inghilterra (che si è sbarazzata del’Ucraina grazie anche ad un gol regolare non riconosciuto ai padroni di casa) avrà a Kiev più antipatie espresse dai locali ma più tifosi al seguito che l’Italia, e qui ci sarebbe da meditare: perché nazioni in crisi economica come e più di noi, diciamo Irlanda, Spagna, Grecia, hanno spedito in Polonia ed Ucraina migliaia di fans, mentre noi ci siamo limitati a pochi esemplari (non che questo in assoluto sia un male, troppe volte la massa dei tifosi significa anche alta percentuale di cretini).

Altra cosa certa è che chi vince fra Inghilterra ed Italia va in semifinale contro la Germania, cioè teoricamente va a morire. La Germania fortissima, senza fenomeni ma con tanti bravi, ha piallato la Grecia, infiniti gli accostamenti delle due Nazionali alla situazione di due paesi che l’Europa dell’euro divide in maniera anche odiosa, i ricchi qui i poveri là. Davide vs Golia, Samaras che segna l’effimero pareggio (1 a 1 ma poi 2 a 4) degli ellenici ed ha lo stesso cognome del preoccupatisismo capo del governo di Atene... La Grecia si era qualificata battendo la Russia ed aveva esaurito i suoi bonus di sorpresa, di inventiva, anche di fortuna. La Germania è la più forte, tutto qui: la più forte fra tutte quelle che non si chiamano Spagna campione del mondo in carica e d’Europa in uscita.

Il torneo riesce a essere ancora bello nonostante la crescita della stanchezza (l’Italia con due giorni in meno della Germania per riposare in vista dell’eventuale scontro diretto – il 28 a Varsavia - in semifinale, dopo avere ovviamente giocato contro l’Inghilterra) e dell’importanza ossessiva delle eliminazioni dirette. Il torneo riesce ad essere ancora bello (ma si guasterà fra quattro anni, quando in Francia le squadre passeranno da 16 a 24 e ci saranno troppe guitte) e lo dice un dato statistico stranamente non enfatizzato sin qui dai competentoni: in tutta la prima fase non c’è stato uno 0 a 0, e non è che gli arbitri abbiano negato clamorosi rigori, che le tattiche soporifere siano state dominanti. Importante questo fatto in un torneo dove si assiste alla sparizione o quasi del centravanti classico, dell’ariete che sfonda i portoni. E non è neppure che le Cenerentole abbiano sovvertito i valori storici, con i loro bunker della disperazione. Tutto abbastanza normale, nel senso di abbastanza regolare. Anche sul piano dei valori singoli: Cristiano Ronaldo con tre gol ha lanciato avanti il Portogallo e si è candidato al Pallone d’Oro. Messi è argentino e dunque non c’è, ma forse Cristiano Ronaldo stavolta ha tutti i meriti, compreso quello di avere reagito da umile alle prime due sue partite orrende, recitate da signorotto incompreso più che giocate da campione vero.

A proposito di campioni veri, si attende il lancio definitivo di Cassano e Balotelli, che in qualche modo sin qui hanno patito limitazioni di genere assortito. Prandelli ha avuto il coraggio di selezionarli, di portarli all’Europeo, ora cerca il coraggio di farli giocare sempre, anche se i due, e specialmente Balotelli, fanno di tutto per complicargli le decisioni. Extracalcio, infine, ci permettiamo personalmente di albergare la curiosità relativa quale sarà il tailleur-pantalone di Angela Merckel se tornerà a vedersi la sua Germania (magari contro l’Italia a Varsavia, Polonia; la finale è a Kiev, Ucraina, paese dove la Timochenko sta ancora in carcere e dove la statista tedesca ha annunciato di non volersi recare). A Danzica, Polonia, la cancelliera tedesca è arrivata,per l’esecuzione della Grecia, con lo stesso abito verdolino indossato il mattino a Roma, senza il tempo di cambiarsi per via dei tempi stretti del suo gran viaggiare.

Gian Paolo Ormezzano
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