Calcioscommesse, sospetti in alto

La polizia fa irruzione al ritiro nella Nazionale. Sotto inchiesta i vertici del pallone. Indagati Conte e Criscito anche se per esperienze pregresse. Arrestati Mauri e Milanetto.

Un orizzonte triste e scuro

28/05/2012
Arresti all'alba.
Arresti all'alba.

La radio messicana mandò in onda per giorni e giorni, al Mundial calcistico 1986, il tormentone di quel suo cronista che narrava la partita della prima fase tra Danimarca e Germania - in una città, satellite della capitale, che era sprovvista di servizi urbani anche primari ma era dotata di nuovo bellissimo stadio – a sorpresa vinta dai danesi, e che dopo uno strepitoso gol degli scandinavi elencò undici aggettivi qualificativi del genere mirabolante, e alla fine stremato disse ai suoi ascoltatori: «E adesso mettete voi altri aggettivi di ammirazione per un gol come questo».  

Ecco, chi ormai deve scrivere da troppo tempo di Scommessopoli, dopo avere scritto di Calciopoli e di Totonero, travolto dallo tsunami ultimo, e di acqua sporca, annaspa fra sdegno e noia, e ha voglia di lasciare ai lettori la cernita di aggettivi ad hoc. La settimana si è iniziata con all’alba del lunedì diciannove arresti di qualità, compresi i calciatori Mauri capitano della Lazio che potrebbe perdere l’Europa League, Milanetto stratega del Genoa e poi del Padova, Bertani attaccante della Sampdoria, per stare ai nomi più noti.

L’unica certezza è che lo scandalo è ancora, come dire?, aperto, e d’altronde è stato detto quasi esplicitamente che alcuni indagati sono vicini a dover subire misure cautelari (le carceri scoppiano, gli spazi sono limitati, i domiciliari funzionano sì e no, e nell’insieme gli arresti sono stati sinora più di cinquanta). La polizia di stato, su mandato della procura di Cremona (con Bari è la capitale delle indagini), ha anche notificato lo status idi indagato a due altri “grossissimi”: Conte allenatore della Juventus che di recente gli ha rinnovato il contratto sino al 2015 e che nella ormai trita querelle per gli scudetti toltile da Calciopoli non si è mai “scollegata” da Moggi, Criscito difensore azzurro (ex Juventus, ex Genoa, ora Zenit di San Pietroburgo), spettacolarmente  raggiunto dall’avviso nel ritiro della Nazionale a Coverciano.

Per tutti la stessa accusa pesante assai: associazione a delinquere finalizzata a truffa e frode sportiva sportiva, insomma qualcosa che è diventata finalmente reato anche per il nostro codice. Ampie le diramazioni internazionali dell’”affaire” delle scommesse, con epicentro di calcio giocato in Italia, epicentro di denaro investito in Oriente, epicentro di “manodopera” itinerante, visto che sono implicati molti zingari, e come i rom gli zingari fanno comodo per lo sdegno facile e ipocrita.

Inguaiate anche le società, non solo i bipedi che vanno in giro ora qui ora là, cambiando le insegne. Diciamo Siena, Chievo, Bari, Lazio, Lecce, Genoa, Atalanta, in vari modi e misure, e sempre per stare ai nomi importanti. Per noi che ci ostiniamo ad amare il calcio in quanto facente parte del mondo dello sport, un orizzonte triste e scuro: o  la grossolana vergognosa amnistia generale, magari truccata da chissacosa, se la Nazionale vince gli Europei (dunque tifandola rischiamo di essere complici di una brutta cosa), o le pene dosate nel tempo e nella sostanza (parliamo sempre della giustizia sportiva), dunque in genere ingiuste per difetto.

E poi gli strascichi odiosi, il ”così fan tutti” e il “perché a me sì e a te no?”, insomma la solita voglia di mandare tutto e tutti a schifio sapendo di fare schifo (e non è purtroppo un gioco di parole). Quanto alla giustizia ordinaria, si prevedono tempi infiniti, con acrobazie di legulei. Quanto all’azzeramento del calcio di vetrina, per proteggere il calcio dei ragazzini, è ipotesi eticamente splendida ma impraticabile: si è deciso, ed è un caso che la cosa non sia stata ancora immessa nella Costituzione, che gli italiani del calcio hanno bisogno, e intanto i poveri italiani berlusconizzati anche e tanto nello sport, non hanno più né etica né cultura per opporsi agli ampliamenti continui del porcaio.                                   

Gian Paolo Ormezzano

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