Le Acli al servizio del Paese

Dal Congresso nazionale le linee guida per aiutare l'Italia a uscire dalle secche della crisi: valorizzare dei circoli, piano per l'occupazione giovanile, comitati per il bene comune.

Giovani e lavoro: Italia ultima in Europa

06/05/2012
Foto: archivio Acli.
Foto: archivio Acli.

Solo il 55,6 per cento dei giovani italiani tra i 25 e i 29 anni, con titolo di studio universitario o superiore trova lavoro. In Europa, invece, la media è dell’80 per cento. In Gran Bretagna, Francia, Belgio e Germania il tasso supera L’85 per cento, in Olanda addirittura il 90 per cento. Sono i dati che emrgono dal Rapporto sulla "Cattiva economia" elaborato dall'Iref, l'istituto di ricerca delle Acli, in occasione del Congresso nazionale Secondo la ricerca il sistema delle imprese è fortemente in crisi: tra il 2009 e il 2011 sono 249.678 le imprese in meno nei settori del commercio (-88.269), agricoltura (-72.136), manifattura (-51.806) e costruzioni (-37.467). L'abbigliamento ha perso in tre anni oltre 6.000 aziende, l'alimentare 4.663, il comparto del mobile 3.200, il tessile 2.690, il segmento pelle 2.484. Nel complesso, il comparto del gusto e del saper fare italiano - eccellenza del nostro Paese - ha perso in tre anni 19.080 aziende, pari al 36,8% delle aziende manifatturiere venute meno.

Inoltre le nostre imprese investono in ricerca e sviluppo un terzo in meno di quelle tedesche e la metà di quelle francesi. Solo le imprese turche tra i principali Paesi industrializzati investono in questo campo meno delle nostre. E ancora, tra disoccupati, “scoraggiati” e sotto-occupati, sono più di 5milioni e mezzo (5.577.000) quanti vivono una condizione di mancato inserimento o inserimento imperfetto nel mercato del lavoro: il 12 per cento della popolazione tra i 15 e i 74 anni (Istat 2011). Inoltre il nostro Paese è al 133° posto nella classifica mondiale per la facilità di pagamento delle tasse. Al 54° posto per numero di pagamenti, al 127° posto per tempo necessario ad assolvere gli obblighi fiscali. In Italia sono necessarie 285 ore all'anno per pagare le tasse, 99 ore in più della media dei Paesi industrializzati. E

Ancora molto c’è da fare sul sommerso e sull’evasione fiscale. Secondo i dati che l’Iref ha elaborato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, nel 2008 il valore del sommerso economico risultava compreso tra un minimo di 255 miliardi di euro e un massimo di 275 miliardi di euro, nel 2000 oscillava tra i 217 e i 228 miliardi di euro. Due terzi degli accertamenti fiscali realizzati in Italia nel 2010 hanno riguardato persone fisiche, con un importo medio ricavato per accertamento di 7.475 euro. Gli accertamenti sui grandi contribuenti sono stati 2.609 (0.4%), con un ricavo medio di oltre 2 milioni ad accertamento. «Si punta sulla quantità dei controlli piuttosto che sulla qualità», scrive l’Iref. «Si interviene sull’ampia base della piramide contributiva, limitando i controlli sulla sommità perché più complessi e laboriosi. Si tratta di una strategia che sta dando in parte i suoi frutti. Resta che i controlli su 460mila “piccoli evasori” hanno prodotto due miliardi in meno degli accertamenti su 2600 “grandi evasori”».

Annachiara Valle
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