Dalla Svezia con valore

A Milano, il convegno "Jak Italia - Una banca no profit per un nuovo modello di sviluppo" ha portato l'esperienza della banca svedese che non appllica gli interessi

Dalla Svezia con valore

15/05/2012

Una banca cooperativa che si occupa di servizi di risparmio, prestiti, pagamento bollette, educazione e attività tra i soci nel rispetto della normativa europea con una visione etica sull'economia e sui servizi bancari: è Jak, acronimo di Jord arbete kapital (Terra lavoro capitale), uno slogan apparentemente di stampo marxista per una banca realmente sui generis che arriva dalla Svezia e, a breve, sarà operativa anche in Italia. Nodo distintivo rispetto ad altre esperienze, più o meno etiche, l'assenza di applicazione di interessi sui prestiti e sulla giacenza. In altre parole, i risparmiatori non ricevono interessi sul capitale versato mentre coloro che prendono prestiti pagano unicamente una commissione. Ma non solo. Andiamo alla scoperta delle sue caratteristiche grazie al contributo di economisti, imprenditori ed esperti del settore che hanno partecipato al convegno "Jak Italia - Una banca no profit per un nuovo modello di sviluppo".

 

Partiamo dai numeri: sono oggi più di 38 mila i beneficiari di Jak in Svezia per un totale di 32 impiegati, 600 volontari e 27 gruppi locali le cui spese sono coperte dalla banca stessa. Ogni servizio viene erogato via internet o al telefono: non esiste infatti alcuno sportello reale, ma quelli virtuali garantiscono risposte rapide ed efficaci. Il bilancio si aggira intorno ai 120 milioni di euro e circa il 90% dei prestiti sono erogati a favore di soggetti privati. La logica del modello svedese di Jak, che è bene ribadirlo fin da subito, sarà solo di ispirazione per la costituenda Jak Italia chiamata a fronteggiare un contesto profondamente differente, si basa sulla convinzione, anzi, sul dato di fatto, che senza interessi le merci e i servizi sono meno cari: al contrario dell'interesse, la commissione non ridistribuisce capitale, non cambia durante il corso del prestito e corrisponde esclusivamente ai costi di gestione della banca. Nel caso del modello svedese, per esempio, le commissioni servono a pagare gli stipendi dei dipendenti, a creare un piccolo "fondo sicurezza" da utilizzare nel caso di perdite e a finanziare attività di ricerca e sviluppo. Lo schema è semplice: chi deposita denaro o ne prende in prestito non deve pagare alcun interesse. La perdita di potere d'acquisto derivante dall'inflazione è compensata abbondantemente dall'assenza di interessi passivi. La liquidità di questo sistema è garantita dal meccanismo dei "punti risparmio": punti che aumentano nei periodi in cui il socio effettua depositi e, viceversa, diminuiscono quando si accede al finanziamento. Il punto risparmio corrisponde all'unità di misura monetaria moltiplicata per un mese (se una persona deposita un euro per un mese ha maturato un punto risparmio; una persona che chiede 100 euro per due mesi dovrà rifondere 200 punti risparmio).

 

I finanziamenti sono erogati dietro la presentazione di una cauzione pari al 6% della somma erogata, che viene successivamente restituita una volta che il piano di rientro si completa nei termini e nelle modalità prefissate. In caso di mancato pagamento, prima di procedere con gli strumenti canonici previsti per il recupero, vengono messe in atto tutte le operazioni-paracadute che appartengono alla filosofia del credito cooperativistico: dilazione, sospensione o intervento di altri soci. Tutte le attività della banca avvengono fuori dal mercato finanziario poiché i suoi prestiti sono finanziati solamente dai risparmi dei soci: Jak intende diffondere un concetto di banca che, per certi versi, torni alle sue funzioni originarie cioè raccolta di denaro e ridistribuzione per assolvere al servizio del credito.

 

In tutto questo, il marchio di Jak si riconosce anche in base alla destinazione dei prestiti e finanziamenti: in tale circuito viruoso non si assiste a concessioni indiscriminate ma, anzi, l'obiettivo è spingere per quanto possibile le piccole economie locali e tutti quei progetti che sono legati alla crescita sostenibile e rispettosa dell'ambiente. Una banca "democratica", dunque, in cui non sono ammesse condizioni di favore ad alcun socio nel segno della trasparenza e del corretto funzionamento di un modello che pretende di essere etico.

 

Jak corre su un filo che, a differenza di molte altre banche, non è quello del rasoio ma quello del rischio più vicino allo zero possibile. Questa risulta essere una delle condizioni fondamentali per i soci che, vedendo ripagata la loro fiducia e appagato il loro bisogno di costruire una società migliore, creano con Jak un rapporto di fiducia totale. Di più, addirittura di collaborazione volontaria e gratuita affinché questo modello si diffonda e ne possano godere tutti.

 

Negli anni l’offerta di Jak, pur rimanendo fedele alle proprie regole, ha cercato di venire incontro alle esigenze dei soci e di stare dietro ai cambiamenti in atto a tutti i livelli. Tra i progetti ai quali si sta lavorando e che presto dovrebbero entrare sul mercato, il più atteso è quello della carta di credito o pre-paid.

Alberto Picci
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Postato da DOR1955 il 15/05/2012 19:38

Mi piacerebbe leggere lo statuto di questa banca: penso che abbiano preso alla lettera quanto prescrive il Vangelo (e non sto scherzando). Al contrario delle nostre banche; eppure siamo in un paese sedicente cattolico. Cosa che non mi risulta della Svezia. Che ci sia un pò di "confusione" nella testa dei nostri politici-banchieri-manager-direttori e chi più ne ha più ne metta che gestisce, e ha gestito, questo sciagurato paese?

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