10/01/2012
Un F-35 durante il decollo (foto Ansa).
Finalmente la notizia è arrivata nei titoli di
giornale, nel
panorama drammatico di questa crisi economica che esige sacrifici e tagli per
il bene del Paese e per il futuro di tutti: anche le spese militari devono essere
drasticamente tagliate. In particolare il dito è puntato sull’enorme costo dei
131 cacciabombardieri F35, aerei di attacco che costano quasi 150 milioni di
euro ciascuno. Un investimento di oltre 15
miliardi. Pax
Christi lo ricorda da anni (in collaborazione con la Rete Italiana per il
Disarmo di cui fa parte) e il convegno appena celebrato a Brescia, in
preparazione della Marcia per la pace della Chiesa italiana, ha sottolineato le devastati
conseguenze sull’economia e sul futuro delle comunità, del produrre
e commerciare macchine di morte di simili
proporzioni.
Il cacciabombardiere F-35 Joint Strike Fighter prodotto dalla Lockheed Martin, durante la presentazine ufficiale a Fort Worth, in Texas, negli Stati Uniti d 'America, il 7 luglio 2006 (foto Ansa).
L’assordante silenzio che copriva questo
progetto è stato rotto. Sempre più palese è l’assurdità di produrre armi
investendo enormi capitali mentre il grido dei poveri - interi popoli - ci
raggiunge sempre più disperato. «Cammineranno le genti, mentre la tenebra
ricopre la terra, nebbia fitta avvolge i popoli». Nella festa
dell’Epifania il profeta Isaia resta colpito da movimento di popoli in cerca
della luce e della pace. Così anche la tradizionale Marcia della Pace realizzata
a Brescia la notte di fine anno, ci ha messo in cammino con tutti i costruttori
di pace.
Ma su quale via scegliamo di
camminare? Forse
quella di Erode, fatta di violenza e sopruso? O piuttosto quella dei Magi e di
chiunque, singoli e popoli, discerne le opere di pace per garantire il futuro di
tutti.
I Magi, ci racconta il Vangelo, «per un’altra
strada fecero ritorno». Anche
per noi vale l’invito a intraprendere una strada diversa orientando ogni scelta
alla via esigente e necessaria della pace. Per questo esigiamo un ripensamento
di queste spese militari con un serio dibattito in Parlamento
.
I popoli che camminano nella tenebra di questa follia
chiedono di cancellare questo progetto e ciò è ancora più necessario in un tempo
di crisi che è già molto pesante soprattutto per le famiglie e per i più poveri
e che non sembra invece toccare i grandi investimenti per le armi.
Monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia e presidente di Pax Christi Italia.
Chi incontra Gesù a Betlemme non può più
camminare sulle strade di Erode, il violento re della strage degli innocenti. Dai Magi
impariamo a scegliere, anche a rischiare. Quando si incontra il Cristo nel
volto di tanti fratelli e sorelle non si può familiarizzare con progetti di
violenza. Neppure in chiave di pseudo-sicurezza
internazionale.
Per questo nostro mondo che «ha bisogno della
pace come e più del pane» (Papa Benedetto XVI, 1 gennaio 2012), ci sono
richieste le scelte più alte perché «quando tanti popoli hanno fame, ogni
estenuante corsa agli armamenti diviene uno scandalo intollerabile. Noi abbiamo
il dovere di denunciarlo. Vogliano i responsabili ascoltarci prima che sia
troppo tardi» (Paolo VI, 1967 Populorum Progressio n.53).
+ Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, presidente di Pax
Christi Italia