19/01/2012
Rick Santorum con la famiglia durante la campagna elettorale in South Carolina (foto Reuters).
Due colpi di scena, praticamente in contemporanea, scuotono la corsa alla nomination Repubblicana per definire il candidato che a novembre sfiderà Obama nelle elezioni presidenziali. Mentre dal South Carolina, dove fra due giorni si terra’ la prossima tornata delle primarie, Rick Perry annuncia il suo ritiro definitivo dalla candidatura, dall’Iowa arriva una notizia-bomba: dopo aver ricontato i voti, il vincitore del Caucus del 3 gennaio scorso non e’ Mitt Romney, bensi’ Rick Santorum.
L'ex Governatore del Massachusetts Mitt Romney (foto Reuters).
La prima conta, mai ufficializzata, aveva infatti assegnato l’Iowa a Romney per soli 8 voti (su circa 115,000 totali). E visto che alle primarie i Repubblicani usano il sistema maggioritario, l’ex governatore del Massachusetts – finora grande favorito – si era anche assicurato il voto, alla convention di agosto, di tutti i 28 delegati provenienti dallo Stato del Midwest che, per tradizione da sempre vota per primo.
Il conteggio finale, invece, assegna la vittoria a Santorum per 34 voti. Certo non sono tanti, come non sono tanti i delegati in carniere (appena l’un per cento di quelli totali.) Psicologicamente pero’ la differenza e’ abissale. E’ un iniezione di fiducia che permette al cattolico Santorum e alla sua campagna elettorale di affrontare con sicurezza ulteriore il favorito Romney sia nell’atteso dibattito televisivo in programma nella serata (ora degli Stati Uniti) di giovedì 19 gennaio, e soprattutto nelle elezioni di sabato, in South Carolina – stato ricordiamo con una grande presenza di elettori ‘evangelici’ attenti ai temi morali a lui cari.
Nel frattempo il ritiro di Perry favorisce l’altro cattolico in corsa, Newt Gingrich a cui il texano nell’annunciare l’uscita di scena ha gia’ dato pubblicamente il suo sostegno dirottando il suo 4% circa di consensi verso il veterano di Washington portandolo, secondo i sondaggi, con il 34% delle preferenze, a ridosso del favorito che in South Carolina viaggia intorno al 37%.
Insomma una brutta giornata per Mitt Romney – oggi piu’ restio del solito a parlare alla stampa – alla vigilia di un dibattito e di un elezione in uno Stato che in condizioni normali gli si presentava gia’ abbastanza ostile, e che adesso alla luce dei nuovi colpi di scena appare piu’ decisivo che mai.
Stefano Salimbeni