16/07/2012
Il Centro di formazione per insegnanti a Cuiebet costruito dalla fondazione Cesar (foto Agenzia Kiné ).
«Nel nuovo Stato che sta nascendo bisogna costruire molte cose. Compresi i suoi cittadini. Il campo dell’istruzione è fondamentale specialmente per quanto riguarda le ragazze. Oggi, ancor più che in passato, con un Paese tutto da costruire, occorre cambiare la mentalità della gente. Far capire, ad esempio, che le ragazze non sono solo un “bene” economico, ma degli esseri umani e che il loro apporto è fondamentale per il futuro del Sud Sudan».
È quanto sosteneva monsignor Cesare Mazzolari, vescovo comboniano di Rumbek all’indomani della proclamazione dell’indipendenza del Sud Sudan, il 9 luglio 2011. Il coraggioso vescovo, che tanto si era battuto con la sua gente per raggiungere quell’importante risultato di libertà, pace e fine dell’oppressione, moriva pochi giorni dopo, il 16 luglio. Lasciando aperto un altro grande sogno: quello di formare gente preparata e responsabile per mettere le basi su cui costruire il nuovo Paese (in allegato, una delle sue ultime interviste rilasciata all'inviato di FamigliaCristiana, Luciano Scalettari).
Juba, 9 luglio 2012. Si celebra il primo anniversario dell'indipendenza del Sud Sudan. Foto Reuters.
«Il futuro del Sud Sudan? L’istruzione!», sostengono oggi, nella stessa linea, gli amici e i sostenitori di monsignor Mazzolari che, attraverso la Fondazione Cesar, hanno lanciato una grande Campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi proprio in questi giorni. Per ricordare simbolicamente il primo anniversario dell’indipendenza, ma anche per dare continuità all’opera di monsignor Mazzolari.
Era stato proprio il vescovo, infatti, a benedire, lo scorso anno, l’inizio dei lavoro del primo Centro di formazione professione per insegnanti a Cuiebet, in diocesi di Rumbek. «Il cammino più affidabile per formare una nazione stabile è l’educazione della sua gente», diceva il vescovo in quell’occasione. Oggi il Centro di formazione è quasi completato, ma occorre fare un ultimo sforzo per realizzare il refettorio, i dormitori e i laboratori di informatica.
Bambini durante una lezione nella scuola elementare di Pibor, in Sud Sudan (Foto Reuters).
Quello dell’istruzione è un settore-chiave per il nuovo Paese, ma allo stato attuale versa in una condizione catastrofica. Sono meno del 60 per cento i bambini che nel Sud Sudan vanno a scuola e di questi meno del 4 per cento sono bambine, costrette spesso ad abbandonare quasi subito gli studi.
Al momento dell’indipendenza erano solo una quindicina gli insegnanti diplomati. Tutti gli altri si arrangiavano con le poche nozioni che avevano. Oggi la situazione non è migliorata di molto.
Proprio in queste settimane, nella diocesi di Rumbek, è in corso una sessione di formazione e aggiornamento dei 250 insegnanti che lavorano nelle scuole cattoliche diocesane, affinché possano tornare dai loro studenti un poco più preparati e qualificati. Ma quello della formazione - non solo degli insegnanti, ma anche del personale sanitario e di tutti i settori vitali per il Paese - è davvero un’emergenza e una priorità assoluta per il nuovo Sud Sudan.
Il Centro di formazione per insegnanti di Cuilbet rappresenta un contributo fondamentale per far crescere questo Paese. «I lavori sono a buon punto - dice la presidente di Cesar, Mariangela Rossini - anche se le difficoltà sono molte e c’è sempre qualche imprevisto. Ma sono fiduciosa che con l’aiuto di tanti amici potremo vedere finalmente la nascita di un progetto in cui tante persone, a cominciare da mons. Mazzolari, hanno scelto di credere. "Insegnare ad insegnare" vuol dire poter dare a migliaia di bambini la certezza di un futuro diverso, fatto di pace e lavoro. Speriamo che questo obiettivo sarà presto raggiunto grazie alla generosità di tanti cittadine e cittadini che sostengono il progetto e si sono impegnate con centinaia di iniziative su tutto il territorio italiano».
Per aiutare la Fondazione Cesar a completare il primo Centro di
formazione per insegnanti a Cuiebet sito: http://www.cesarsudan.org/it/
Alcuni dati
Popolazione
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8.8 milioni di abitanti
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Pop. con -1 $ al giorno
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90% |
Accesso acqua potabile
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6,4%
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Analfabetismo adulti |
84%
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Mortalità - 5 anni |
126 ‰
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Mortalità materna |
2.030 su 100 mila, la più alta al mondo
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Anna Pozzi