Armi, l'Onu detta le regole

L'assemblea generale delle Nazioni Unite approva il primo Trattato che detta norme sul commercio di materiale bellico. Contrari Iran, Siria e Corea del Nord. Russia e Cina s'astengono.

«Un Trattato forte, equilibrato e realistico», il plauso dell'Italia

03/04/2013
Foto Reuters.
Foto Reuters.

L'Italia saluta con particolare soddisfazione la positiva conclusione, in ambito Onu, dei lavori di redazione di un Trattato sul Commercio delle Armi. Lo si legge in una nota della Farnesina che definisce l'accordo «forte, equilibrato e realistico». Dopo lunghi negoziati, il testo ha ottenuto il sostegno di una coalizione trasversale di oltre 150 Paesi, tra cui l'Italia, che si sono espressi in favore di una risoluzione dell'Assemblea generale che stabilisce che il Trattato sarà aperto alla firma il 3 giugno a New York.

Così, prosegue la nota, si traccia la strada che porta alla determinazione di un quadro giuridico internazionale, della cui assenza hanno finora approfittato tutti coloro che hanno alimentato il traffico illecito di armi, a danno soprattutto delle popolazioni vittime di conflitti armati nelle aree più travagliate del mondo. Il Trattato costituisce un necessario passaggio nell'impegno per assicurare coerenza e visione ad un disegno nel quale far confluire le agende internazionali della pace e sicurezza, della legalità, dei diritti umani e dello sviluppo. Per questo l'Italia, si legge ancora, si è impegnata con i partner dell'Unione Europea, nell'ambito di un'ampia coalizione di Stati di tutti i continenti, a sostegno di una giusta causa, perorata con energia insieme alle formazioni più impegnate della società civile internazionale.

Il testo adottato delinea un accordo forte, equilibrato e realistico, che rappresenta la sintesi delle istanze dei Paesi produttori e dei Paesi importatori e un salto di qualità nella trattazione di uno dei temi più delicati delle relazioni internazionali, sottolinea inoltre la nota della Farnesina. L'impegno ora si sposta sulla Campagna internazionale a sostegno della firma e della ratifica, per avere finalmente norme a carattere universale che regolino un legittimo commercio internazionale delle armi convenzionali.

Dossier a cura di Alberto Chiara
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